PRIMO GIORNO:
Napoli e New York City, due cuori pulsanti del mondo.
Little Italy: quartiere Manhattan
Ho salutato la mia città ieri mattina ma in volo Napoli non mi ha abbandonato. Babà e sfogliatella di benvenuto in aereo e poi atterrato in perfetto orario mi sono immerso nell'affetto e nei colori della "Little Italy" del quartiere di Manhattan.
Ho incontrato il Mons. Sakano per porre le basi di un collaborazione che rinforzerà il legame tra le due città nello spirito comune di promozione e tutela del patrimonio storico e culturale e attraverso la memoria viva dei tanti italiani, moltissimi napoletani che da generazioni operano e vivono a New York. Durante passeggiata nel cuore di Little Italy, passando per le storiche botteghe che animano il quartiere, ho visto una luce di orgoglio italiano e napoletano negli occhi delle persone.
Napoli la porti ovunque. Sono stato invitato alla "Ribalta", moderno e vivace locale della Midtown dove ho incontrato i proprietari ed il folto gruppo di persone che in questo locale, sede del Calcio Napoli, respira ancora aria di campionato.
Napoli nel mondo, é con me qui ora.
SECONDO GIORNO:
Napoli e New York City, cittá che si svelano ad ogni angolo di strada e si lasciano raccontare.
Questa mattina ho incontrato il Console generale d' Italia, Natalia Quintavalle presso la sede del consolato in Park avenue dove si trova anche l'Istituto Italiano di cultura, di cui il Console é direttore ad interim. Durante il colloquio, ho presentato le enormi potenzialitá che la città di Napoli ha sviluppato nel corso degli ultimi anni e di come ció ha prodotto un' inversione di tendenza in ambito turistico, culturale, ma anche sociale.
A seguire ho avuto il piacere di incontrare il Senatore Joseph Griffo, di origini calabresi, ex Sindaco di Rome ( Stati Uniti) che accompagnerá a Napoli un nutrito gruppo di legislatori italo-americani il prossimo autunno.
Il progetto del Console di creare un unico luogo di riferimento istituzionale italiano ha portato al trasferimento nello stesso palazzo del consolato, gli uffici dell' Ente del turismo italiano. Il Direttore, Eugenio Magnani che mi ha accolto con un caffè "napoletano", si é soffermato sulla necessitá di raccontare storie che aiutano a sdoganare la città dai preconcetti negativi che per troppi anni l'hanno ingabbiata. Napoli da vivere. Cosi come New York City , ecco perché ho preso la metropolitana, a pochi passi dal consolato, per andare all'incontro con gli operatori turistici presso la sede di Eataly, sulla 5th Avenue.
Nell'ambito della conferenza stampa per l'edizione 2015 del Napoli Pizza Village, ho presentato i progetti di promozione culturale e turistica che l'amministrazione ha messo in campo. Napoli movietour, Wedding in Naples sono solo alcune delle cose che la città offre in termini innovativi, per accrescere il flusso turistico in entrata, già molto soddisfacente.
Dopo un veloce pranzo con gli amici pizzaioli da Rosso Pomodoro nel Greenwich Village, la giornata é proseguita con l'incontro con il Rappresentante Permanente d'Italia alle Nazioni Unite, Ambasciatore Sebastiano Cardi e il suo staff. Al 49esimo piano del palazzo che ospita gli uffici, la cittá di New York ti lascia senza fiato. L'interessante scambio di opinioni sullo scenario internazionale di cui anche la città di Napoli é protagonista, pone l'accento sull'importanza di costruire una diplomazia dal basso tra le cittá.
La lunga ma piacevole passeggiata dalla 2nd avenue al Calandra Institute sulla 43 rd strada, mi ha dato l'occasione di confondermi tra la folla oceanica di persone che animano il mercato della stazione centrale, immaginata non come semplice luogo di attesa ma di scambio.
Giunto al Calandra Institute, sono stato accolto dal direttore John Tamburri, insieme a professionalitá competenti e votate alla missione che ha l'Istituto. Due sale stracolme, platea americana e italiana-americana e con me, Padre Gennaro Matino, Fred Gardaphé (Queens College, CUNY), Stan Pugliese (Hofstra University), Robert Viscusi (Brooklyn College, CUNY). Il tema delle emigrazioni e le esperienze di due città. Noi, gli esseri umani quale sintesi di popolazioni e culture che ci hanno preceduto. Napoli e New York insieme devono costruire la memoria del passato, sviluppare la conoscenza, per evitare che in futuro si commettano gli stessi errori. Napoli che tutela il patrimonio culturale e sociale che tende alla globalizzazione del capitale umano. Napoli terra viva, vulcanica. Siamo la terra del fuoco, non la terra dei fuochi.
Al termine del seminario un piacevole "dinner" con il team del Calandra e poi a piedi verso l' albergo, per immergersi nuovamente in una cittá che vive 24 ore – qui un tempo infinito.
TERZO GIORNO:
New York City e Napoli, città di eccellenze produttive.
New York City e Napoli, città di eccellenze produttive.
Presso la Casa Buccellati sulla Madison Avenue ho incontrato il Presidente della camera di commercio Italia-America, Alberto Milani insieme ai tantissimi imprenditori, molti dei quali napoletani che rappresentano un vanto per la casa industriale dell'immobiliare, abbigliamento, enogastronomia, distribuzione. Con alcuni di loro, al mio rientro in Italia, abbiamo convenuto di sviluppare alcune idee progettuali in cittá.
Da Madison Avenue mi sono spostato sulla 46esima strada, tra l' 8a e 9a avenue per l' incontro che l'istituto italiano di cultura di New york, in collaborazione con la Film Society of Lincoln Center
e Istituto Luce-Cinecittá hanno organizzato per celebrare i film italiani e i registi di "open roads: new italian cinema 2015". Presenti Francesca Archibugi, Duccio Chiarini, Eleonora Danco, Cristina Comencini,
Ivano de Matteo ed altri insieme agli attori Adriano Giannini, Claudio Santamaria e Sara Serraiocco.
Tappa successiva: the City Hall, uffici del Sindaco de Blasio.
Un colloquio di un'ora di elevato profilo politico e di grande spessore umano quello con il sindaco di New York. Con Bill de Blasio si è confermata la forte affinità e comunanza che avevo già chiaramente percepito nel nostro incontro a Napoli lo scorso luglio. Si è discusso di progetti di migrazione turistica verso Napoli alla riscoperta delle radici culturali delle seconde e terze generazioni di immigrati a New York dal sud italia e un serio e approfondito confronto sulle politiche di accoglienza e di inclusione sociali degli immigrati.
Napoli e New York sono accomunate dalla loro inclinazione alla accoglienza e all'inclusione e entrambi siamo convinti che la contaminazione e lo scambio tra culture differenti sia fonte di ricchezza.
Bill de Blasio mi ha espressamente chiesto di collaborare in modo visibile sul tema all'immigrazione perché New York e Napoli diventino esempi di lotta alla diseguaglianza e di integrazione culturale, esempi in grado di sollecitare seri provvedimenti ai dai governi centrali.
In metro, poi, verso la 12esima strada, dove ha sede il Centro Primo Levi ispirato proprio dallo scrittore Primo Levi, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwits, che lavora per mantenere vivo il ruolo della Memoria nella societá moderna.
Lí vicino sorge la casa Zerilli-Marimo', dipartimento di italianistica dell'Università di New York che con il suo Direttore Prof.Albertini rappresenta un luogo di alto profilo formativo.
Qui, nell'ambito della rassegna "eppur si muove" una sala stracolma di persone, giovani, professionisti ed intellettuali mi ha accompagnato in quello che è stato il racconto su Napoli, sul risveglio della cittá, con le sue criticitá e i suoi mille colorie con la sua naturale vocazione di capitale del mediterraneo. Mi hanno chiesto della mia storia di magistrato e della mia lotta ad un sistema intriso di mafie e corruzione.
E a chi mi ha chiesto di candidarmi quale Presidente del Consiglio, in maniera scherzosa ho risposto lusingato "se è un modo per farmi andare via da Napoli, rinuncio".
Qui il video del dibattito alla Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University
QUARTO GIORNO:
Napoli e New York City, città in movimento.
Oltre un secolo fa la grande mela ha rappresentato la terra promessa per milioni di italiani molti dei quali sono riusciti, nonostante le difficoltà, a costruire un'autonomia economica delle loro comunità.
Una di queste é la c.d Little Italy del Bronx che ho visitato questa mattina. Realtà economiche consolidate nel corso negli anni e che rappresentano una garanzia della qualità dei prodotti, non solo per chi ci abita ancora ma per chi cerca il vero made in Italy/Naples.
Insieme ai membri della Federazione Campania Usa e il suo Presidente, cav. Trombetta ho fatto un lungo entusiasmante giro tra le botteghe degli italiani di prima, seconda e terza generazione. Nel mercato di Arthur Avenue si fa la mozzarella fresca, arte in cui mi sono cimentato anche io, seguendo le istruzioni di David e davanti un pubblico divertito.
Ristoranti, bar, panetterie, pasticcerie, pasta fresca, macellerie e persino un' agenzia di viaggio. Tutto ricrea l'atmosfera della mia amata Napoli, lo stesso calore umano, le strette di mano forti, i sorrisi sinceri, e le molte persone incontrate si sentono tutte un po' napoletane anche se in realtà natíe di Caserta, Benevento, Isernia, Cosenza.
Napoli é il sud. Napoli é il mediterraneo.
Un saluto anche al parroco Johnathan Morris della chiesa di Nostra Signora del Carmelo e una vista al centro culturale e biblioteca italiana Belmont per poi andare al ristorante San Gennaro, dove ad accoglierci i giovani chef e gestori provenienti dai quartieri di Fuorigrotta, Mergellina e Posillipo.
Al rientro, in auto verso Manhattan, lungo Hudson River, ripensando alla vitalità e laboriosità di questa splendida città, Pino Daniele in sottofondo canta Napul' é. Vero.
Nel pomeriggio ho incontrato un'altra eccellenza delle nostre terre, Kiton. Marchio sartoriale esportato in tutto il mondo, la cui produzione avviene rigorosamente presso lo stabilimento di Arzano (Na) che mi sono ripromesso di andare a visitare anche come Sindaco della città metropolitana.
Dopo l' incontro ufficiale del giorno prima, presso la City Hall, sono stato contattato dagli uffici del Sindaco, per un secondo incontro, riservato, questa volta che ha avuto luogo a Mansion Grace, residenza di De Blasio.
Ci siamo così incontrati alle 20 e durante il colloquio, durato un' ora e mezza, insieme anche alla moglie Chirlane, nel loro giardino, davanti un bicchiere di buon aglianico di Sant'Agata dei Goti, abbiamo consolidato il nostro già ottimo rapporto, facendo una riflessione politica molto ampia su vari temi e abbiamo approfondito gli argomenti già affrontati ieri, per porre le basi di un progetto politico unico che partirà proprio dalle nostre città.
QUINTO GIORNO:
New York City e Napoli, città di migrazioni.
Questa mattina insieme al Prof. Viscusi ho visitato Ellis Island, luogo in cui, nel periodo della grande migrazione degli inizi del novecento, arrivarono tra i 16 e 24 milioni di persone.
Grazie alla simulazione del Ranger Anthony D'Antonio, anch'egli figlio dell'immigrazione, ho "vissuto" la procedura cui tutti erano sottoposti, la pressione psicologica, i quesiti a cui rispondere, gli escamotages usati pur di evitare il respingimento.
Anche a Napoli stiamo lavorando per la realizzazione di un museo delle migrazioni, affinché venga mantenuta viva e così tutelata dalla forca del tempo, la conoscenza e la memoria per accrescere lo spirito di solidarietà.
Lasciata la suggestiva isola, prima di raggiungere i giovanissimi commercianti al Washington Park, ho visitato Wall street, il World trade center, il South Street Seaport Museum. Strade che si incrociano e ti lasciano scoprire piccoli pezzi accoglienti di città. Arrivato a piedi alla W8th angolo 5th Avenue, un esempio di coraggio e passione, i giovanissimi proprietari napoletani della Panineria italiana.
Poi il ritorno in Hotel a piedi tra tante attività economiche che portano anche l'eccellenza italiana nel mondo.
SESTO GIORNO:
New York City e Napoli, città dei giovani e di eccellenze scolastiche.
Questa mattina ho visitato la scuola italiana G. Marconi, l'unico istituto scolastico qui a New York che insegna due curricula linguistici. Una scuola bilingue, con classi a partire dai 3 anni fino al liceo scientifico che forma gli studenti per affrontare il mondo della globalizzazione.
Dopo un primo colloquio con alcuni genitori, ho incontrato le varie classi ed i relativi insegnanti, quasi tutti giovani, rispondendo alle domande dei bambini sul ruolo del Sindaco e su quanto sia importante fare un lavoro di squadra.
L'importanza di poli di istruzione di alta qualità è una garanzia per la formazione dei ragazzi così insieme alla direttrice abbiamo immaginato un percorso che permetta uno scambio di studenti con istituti della nostra città.
Il secondo appuntamento della giornata ha previsto la visita all'Istituto di Commercio Estero, sulla E67 street, non lontano da una delle entrate di Central Park e dal museo Guggenheim. Accolto dal Vice direttore dell'ICE, Romano Baruzzi ho ascoltato la realtà economica italiana presente negli Usa e in particolare nella "Grande Mela" e dei progetti di caratterizzazione della qualità dei prodotti di settore, per aiutare le imprese, soprattutto le piccole e medie imprese che vorrebbero affacciarsi al mercato americano ma non conoscono i percorsi da attivare.
La città di Napoli si é offerta di essere il facilitatore con le realtà locali per migliorare la comunicazione circa le offerte che il mercato globale offre per sviluppare attività sul territorio.
Uno dei membri del board dell'ICE, Colavita insieme ai suoi soci mi ha ospitato, poi, presso il nuovissimo ristorante "Il Vicoletto" dove abbiamo potuto discutere di forme di collaborazione con la città per ospitare a Napoli una programma di incontri con i buyers interessati alle nostre attività produttive, dall'enogastronomia alle start-up.
In serata sono stato ospite del console generale, Natalia Quintavalle per incontrare nuove realtà culturali e professionali e salutare molte delle persone che hanno fatto parte di questa meravigliosa esperienza americana.
In mattinata in viaggio verso l'aeroporto JFK.
Bye, Bye New York!