Grazie, Walfredo (*), per la lezione di vita che hai dato a noi tutti: con la tua generosa bontà, profonda serenità e nobile semplicità. Un uomo dalle qualità umane ed intellettuali superiori. Un uomo di una classe unica perché senza tempo.
Una persona buona, dolce, timida, riservata. Tuttavia di grande intelligenza, eleganza e semplicità. Walfredo era l’esempio di quella semplicità che riflette la qualità più nobile in un essere umano. Il non aver pretese, il non chiedere di essere notati, il vivere per quello che si è. Walfredo portava un’eredità storica, quella di un “nonno”, come lo chiamava lui, celebre e famoso, un “nonno” che ha fatto la storia della musica e che ha contribuito tanto all’immagine e alla reputazione dell’Italia negli Stati Uniti e nel mondo, una figura di tale altezza nell’universo della cultura musicale da far apparire insufficienti le parole per esprimerne la grandezza .
Walfredo era l’ultimo Toscanini, e così lo ha vissuto, ricoprendo il suo ruolo con la più alta dignità e distinzione, facendo onore al nome Toscanini con il suo stile e comportamento esemplare, con una classe innata sia quando doveva parlare in pubblico sia nel dedicarsi all’opera di raccogliere e riordinare tutto il materiale, testimonianza della grande eredità culturale lasciata alla famiglia e al mondo intero dal nonno Arturo.
Ma Walfredo era sempre “lui”, mai cercando di atteggiarsi a “celebrity” o a rappresentante “esclusivo” di Arturo Toscanini. Walfredo si presentava, e voleva essere recepito e riconosciuto, come quello che lui davvero era. L’architetto Toscanini, con la sua storia, i suoi ricordi, la sua famiglia. È così che abbiamo conosciuto Walfredo perché è così che lui si è fatto conoscere da noi. Arrivava alle nostre cene, con la sua timida allegria e semplice raffinatezza, ma con tanto piacere e gioia di stare insieme, in un autentico spirito conviviale . Era molto riservato, tuttavia le sue conversazioni erano interessanti e profonde. La voce di Walfredo era serena, comunicava pace e serenità.
Un recentea immagine di Walfredo Toscanini
Piano piano, Walfredo entrava in un ambiente, senza farsi notare e senza che nessuno se ne accorgesse. Piano piano si inseriva, e gradualmente la sua presenza cresceva fino a diventare la presenza principale. Ma non perché lui volesse così,ma perché erano gli altri che si accorgevano e riconoscevano il suo spessore umano.
Una persona superiore, perché dalle qualità umane uniche ,in quanto possedute da pochissimi.
Quando parlava del “nonno”, Walfredo raccontava la sua storia quasi come se dovesse chiedere scusa. Perché Walfredo voleva parlare di Arturo Toscanini come del “nonno” e non come di una celebrità.
Più ne parlava, più si sentiva crescere il genuino entusiasmo ed orgoglio di un nipote: la felicità e l’affetto che si prova per un nonno per cui si ha un forte attaccamento ed una profonda ammirazione.Una naturale contentezza di mettere in risalto le sue doti straordinarie e i risultati esemplari del suo lavoro, nonché i più simpatici e privati.Una sincerità di fondo che dà luce alla narrazione in un graduale accrescere del sentimento.
Perché Walfredo era una persona talmente superiore che riconosceva nella semplicità e nella veridicità dei rapporti umani l’essenza delle relazioni fra le persone. Ed è questa una qualità rarissima da trovare, ed è anche perciò che ci sentiamo così fortunati ed orgogliosi di essere stati amici di Walfredo, che ci mostrava in continuazione come le vere persone si relazionano fra di loro. E così, vivendo questo suo rapporto con chi gli era vicino, Walfredo comunicava una grande serenità.
Il suo viso aveva sempre un’espressione lieta, una luce sorridente. Quando si sentiva parlare Walfredo, si percepiva ed apprezzava cultura, intelligenza, bontà, senso dell’umorismo. Dalle sue parole usciva positività, perché Walfredo parlava sempre bene di tutto e di tutti quelli che lo circondavano. Quella naturale bontà e generosità che sono i pilastri della salvaguardia del genere umano, e un esempio di stile di vita senza tempo e noi rimarremo sempre con la sua positività ed il suo sorriso nel cuore, un’eredità che non ha prezzo e noi diciamo grazie per questo.
Adesso, Walfredo, hai finalmente potuto raggiungere il tuo adorato “nonno” con cui non sei riuscito a passare tanto tempo in questa vita; tuttavia ora puoi godertelo ed apprezzarlo per l’eternità.
(*) Walfredo Toscanini, nipote del grande Arturo, è mancato il 31 dicembre 2011 a casa sua a New Rochelle(NY) alle 22.48. Aveva 82 anni. Lascia la moglie, Elaine; le figlie Liana, Maia e Cia; e i due nipotini, Wyatt e Liam.