Ha lasciato dieci anni fa la felliniana Rimini per la Grande Mela. Giulia Piccari, fotografa, da qualche mese si è trasferita a Naples, in Florida, per riprendersi il suo tempo, passeggiare sul lungomare che tanto le ricorda l’Italia, riconquistare lo spazio che a volte New York ti sottrae. Una scelta consapevole e maturata dopo anni di lavoro a Manhattan dove è cresciuta umanamente e professionalmente.
Dopo la laurea in fotografia al Westminster College di Londra, si specializza all’Istituto di fotografia di Roma. Nel 2003 vince un premio fotografico la cui giuria era presieduta da Giuseppe Tornatore. Lavora alla Rai per un anno e nel frattempo si dedica al suo progetto più importante: la mostra On My Way. Un viaggio da Est a Ovest che ritrae un’America caleidoscopica. A New York si occupa di moda per diverse riviste, siti web e lavora al Tribeca Film Festival e sul set del film con Fabio Volo, Un giorno in più.

Un ciack sul set del film con Fabio Volo
Oggi sta lavorando ad un libro che è la risposta più realistica alla visione glamour che Sex and the City ha regalato della Grande Mela, e ad una mostra sulle foto di macchine americane degli anni cinquanta.
Mentre NY è sempre meta ambita da molti giovani che arrivano nella Grande Mela, tu, dopo 10 anni, hai deciso di partire. Una fuga da NY oppure una scelta ragionata?
Una fuga si potrebbe dire, ma una scelta ragionata allo stesso tempo. New York City mi ha dato tutto, il successo professionale, le pubblicazioni, le soddisfazioni e le motivazioni per rimanere in America ogni volta che dovevo rinnovare il visto. Ma non è una città per sempre. Forse è stata una delle esperienze più dure e forti della mia vita, ma anche la più reale e la più matura.
Quali i motivi che ti hanno portato a lasciarla per la Florida.
Uno dei motivi principali i costi. Se inizi a vivere a Manhattan, vuoi crescere e stare a Manhattan, ma i costi negli anni si sono duplicati e se vuoi mettere su famiglia e non stare in un bilocale ristretto e sacrificato solo per poter dire "vivo a New York", allora devi andare via. Non rimpiango la scelta, perché ora qui in Florida ho una casa normale, con spazi normali, con tempi normali. Non sono più sempre di corsa, non mi sento più sempre stanca, e soprattutto… non sento più la gente suonare il clacson appena arriva il verde nel semaforo…
Hai deciso di raccontare in un libro una versione meno edulcorata di New York. Cosa vorresti dire a chi pensa sempre che New York è un sogno ad occhi aperti e un posto dove tutto si realizza?
Dico che da fuori tutto è sempre bello; di non giudicare un libro dalla copertina. Dico che ti dà un'energia pazzesca per stimolarti e andare avanti, ma che ti risucchia tutte le energie e non ti regala niente. Alla fine ti ripaga, ma solo dopo aver visto quanti sacrifici hai fatto e quanto davvero desideravi quello per cui sei partito.
NYC: The Real Life (sottotitolo: altro che Sex and the City), pubblicato su FaceBook, è nato perchè avevo bisogno che la gente capisse a cosa si va incontro; che non è tutto Martini e Granola come nel telefilm, che non è vero che riesci ad incontrarti con le amiche ogni due giorni per un aperitivo e che invece, ognuno ha il proprio lavoro e poco tempo da dedicare agli altri.
Come è cambiata la tua quotidianità e le tue prospettive future ora che sei in Florida?
Le prospettive sono diverse, l'età è diversa. Prendo le cose con molta più tranquillità, non devo inseguire più sogni che mi possano dare pubblicazioni e visti di soggiorno per rimanere qui. La testa è più libera, faccio più quello che voglio e sono serena, perché è vero quando si dice "Se ce la fai a New York, ce la puoi fare ovunque".

Una delle immagini della mostra sulle auto americane anni ’50, cui Giulia sta attualmente lavorando
Tre cose per cui NY è unica al mondo
Il rumore, l'energia, gli appartamenti ristretti.
Un libro, una canzone, un fotografo, un film, che meglio rappresenta e descrive NY?
Un libro: Come sopravvivere ai Newyorkesi di Tiziana Nenezic. Una canzone: My Way di Frank Sinatra. Un fotografo: Brandon Stanton ora, perché rappresenta la nuova generazione. Un film: C'è posta per te, perché gli appuntamenti al buio sono all'ordine del giorno a New York.