Il suo tour va avanti da anni e finalmente dopo cinque stagioni in Italia e più 1.800.00 spettatori, Massimo Ranieri sbarca in America con “Canto perché non so nuotare da… 800 repliche”. Grazie alla Stardust Shows Entertainments di Gianni Russo, lo show musicale più visto degli ultimi anni vi dà appuntamento il prossimo primo giugno al Fox Theater del Foxwoods Casino Resort (Connecticutt) e il 2 giugno al Manhattan Center di NYC per due eventi assolutamente imperdibili. Lo show, nato in occasione dei 40 anni di attività dell’artista napoletano, è andato ben oltre quella ricorrenza, non interrompendo dal 2007 il suo giro per l’Italia e nel mondo. Due ore di puro spettacolo che vedrà Ranieri cantare, ballare e recitare interpretando i suoi successi più popolari, ma anche riproponendo brani dei più grandi cantautori italiani (come Battisti, Lauzi, Battiato, Endrigo, Paoli e Rossi).
Dal 2007 è in giro per l’Italia con il suo “Canto perché non so nuotare… da 40 anni”, titolo modificato nel corso di questo lunghissimo tour arrivato alle 800 repliche. Dove trova l’energia e lo spirito per affrontare, tappa dopo tappa, il palco e il pubblico?
«L’energia me la dà il mio meraviglioso pubblico che ringrazio sempre per l’affetto con cui mi segue. Sì, sono tantissime le repliche… ma faccio il mestiere che amo, mi diverto e tutto questo mi ripaga della fatica e mi dà sempre nuove emozioni per continuare questo viaggio bellissimo!»
Com’è nata l’idea di mettere su uno spettacolo del genere e utilizzare un titolo così originale?
«L’idea è semplice. É quel che è accaduto davvero tanti… oramai tantissimi anni fa, quando da bambino (come racconto nello show) non sapevo nuotare e i miei amici mi ricattavano davanti ai ristoranti sul mare davanti a Castel dell’Ovo… e mi dicevano: “O canti, o ti buttiamo a mare!” E così… Canto Perché Non So Nuotare!»
Lei è uno degli artisti italiani più poliedrici e lo dimostra anche in questo spettacolo. Due ore tra danza, musica e recitazione. Ma quale tra queste arti sente più sua?
«Beh, certamente il canto. La voce è un dono di Dio ed è quello che mi ha dato la possibilità di cambiare la mia vita. Ma anche la danza e certamente la recitazione sono per me discipline che mi hanno dato tanto e con le quali mi piace arricchire i miei spettacoli. Sempre per dare di più al mio amato pubblico».
Come mai ha deciso di dedicare questo show alle donne, con un cast prettamente femminile?
«Amo l’universo femminile… così imperscrutabile… così affascinante!»
Dall’Italia agli States. Si sente particolarmente legato a questo Paese visto che, possiamo dirlo, la sua carriera iniziò proprio qui, con il nome di "Gianni Rock" e come spalla di Sergio Bruni?
«Un pezzo del mio cuore è sempre rimasto negli States e quando posso ci torno con tanta emozione. E adesso il prossimo 1 e 2 giugno sarò di nuovo in America grazie all’iniziativa della Stardust Shows Entertainments di Gianni Russo, nei locali del Foxwoods Resort Casino e al Manhattan Center, portando questo grande spettacolo dove spero di incontrare tutti gli italiani-americani. E’ un invito personale che rivolgo davvero a tutti perché è uno spettacolo indimenticabile. L’1 e il 2 giugno in Connecticut e New York… non mancate!»
Dopo oltre 40 anni di carriera alle spalle, cos’è rimasto di quel giovanissimo Giovanni Calone?
«Io dico sempre… lasciamo giocare quel bambino che è in noi… e quel bambino in me è sempre il giovanissimo Giovanni Calone».
Cosa ricorda di quegli anni in giro per gli Usa, dal punto di vista artistico ma anche personale?
«Ricordo che allora mi furono offerti tanti ma tanti dollari alla settimana per rimanere a cantare negli States… ma ero minorenne e non se ne fece niente. Chissà come sarebbe andata e chi sarei ora. Un po’ “sliding doors”… destini diversi, ma non mi posso lamentare, è andata comunque bene».
Musicalmente parlando con grande disinvoltura lei è in grado di passare da un genere musicale all’altro, anche se il suo nome è comunque legato allo stile neo-melodico italiano. Crede che ormai questo genere stia tramontando?
«Penso che le belle canzoni sono belle e basta… e non tramonteranno mai!».