California 1934. Nella città che ha ancora nella testa le recenti Olimpiadi un ragazzo vince la prova del miglio ai campionati scolastici. Il suo nome è Louis Silvie Zamperini e si porta dietro la fama di ragazzo difficile.
A spingerlo nell’agone atletico è stato il fratello Pete, con la speranza di trovare uno sfogo al giovane che fino a poche settimane prima ha fatto a pugni con i bulli nelle strade di Torrance e che per abitudine saltava clandestinamente sui treni merci diretti in Messico. Nato il 26 gennaio del 1917 a Olean nello stato di New York, Louis è figlio di una comunità italiana ancora fiera dei successi olimpionici conquistati dall’Italia e che ancora crede nel “rinascimento” sociale, economico, culturale e politico promosso da Mussolini.
La famiglia Zamperini, composta dai genitori Anthony e Louise e dai figli Pete, Louis, Virginia e Sylvia, si è trasferita a Torrance nel 1919 ma nonostante viva fin dalla nascita negli Stati Uniti, Louis non riesce a parlare bene l’inglese e viene fatto oggetto di scherno da parte dei bulli di quartiere. Il padre lo iscrive in una palestra di boxe per aiutarlo nella difesa, ma il risultato non è quello sperato. Capace di reagire fisicamente ai lazzi dei ragazzi di quartiere, Louis si trasforma a sua volta in un ragazzo violento e incapace di rispettare le regole e l’attività sportiva diventa per il fratello Pete l’unica soluzione all’eccesso di Louis. Il giovane infatti intuisce le straordinarie doti atletiche del fratello minore e lo sprona a iscriversi a varie gare.
La vittoria nei campionati scolastici garantisce a Zamperini l’accesso alla Univer sity of Southern California e un posto in squadra alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Sarà, con i suoi 19 anni, l’atleta più giovane della squadra americana. Il giovane impressiona, con la sua prestazione olimpionica sui 5000 metri, tutti gli spettatori dello stadio e viene convocato dal cancelliere Adolf Hitler. Si è classificato ottavo ma ha corso gli ultimi metri con un’andatura da record riducendo tutti i distacchi dagli atleti affermati.
Il risultato di Berlino non sarà una semplice meteora. Due anni dopo infatti Zamperini batte il record nazionale sul miglio che resisteva 15 anni, meritandosi il soprannome di Torrance Tornado. Ma non ci sarà troppo tempo per i festeggiamenti e per la scalata ai vertici sportivi dell’atletica. Quattro anni dopo Louis Zamperini è impegnato in un’altra competizione: quella per la vita. Arruolatosi nell’Aviazione con il grado di sottotenente, il giovane di Torrance viene inviato nelle isole del Pacifico, e opera nella base delle isole Funafuti Louis opera come ricognitore aereo e il 27 maggio 1942 viene abbattuto dall’artiglieria giapponese.
Sopravvissuto insieme ad altri 2 degli 11 membri dell’equipaggio, il giovane italoamericano si ritrova nelle acque dell’Oceano e ingaggia una strenua lotta contro la sete, le correnti e gli squali. Costretti a razionare il cibo e a seguire un albatros per procurarsi un po’ di pesce Zamperini e l’unico compagno superstite raggiungono dopo le coste delle Isole Marshall per essere subito catturati dalle truppe giapponesi e condotti nel campo di prigionia di O-funa dal quale saranno liberati soltanto alla fine della guerra. Dichiarati morti in azione, Louis e suoi compagni sopravvivono alla denutrizione e alle sevizie degli aguzzini nipponici Sarà soprattutto l’indole ribelle di Louis a istigare il capo delle guardie Mutsuhiro Watanabe e a provocarne la reazione sadica. Torturato senza sosta da un uomo che il generale McArthur inserirà tra i 40 criminali di guerra giapponesi, l’italo-americano riesce comunque a rivedere la libertà e a tornare negli Stati Uniti. Ma non dimentica. Ritornato alla vita di ogni giorno, Zamperini si sposa nel 1946 con Cynthia Applewithe (con cui rimarrà sposato fino al 2001) e soffre di un grave stress post traumatico, da cui riesce a guarire grazie alla riscoperta della fede cristiana. Nel 1950, grazie alla ritrovata fede, Louis riesce a perdonare i propri aguzzini giapponesi.
Cinquantacinque anni dopo l’ex olimpionico e pluridecorato eroe di guerra torna in Giappone, a Nagano, in qualità di tedoforo per le Olimpiadi invernali e chiede di incontrare Watanabe per concedergli il perdono cristiano ma il criminale di guerra nipponico rifiuta l’incontro e i due non si incontreranno mai più. Zamperini, nella sua lunga vita, ha avuto numerosi riconoscimenti. Torrance gli ha dedicato uno stadio di football,una piazza e l’aeroporto. La società Kappa Sigma lo ha onorato con la medaglia d’oro. L’ex atleta olimpionico ha affidato ai libri la propria storia. Nel 1956 scrisse Devil at My Heels. L’autrice Laura Hillenbrand, dopo aver pubblicato il bestseller ‘Seabiscuit’, ha raccolto nelle pagine del suo libro “Sono ancora un uomo” (il cui sottotitolo originale è ‘A story of Survival, Resilience and Redemption’) le memorie di Louis Zamperini campione di Resilienza ovvero della capacità del singolo o della comunità di far fronte agli eventi traumatici e riorganizzare la vita senza perdere la propria umanità. Un campione da incorniciare nel grande quadro della diaspora italiana in Nordamerica.