Chiara: Quest’amico di mio padre ci ha detto che guadagna 120.000 dollari all’anno.
Benito: Beato lui.
Chiara: Mi sono congratulata con lui pure io. Ma si lamenta ed è preoccupato.
Benito: Non sono mai contenti. Ho letto che tante famiglie hanno solo quindicimila dollari all’anno. Fanno la fame. Come osa lamentarsi, questo riccone?
Chiara: Ha due figli, lo sai.
Benito: Ebbene? Ci sono famiglie con cinque figli; si arrangiano con molto meno.
Chiara: Ti ricordi quella conferenza di papà? Si vantava di aver preso la laurea in Italia spendendo solo —
Benito: (interrompendo) l’equivalente di 53 dollari. L’ha detto cento volte. Si ripete troppo spesso.
Chiara: La figlia si è iscritta in un’università gesuita. Costa 55.000 dollari all’anno.
Benito: E il padre ha accettato quella cifra?
Chiara: Sono andati insieme a visitare l’università. La figlia era entusiasta del posto. Come dirle di no?
Benito: Io direi di no. Assolutamente no.
Chiara: Lo so, lo so. Ora il fratello vorrebbe andare all’università Yale. Sessantamila dollari all’anno.
Benito: Eh no! Al figlio si deve negare quel lusso. Ci vuole disciplina. Se no i figli si rovinano in quelle famose università. Droghe e… altro.
Chiara: Lo capisci allora perché il padre è preoccupato? Dove li trova i soldi per mandarli a scuola?
Benito: Vadano a lavorare e guadagnare. Come ho fatto io.
Chiara: Anche tu ti sei laureato in Italia. Quanto ti è costato?
Benito: Non i 53 dollari di tuo padre. Ora anche in Italia si paga. Più di mille dollari al semestre.