La tensione che il coronavirus sta provocando sulle vite è immensa e, in qualche modo sta influenzando la maggior parte delle relazioni. La pandemia costringe a lottare non solo con le consuete preoccupazioni di un disastro, quelle finanziarie e logistiche, ma anche con un senso di paura e tensione che influenza le relazioni familiari e, non saper tollerare questa dolorosa incertezza all’interno di instabilità coniugali pregresse, inevitabilmente porta a separazioni anche delle coppie più stabili.
I tassi di divorzio sono in aumento in tutto il mondo e gli esperti sostengono che la curva di rottura, indotta dalla pandemia, non ha ancora raggiunto il picco, e dunque sembra destinata a continuare.
“È stata la tempesta perfetta per le coppie che stavano attraversando una crisi, soprattutto perché essendo costretti a trascorrere più tempo insieme, eventuali meccanismi difensivi delle normali routine messi in atto per nascondere i disagi relazionali, sono crollati. Molte coppie si sono ritrovate a dover fare i conti con delle dure verità” scrive, l’Avvocato matrimonialista, Carly Kinch.

In Italia, le richieste di separazione sono aumentate notevolmente a tal punto che gli addetti ai lavori hanno dovuto modificare le procedure tecniche per far fronte alla mole di richieste di separazioni e divorzi tra coniugi. Proprio durante il lockdown di primavera, il Consiglio Nazionale Forense ha infatti reso valido il deposito esclusivamente telematico dei ricorsi in caso di separazione consensuale e divorzio congiunto, permettendo a molte coppie di potersi allontanare legalmente senza le consuete lungaggini dovute all’attesa di un’udienza in presenza fisica. Accelerazione resa necessaria per cercare di tutelare e bilanciare in questo tempo pandemico due diritti costituzionali fondamentali, da un lato le esigenze di tutela alla salute pubblica e dall’altro quelle della tutela della famiglia.
Così come negli Stati Uniti, un importante sito che si occupa di aiutare le persone nella creazione di documenti legali, ha annunciato un aumento del 34% delle vendite dell’accordo base di divorzio. In tutta l’America, i tassi di divorzio sono aumentati in particolare tra gli sposi novelli e nelle coppie con bambini piccoli, e sono aumentati anche negli Stati più colpiti dal covid-19 come Mississippi, Oklahoma, Arkansas, Alabama, Louisiana, dove circa il 50% della forza lavoro è impiegata in occupazioni ad alto rischio di licenziamento. Così i classici fattori di stress coniugali amplificati dalle preoccupazioni per la salute e dall’incertezza finanziaria, nella maggior parte dei nuclei familiari anche giovani, sembrano essere diventati di difficile gestione e nei casi più gravi le tensioni hanno portato alla violenza, tanto che si è registrato un amento nel 2020 del 90% delle chiamate contro la violenza domestica.

Le ragioni di tanta fragilità nelle coppie del XXI secolo è da attribuire a diversi fattori legati alla pandemia che si sono riversati nella vita coniugale: come condizioni di quarantena, disoccupazione, tensione finanziaria, morte di persone care, disaccordi sulla genitorialità, discussioni sulle faccende domestiche che hanno fatto esplodere conflitti dormienti e insoddisfazioni radicate. Soprattutto perché i sistemi di difesa sono più difficili da vivere, per esempio sfogarsi con gli amici davanti un caffè, se nella vita pre-pandemica poteva essere un modo per gestire lo stress familiare, ora è un‘alternativa di difficile supporto. La risposta emotiva della comunità nei confronti di un trauma, solitamente si muove in due direzioni, così come per quella di un nucleo familiare. Inizialmente si è mossi da un senso di coesione nel periodo immediatamente successivo al disastro, dopo alcune settimane l’energia svanisce e può insorgere la disillusione e la depressione e proprio in questo periodo le coppie iniziano a lottare.
I divorzi sono aumentati secondo gli esperti proprio nella fase in cui l’ottimismo si è trasformato in scoraggiamento, “il Covid ha ucciso il mio matrimonio, in tempi normali sarei riuscita a salvarlo, la mia famiglia non esiste più” ci racconta Chiara, 37 anni. Questa è la storia della famiglia dei nostri tempi, che già prima della pandemia, nel secolo scorso, ha subito dei cambiamenti nella sua struttura: si è passati dalle famiglie grandi, interconnesse ed estese, che grazie alla rete di supporto di nonni, zii, cugini, oltre che genitori e figli sapevano proteggere maggiormente e ammortizzare gli shock della vita, a famiglie nucleari più piccole, distaccate dove c’è meno stabilita e più mobilità, in queste la fine del matrimonio infatti significa la fine della famiglia stessa.
Alle fine del 1800, il numero dei divorzi negli Stati Uniti è aumentato proprio perché c’era stata un’attenuazione dei legami coniugali, la società era diventata più individualista.

Eli Finkel, studioso e psicologo di matrimoni scrive che “gli americani, guardano sempre più al matrimonio per la scoperta di sé, l’autostima e la crescita personale”. Le persone che crescono in una famiglia nucleare tendono ad avere una mentalità più individualistica rispetto alle persone che crescono in un clan esteso multigenerazionale. E soprattutto le persone che crescono in una mentalità individualistica tendono a essere meno disposte a sacrificarsi per il bene della famiglia e la conseguenza è una maggior interruzione dei matrimoni soprattutto tra le giovani generazioni. Questo lo conferma un recente sondaggio Ipsos, secondo cui quasi una persona su 10 sposata o partner negli Stati Uniti afferma che è molto probabile che si separerà dal proprio partner o coniuge, almeno in parte a causa di problemi legati alla pandemia.
L’atteggiamento moderno quindi nei confronti del divorzio è cambiato in modo significativo, non è più visto come inattaccabile o un fallimento, piuttosto gli individui moderni sono più inclini a perseguire la loro felicità personale, il che a volte può significare lasciare un matrimonio difficile o fallito, per un futuro sano. Diversi terapisti matrimoniali, ci hanno comunque spiegato che nonostante i dati sono poco incoraggianti, ci sono diversi modi affinché le unioni non siano vittime della pandemia. Per mantenere stabili e sane le relazioni matrimoniali è fondamentale soprattutto la comunicazione, avere poi uno spirito di generosità coniugale e un forte senso del lavoro di squadra.
Non esistono segreti per un matrimonio perfetto e per essere un partner perfetto, uno studio presentato da Euromonitor International, riporta che entro il 2030 le separazioni nel mondo aumenteranno del 78,5%, un vero record, e ci saranno sempre meno bambini, ma nonostante questo, c’è un’altra cosa da chiedersi, secondo la psicoterapeuta belga Esther Perel, protagonista di un intervento su Ted.com visualizzato da oltre quindici milioni di persone: «Il vostro primo matrimonio è finito. Vi piacerebbe ricostruirne un secondo insieme?».