Barack Obama all’ombra del Vesuvio formato musical a Broadway. "Obama in Naples" è il lavoro di Claudio Angelini, ex direttore del Gr1 ed ex corrispondente della Rai da New York, che il 25 aprile debutterà al teatro Abingdon a Manhattan per la regia di Stephan Morrow, con la scenografia di Lello Esposito.
L’idea a Claudio Angelini di scrivere una commedia con musiche e canzoni per un fantomatico soggiorno partenopeo del capo della Casa Bianca gli è venuta per caso, in una delle visite alla città per presentare il suo libro "Obama, un anno di sfide" (Rizzoli). "Pensavo alla ventata di nuove energie che ha fatto seguito alla sua elezione e guardavo in giro. Tra le strade di Napoli c’erano i cumuli di rifiuti e ho percepito un pò di tristezza, non era la solita Napoli a cui sono legato da tanti ricordi – racconta Angelini, già anche direttore dell’Istituto Italiano di Cultura qui a NewYork e attuale presidente della Società Dante Alighieri – Mi è quindi venuta un’illuminazione e ho scritto di getto il testo".
Il musical, a tratti autobiografico, racconta di un giornalista che torna nel capoluogo partenopeo a trent’anni di distanza dal terremoto in Irpinia. Napoli è cambiata e si imbatte in una realtà difficile, piena di problemi e di emergenze. Una città che non è riuscita a progredire con il tempo. Per una serie di equivoci si diffonde la notizia falsa che il giornalista in realtà sia un emissario della Casa Bianca e stia organizzando in gran segreto una visita di Obama alla città, cosa che poi, per altre coincidenze, si materializzerà.
"È una favola ma speriamo possa diventare presto realtà" – afferma Claudio Angelini che in "Un anno di sfide" ha esaminato le speranze e le aspettative del primo presidente afroamericano. Da molti è stata definita una "poesia d’amore dedicata a Napoli".
Regista del lavoro è Stephan Morrow, un veterano dell’Off Broadway che tra l’altro ha diretto "Tio" e "Quartet" di Mario Fratti. I biglietti sono venduti dalla società Martix (www.smartix.com.), telefono (212) 868-4444. "Il primo anno per Obama – afferma Claudio Angelini – si era aperto benissimo, troppo bene, non poteva durare a lungo, i consensi erano alti, solo Roosevelt aveva ottenuto risultati simili. Poi qualcosa si è incrinato nel rapporto con gli americani. Forse Obama ha messo sul tavolo troppe pietanze, dalla politica estera a quella economica, dalla sanità alla riforma ambientale".
Partiamo dalla sanità, la situazione è come ce la descrive Michael Moore nel suo documentario Sicko?
"Non proprio, lì il regista voleva principalmente attaccare Bush. Si pensa che i poveri siano trascurati, non è così. Chiunque vada al pronto soccorso deve essere accudito, non solo se sta male gravemente ma anche se ha una carie. Più che altro è la middle class ad essere colpita. Obama non ha ancora risolto il problema, ma ci sta lavorando, un altro presidente avrebbe tirato i remi in barca come fece Bill Clinton, invece il politico di Honolulu è testardo e ha proseguito il suo cammino. Per ora non gli è stato propizio sul piano dei consensi".
Obama sta perdendo colpi. Tante promesse e pochi fatti…
Obama dovrebbe essere più decisionista non solo con i repubblicani, anche con i moderati democratici. Vivo da tredici anni in America e qualche volta sento dire che gli manca la "passion", ovvero la passionalità americana: Obama riflette troppo prima di prendere decisioni".
Dunque lo promuove in questo primo mandato?
"Sì per il 90% in politica estera e per il 62% in politica economica perché dietro la sua visione di fissare un moderato benessere per tutta la popolazione si nasconde l’interesse di creare uno Stato forte, che per gli americani non ha nulla di positivo, significa che lo Stato si impiccia degli affari dei privati e in un paese fondato sul libero mercato non è visto di buon occhio".
Un’ultima battuta su "Obama a Naples". È un musical?
"No – risponde Angelini- una commedia con musica e canzoni".