Si è spento recentemente nella propria abitazione di Oxford, all’età di 97 anni, Denis Mack Smith, grande studioso della storia italiana dal Risorgimento fino a tempi moderni; una lunga vita dedita allo studio del nostro paese con grande rigore professionale.
Dopo i suoi studi Universitari presso il Peterhouse college di Cambridge e dopo avere imparato la lingua italiana da autodidatta, Mach Smith approda per la prima volta in Italia nel 1946. In questo paese ancora devastato nell’immediato dopoguerra, Mack Smith incontra personaggi del profilo di Benedetto Croce. Si mettono subito a confronto due correnti di pensiero che sul fascismo divergono: mentre Croce sosteneva che il fascismo aveva rappresentato solo una parentesi della vita degli italiani, per il britannico, il ventennio fascista era piuttosto la risultanza di una democrazia ancora fragile e il confuso dopoguerra, la disorganizzata ricostruzione del paese ne rappresentava la continuazione. Ad osservare il livello dei dibattiti della politica italiana attuale ci si rende conto quanto profetico sia stato il racconto storico di Mack Smith.
Del resto le sue conclusioni storiche erano il risultato di meticolose ricerche e lo spirito della scuola di pensiero di Cambridge che privilegiava il primato delle evidenze documentate accompagnate da una encomiabile onestà intellettuale. Si evidenzia, dai suoi numerosi lavori, come il rigore della scuola anglosassone avevano messo Mack Smith al riparo da ogni sentimentalismo e dotato di grande obiettività. Un importante insegnamento anche per il mondo della ricerca storica italiana e che sarà oggetto del suo saggio La storia manipolata (1998, Laterza).
Grazie a questo approccio di rigorosa analisi dei documenti, Mack Smith ci ha offerto una nuova lettura del Risorgimento; al mito, allora vigente, sulla formazione del nuovo Stato edulcorato con glorificazioni e patriottismo, Mack Smith fu il primo storico a mettere in evidenza come l’unificazione d’Italia, operata a suon di baionette e atti burocratici ebbe un alto costo di vite umane a svantaggio soprattutto del Sud d’Italia.
Sebbene attualmente queste interpretazioni storiche rappresentino l’essenziale background per capire la storia italiana, in tempi meno recenti fecero grande scalpore e divisero gli studiosi del campo. Emblematico fu il disaccordo con Renzo De Felice accusato da Mack Smith di aver minimizzato le incompetenze e il sistema oppressivo del regime fascista. E aneddotico fu l’episodio in cui Rosario Romeo si rifiutò di stringere la mano di Mack Smith in una occasione pubblica per delle divergenze sulla figura di Cavour.
Fra le sue numerose pubblicazioni vale la pena di ricordare le biografie su Garibaldi ( Lerici, 1959), Vittorio Emanuele II (Laterza, 1972), Cavour (Bompiani , 1984), Mazzini ( Rizzoli, 1994), Mussolini ( Rizzoli, 1981), I Savoia re d’Italia ( Rizzoli,1990) e Italia: Una Storia Moderna (University, Michigan Press, 1959).
Il fatto che Denis Mack Smith sia a tutt’oggi il secondo autore di libri di storia, dopo Indro Montanelli, in numero di vendite è legato al fatto che riusciva a trasmettere la ricchezza e il rigore delle sue ricerche con un linguaggio accessibile anche ai non esperti.
Dopo quindici anni di insegnamento a Cambrigde, Denis Mack Smith si trasferisce ad Oxford per insegnare nei prestigiosi college All Souls e Wolfson per 25 anni fino al pensionamento avvenuto nel 1987.
“La lettura dei libri di Mack Smith ha da sempre catturato la mia attenzione e quella dei miei coetanei sin dai nostri studi liceali. Ci rendevamo conto che finalmente il lavoro scrupoloso dello storico giungeva noi studenti in una forma di lettura leggera e chiara”. Così commenta il professore Federico Varese, professore e ricercatore presso il college Nuffield dell’ Università di Oxford, che continua con il ricordo: “Lo incontrai il Professore Mack Smith per la prima volta in Canada dove lui era sulle orme dei viaggi di Garibaldi, mi sorprese il suo modo gentile e la su disponibilità verso noi giovani studenti. Ora per le mie ricerche e per i miei studi sulla mafia il suo libro Storia della Sicilia Medioevale e Moderna ( Laterza, 1970) è una pietra miliare per tutti coloro che vogliono capire la situazione del Sud d’Italia. Lui riuscì a spiegare, come nessun altro storico, il passaggio dal mondo feudale al sistema capitalistico nella Sicilia agli inizi dell’ottocento: descrisse in modo mirabile come la vendita delle terre confiscate alla Chiesa pur aumentando il numero dei proprietari terrieri eliminò del tutto le terre di uso comune, riducendo alla miseria un gran numero di siciliani. Il governo incapace di gestire il mercato delle terre fu concausa di un evento epocale che portò alla nascita della Mafia. I suoi studi sono ancora molto importanti e imprescindibili per ogni studioso della storia d’Italia”.
Ma l’impegno di Denis Mack Smith non è rimasto confinato solo nello studio della storia italiana; importante è stato il suo impegno, sin dall’immediato dopoguerra, per dar vita presso l’Università di Cambridge al primo dipartimento di Studi Italiani. Un esempio preso a modello in seguito da numerose altre Università della Gran Bretagna, favorendo in tal modo la diffusione della cultura italiana in territorio britannico.