Il caldo che imperversa nel Mediterraneo da due mesi fa brutti scherzi e fa fare orride figure. Oltre che essere altamente nocivo all’anima.
Su Facebook ho ricevuto e postato questa bella frase di Miguel de Unamuno: “Il fascismo si cura leggendo e il razzismo si cura viaggiando”. Dipende però da cosa si legge e da dove si viaggia. Ora vi dimostrerò che non basta conoscere per salvare l’anima, se essa è incrostata dai pregiudizi e abbarbicata all’odio come una cozza alla roccia.
Paese che vai, razzismo che trovi: uno straniero, approdando in Italia, scopre che il ministro dell’Interno ha ordinato di far sbarcare solo i turisti che portano soldi e non i fuggiaschi che chiedono soldi. Il che è un ragionamento economico così elementare che piace alla massa degli italiani, dissanguata dalle tasse, e fa salire Salvini nei sondaggi oltre il 40 per cento. Nessuno si accorge che il Matteo di turno è bravo a spostare il problema interno all’esterno trovando il capro espiatorio del mal funzionamento amministrativo del Paese. Infatti si guarda bene dal partecipare agli incontri europei per risolvere il problema dei migranti, altrimenti non avrebbe più di che parlare e cominceremmo ad accorgerci delle cose che non sa fare. Come stare in ufficio e cercare di lavorare per migliorare il Paese. Di Maio cerca di arginare il calo di consensi con altre promesse che piacciano all’elettorato, come abolire il canone rai e il bollo auto. E crediamo che riuscirebbe a farlo senza metterci balzelli da altre parti?
Certo che entrambi hanno fantasia da vendere e faccia tosta, dimostrando che sono certi che siamo più fessi di loro. Del resto il conteggio elettorale è quantitativo. Poi ogni tanto, per loro fortuna, avviene un fatto di cronaca che distoglie la nostra attenzione. E così anche il figlio di Salvini che sfreccia in mare su moto d’acqua della polizia viene perdonato, assieme al papà illustre, perché “non ha mica ucciso lui il carabiniere Cerciello Rega, ma un ragazzo americano drogato”. Il paragone, vox populi, è aberrante e dimostra incapacità di valutazione critica, il che porta a mettere tutti i problemi su uno stesso piano senza riuscire a discernere il grado di gravità. In quest’ottica nessuno si scandalizza se Salvini passa in rassegna in maniche di camicia arrotolate le forze armate in divisa. Anzi la gente dice: “Si veste come uno di noi”. Senza rendersi conto, non avendo spirito critico, che lui si sente un dio e fa come gli pare.
Paese che vai, razzismo che trovi: sbarcando a Cipro la scorsa settimana, ho letto sul Cyprus Mail che il vescovo ortodosso di Cipro, Morphou Neophytos, ha scagliato un anatema sugli omosessuali con un paio di affermazioni di matrice medioevale. Ha spiegato che se una donna incinta fa sesso anale e le piace, il feto diventerà omosessuale. Come fonte ha citato San Porfirio che sosteneva la trasmissione dell’omosessualità dai genitori ai figli quando il sesso non è naturale bensì anale, perché il desiderio di possessione anale viene trasmesso al feto. Immediatamente si è scatenato il mondo del web con domande: “E se la donna incinta invece non prova piacere, il pargolo sarà bisex? E come vengono concepite le lesbiche?” Su queste eventualità il vescovo non ci ha illuminati.
Dopo aver svelato il mistero dell’’origine dell’omosessualità, il vescovo, non pago, ha ammonito un fedele dicendogli che doveva smettere le pratiche di sodomia. Questo gli ha chiesto cosa ne sapeva lui, visto che non gliele aveva confessate. E il vescovo: “Questi atti impuri che commetti emanano un particolare odore e tu puzzi”. Il governo di Cipro ha incaricato l’Avvocatura dello Stato di aprire una procedura d’indagine nei confronti del vescovo che ha fatto prendere le distanze della Chiesa ortodossa dalle affermazioni episcopali.
Tutto ciò non ci deve far dimenticare che dalle acque che bagnano Cipro nacque Afrodite, dea dell’amore e della bellezza. Quando sono approdata a Rodi, ho appreso che significa “rosa” e che questo era il nome di una ninfa, figlia di Afrodite, di cui si innamorò Elio, il dio del Sole. Quindi Afrodite aveva fatto sesso secondo natura, avrebbe sancito compiaciuto il vescovo. Ma si tratta di un mito molto antico, pre-ellenico. Il problema nacque con le invasioni achee e poi doriche tra il XII e il X secolo a.C. quando questi nuovi greci, provenienti da nord e da est, sostituirono il dio Elio con il loro dio Apollo: raccontando le sue avventure bisex , mettevano in guardia gli uomini dall’emulazione, perché quello che facevano gli dei non era loro concesso. Ma l’hybris, la tracotanza che ti fa credere un dio, oggi non è più peccato.