Si chiama Raze il film pulp prodotto e interpretato dalla stunt-woman più rinomata di Hollywood, alle prese con il suo primo ruolo da protagonista. Zoë Bell, originaria della Nuova Zelanda, si è affermata fin da adolescente come ginnasta ed esperta in arti marziali, conquistandosi così i ruoli di controfigura di Uma Thurman in Kill Bill e interpretando un ruolo secondario in Death Proof.
Il termine “raze” significa abbattere, radere al suolo, demolire; ed è proprio ciò che avviene nel film, che ha inizio con la cattura di Sabrina, da parte di un'associazione misteriosa che costringe diverse donne a combattere fino alla morte. Ognuna di queste lotta non per la propria sopravvivenza, bensì per salvare la vita di un proprio caro.
Seppure il film, in uscita in questi giorni negli USA, sia una brutta copia di The Hunger Games in chiave splatter, con l’elemento orwelliano da reality show, Zoë Bell dimostra di essere in grado di affrontare con intensità e autenticità l’aspetto emotivo di un personaggio oltre ad eseguirne le articolate acrobazie.
In questa intervista esclusiva ci racconta come ha affrontato questa nuova sfida:
Solitamente per gli attori la preparazione fisica comporta uno sforzo maggiore rispetto a quella emotiva, considerati i tuoi precedenti di stunt-woman, per te è stato il contrario?
In effetti è stato così. Io e le altre attrici ci siamo molto preparate per questo film, aiutandoci a vicenda. Loro si preparavano a livello fisico con James Young, che ha creato tutte le coreografie dei combattimenti, io invece mi sono concentrata sulla costruzione del passato e dell’arco emotivo di Sabrina.
Hai dato qualche suggerimento tecnico alle altre attrici?
Sì, è una cosa alla quale sono abituata da quando facevo la controfigura e dovevo aiutare le attrici per alcune scene. Anche in questa occasione ho cercato di fare in modo che le attrici si sentissero a loro agio nell’affrontare queste scene d’azione.
Come è nato questo progetto?
I produttori Josh Waller, Kenny Gage, Andy Pagana, Allene Quincy, Rachel Nichols avevano avuto l’idea di realizzare un corto per Raze e mi hanno voluto coinvolgere come produttrice e come interprete di un piccolo cammeo. Durante la lavorazione di quel progetto ho capito quanto mi piacesse far parte della macchina produttiva, e il lungometraggio è stata la spontanea evoluzione di quanto avevamo fatto.
Hai intenzione di proseguire su questa strada?
Ho amato molto le mansioni legate al ruolo di produttrice e infatti ho intenzione di continuare. Per quanto riguarda la recitazione, mi piacerebbe magari cimentarmi con la commedia.