Chiara: Un albergo elegante. Ti piace?
Benito: Non è cubano. Ho controllato. E’ spagnolo.
Chiara: Ci sono molti alberghi gestiti da stranieri. Han fatto i contratti col governo. Cinquanta per cento va all’isola per finanziare scuole di medicina. Sono gratis, lo sai?
Benito: So anche che mandano i loro dottori in sperduti villaggi africani. Molti disertano e vanno poi in Europa.
Chiara: Il 6%, l’ho letto. Sono umani. Hanno la laurea. Vogliono che frutti loro il massimo. Più di quello che vengono pagati da Havana.
Benito: Sono furbi. Non accettano la dittatura dei fratelli Castro.
Chiara: Ricordati di dir sempre F. C. Non c’è qui il culto della personalità. Nessun manifesto che celebri il leader.
Benito: Ne ho visto uno nella vetrina di una scuola. Il tuo F.C.
Chiara: Io non ne ho visto nessuno.
Benito: Guardavi dall’altra parte dell’autobus. Hai visto quanta gente faceva la fila?
Chiara: Una ventina. Come succede spesso anche a New York.
Benito: L’hai notato il povero asino che tirava un pesantissimo carretto?
Chiara: Ne ho visti due. Usano anche gli animali per trasportare merci.
Benito: E le automobili? Hai visto in che condizione sono? Dei rottami.
Chiara: La maggior parte sono quelle degli anni Cinquanta. L’embargo ha proibito l’arrivo, l’acquisto delle nuove auto.
Benito: Ne ho viste tre o quattro nuove ed eleganti. Saranno quelle dei privilegiati. Ce ne son tanti, di certo.
Chiara: E’ possibile. Il cibo t’è piaciuto?
Benito: Albergo spagnolo. Cibo spagnolo. Abbondante e squisito.