Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
People
February 16, 2018
in
People
February 16, 2018
0

Da Imperia a New York, tra toga e clarinetto: la “chimica” musicale di Tommaso

Intervista al giovane musicista Tommaso Lonquich che ha inaugurato il suo tour americano insieme alla Chamber Music Society of Lincoln Center

Liliana RosanobyLiliana Rosano
Da Imperia a New York, tra toga e clarinetto: la “chimica” musicale di Tommaso

Tommaso Lonquich (di Anna Grudinina)

Time: 6 mins read

Poliglotta e globetrotter, era indeciso tra la toga e il clarinetto. Ha scelto quest’ultimo, diventando uno dei giovani clarinettisti più apprezzati con all’attivo collaborazioni importanti. Tommaso Lonquich, mamma italiana e padre tedesco, è nato a Imperia dove ha vissuto fino all’età di sedici anni. In piena adolescenza inizia il suo percorso in giro per il mondo. Negli Stati Uniti finisce gli studi liceali e si laurea all’University of Maryland in musica ed economia. Nel 2006 torna in Europa, prima in Olanda e poi in Spagna. Oggi vive in Danimarca ma porta in giro per il mondo la sua musica.

Il giovane musicista, il 15 Febbraio (vedi video sopra) ha inaugurato a New York il suo tour americano insieme alla Chamber Music Society of Lincoln Center, con cui collabora, definendo ogni suo concerto un “entusiasmante esperimento di chimica musicale”. Ha scelto di approfondire  la musica da camera  perché “è animata dal dialogo, dalla responsabilità indelegabile, dall’ascolto reciproco”. A La Voce di New York racconta la sua vita in giro per il  mondo e il suo rapporto con New York, l’Italia e la Danimarca. “La musica, tra le tante altre cose, é uno specchio del tempo, dice Tommaso, un tempo necessariamente soggettivo. Per questo un musicista è di per sé poliglotta, perché la sua vocazione é tradurre di volta in volta, coniugare al presente sentimenti e visioni antiche. Il nostro compito é rendere intimo ciò che é lontano”.

Foto di Anna Grudinina

Il 15 febbraio è iniziato il tuo tour americano insieme alla Chamber Music Society of Lincoln Center. Cosa riserverai al pubblico che verrà ai tuoi concerti?

“Alla Chamber Music Society ogni concerto è un entusiasmante esperimento di chimica musicale. Non si tratta di un gruppo fisso di musicisti: la combinazione varia di progetto in progetto e spesso l’ensemble é un misto di giovani talenti e maestri affermati, di europei e di americani.  Ogni programma perciò ha una sua anima specifica, un’indole musicale spesso inaspettata e sempre coinvolgente.  Alcuni dei miei colleghi sono vecchi amici, con altri ci conosciamo alle prove. Comune a tutti noi é il desiderio di dar forma viva e vibrante ai capolavori che proponiamo. Il pubblico é nostro complice nel godere della poesia e dell’elettricità che si dispiega quando le mute partiture prendono vita.

Il concerto del 15 febbraio a New York ha registrato il tutto esaurito ed è stato un grande successo e una grande emozione”.

Hai all’attivo un solido bagaglio classico ma nella sua musica c’è spazio per la sperimentazione e l’interazione anche con altre forme d’arte, come il teatro. Che ruolo ha la musica per te?

“La musica ha suscitato in me meraviglia fin dall’infanzia, per via del suo linguaggio così vasto, ambivalente, al contempo esibizionista ed ermetico. Come interprete mi sento vicino al teatro di prosa. Il mettere in scena, il raccontare storie, il rendere la verità attraverso la finzione, la sinestesia. É una magia della quale non potrei fare a meno, sia come ascoltatore che come musicista. Per questo trovo che non ci sia linea di demarcazione tra la musica e le altre arti. Si tratta di un continuum: il concerto é anche rappresentazione, é anche danza, teatro, rituale, confessione. Mi pare quindi naturale che la musica si trovi a dialogare con altre forme d’arte. Mi diverte che oggi i risultati di tali collaborazioni siano accolti come novità o come sperimentazione, poiché non si tratta affatto un fenomeno nuovo: la musica si é sempre associata come partner naturale alla danza, alla liturgia, al teatro (e purtroppo anche alla battaglia).

Lo stesso vale per la mia ricerca sull’improvvisazione, la quale non é una prerogativa esclusiva del jazz (che amo tremendamente), ma la misteriosa nascita di ogni atto artistico. Il suono nasce sempre come improvvisazione, come epifania, indipendentemente dal fatto che poi un compositore lo immortali attraverso la notazione musicale, ingabbiandolo su di un pentagramma. In ogni mio concerto e progetto cerco di trasmettere questo mistero: la nascita della voce dal silenzio, quell’atto amorevole ed eroico che é il sorgere del significato. In principio era il Verbo”.

Foto di Anna Grudinina

Cresciuto in Italia da una famiglia italo-americana hai studiato negli Stati Uniti e oggi vive in Danimarca. Quanto la dimensione globale e poliglotta ha inciso nella tua formazione professionale  e personale?

“Immensamente. Per me la musica “classica” stessa é un viaggio. Un viaggio nel tempo (nel passato remoto, ma anche nel futuro, nel caso dei più originali brani contemporanei) e un viaggio attraverso tutti i mondi sonori che gli esseri umani hanno fatto scaturire dalla dialettica tra i loro sentimenti ed il loro contesto storico e culturale. La musica, tra le tante altre cose, é uno specchio del tempo, un tempo necessariamente soggettivo. Per questo un musicista é di per sé poliglotta, perché la sua vocazione é tradurre di volta in volta, coniugare al presente sentimenti e visioni antiche. Il nostro compito é rendere intimo ciò che é lontano”.

Foto di Caroline Bittencourt & Ensemble MidtVest

Quando ha capito che la musica sarebbe stata più di una passione? Perché ha scelto il clarinetto e la musica da camera?

“Sono nato in una famiglia per metà scientifica e per metà musicale e non ricordo un’infanzia che non fosse accompagnata dalla musica. Ho iniziato lo studio del clarinetto a dieci anni, con curiosità ma naturalmente senza ambizioni professionali. Grazie anche al costante sostegno dei miei genitori ho continuato gli studi musicali, che all’università ho affiancato alla facoltà di economia. Negli anni universitari ero fortemente indeciso sul mio futuro, in bilico tra la musica e i futuri studi di giurisprudenza. Ma la scelta l’ha presa il palcoscenico, fonte di un brivido speciale che mi ha catturato e del quale non posso ormai fare a meno.

Negli anni mi sono sempre piú specializzato nel repertorio cameristico. La musica da camera é animata dal dialogo, dalla responsabilitá indelegabile, dall’ascolto reciproco. Per questo l’ho sempre trovata consona alla mia indole. Inoltre il clarinetto é privilegiato da un bellissimo repertorio cameristico, tra cui capolavori maturi di Mozart, Brahms, Schumann, Schubert, Debussy”.

Caroline Bittencourt

New York, Danimarca e Italia. Come vive questo ponte tra l’Europa e l’America?

“É un vero triangolo amoroso, con tutta l’euforia, la dolcezza e le frustrazioni che questo comporta. Suono più di cento concerti l’anno, la maggior parte dei quali in questi tre paesi: un calendario impegnativo, ma mai intaccato dalla noia o dalla routine, grazie al senso di complicità con i miei partner musicali e alla qualità e varietà del repertorio.

Sono sempre affascinato dalle complessitá e contraddizioni degli Stati Uniti e conservo bellissimi ricordi e intime amicizie degli anni universitari. Naturalmente l’Italia rimane il paese del cuore, se non altro per la convivialitá, il clima, la cucina, la famiglia. Il fatto che oggi abiti primariamente in Danimarca fa anche sí che possa amare l’Italia e gli Stati Uniti da lontano, con una dose di idealizzazione e senza subirne alcune delle realtá piú frustranti”.

Dal punto di vista musicale, accademico, quali sono le differenze significative tra i musicisti che lavorano  e studiano in America e quelli in Europa (Italia in primis)?

“Ci sono certamente delle differenze di gusto e sensibilitá, ma la musica é sempre piú globalizzata. Questo porta con se aspetti molto positivi, per esempio la disponibilitá immediata di un’immensitá di partiture e di registrazioni storiche, la possibilitá di viaggiare con facilitá per studiare all’estero, l’opportunitá di seguire un concerto attraverso il live-streaming…

Ma lo stesso processo di globalizzazione rischia anche di erodere la particolaritá, la soggettivitá, che é scintilla della grande musica. L’interpretazione rischia di appiattirsi, di omologarsi: il pericolo é che il cristallizzarsi di norme (nel senso anche di normalitá) renda muto il sorgere di interrogativi soggettivi. Troppo spesso la musica classica, anche se suonata ad altissimi livelli tecnici e apparentemente “bella”, nasce senza vita, priva di storia, quindi fondamentalmente muta.

Per contrastare questa tendenza l’Europa ha forse un vantaggio, dato dalla diffusione negli ultimi quarant’anni della musica barocca eseguita su strumenti originali; nella sua vena non normativa questo movimento ha alimentato freschezza e innovazione, portando allo scoperto nuove sonoritá e donandoci un variegato repertorio che ancora oggi negli Stati Uniti é generalmente sconosciuto e raramente eseguito”.

Hai detto di amare New York e oggi vive in Danimarca. Potrebbe scegliere tre brani che meglio rappresentano NY, L’Italia e la Danimarca?

 “Naturalmente tutti e tre i luoghi sono sono terreno fertile di una polivalente produzione musicale. Ma costretto a scegliere, direi: per uno spensierato ricordo di New York, la Rhapsody in Blue del newyorkese Gershwin. Ma in questo sono certamente influenzato dalla mitica sequenza d’apertura di “Manhattan”, di Woody Allen.

Per la Danimarca consiglio l’ascolto della terza sinfonia di Carl Nielsen, intitolata “Espansiva”. Un brano bellissimo, anche se marcatamente piú grandioso e drammatico rispetto alla tranquilla atmosfera del contemporaneo welfare-state danese.

Mi piace immaginare l’Italia durante l’epoca d’oro del barocco veneziano, attraverso i concerti per fagotto di Vivaldi: eleganza, fantasia e geniale semplicità. Li consiglio nell’interpretazione su strumenti originali dell’incomparabile fagottista e amico, Sergio Azzolini”.

Share on FacebookShare on Twitter
Liliana Rosano

Liliana Rosano

Sono nata a Catania, dove sono sempre tornata dalle mie peregrinazioni che mi hanno portato prima in Grecia, poi a Parigi. Con la mia laurea in Scienze Politiche, sognavo di lavorare nella cooperazione internazionale, ma sono finita a fare la giornalista, prima nella redazione di Telecolor poi del Quotidiano di Sicilia. ll mio ponte con l’America è iniziato grazie a un tirocinio per le Nazioni Unite a New York. Sono una freelance e collaboro con diverse testate e magazine nazionali. Vivo a Fairfield, nelle praterie sperdute dell’Iowa, in una comunità alternativa ed eco friendly e sono sempre alla ricerca di storie di italiani all’estero da raccontare.

DELLO STESSO AUTORE

Valentina Marino: “La musica è la massima forma di liberazione”

Valentina Marino: “La musica è la massima forma di liberazione”

byLiliana Rosano
Noto, la città barocca nell’Olimpo delle mete da non perdere

Noto, la città barocca nell’Olimpo delle mete da non perdere

byLiliana Rosano

A PROPOSITO DI...

Tags: chamber music of society of lincoln centergiovani italiani in Americaitaliani in AmericaLincoln Centermusica new yorktommaso lonquich
Previous Post

Italia e Bangladesh insieme nella gestione ambientale delle missioni di pace ONU

Next Post

In quella questione privata di Fenoglio, Milton corre ancora accanto a noi

DELLO STESSO AUTORE

Mario Platero, storia di un giornalista dinamico come la sua città, New York

Mario Platero, storia di un giornalista dinamico come la sua città, New York

byLiliana Rosano
Biblioterapia on the road: la medicina dei libri per guarire l’anima degli italiani

Biblioterapia on the road: la medicina dei libri per guarire l’anima degli italiani

byLiliana Rosano

Latest News

Gaza, Trump: altri 3 israeliani ostaggi di Hamas sono morti

U.S. to Resettle 60 White South Africans as Refugees Citing “Racial Discrimination”

byAnna Capelli
USA, accolti 60 sudafricani bianchi come “rifugiati” per “discriminazioni razziali”

USA, accolti 60 sudafricani bianchi come “rifugiati” per “discriminazioni razziali”

byAnna Capelli

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
In quella questione privata di Fenoglio, Milton corre ancora accanto a noi

In quella questione privata di Fenoglio, Milton corre ancora accanto a noi

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?