A sinistra Joseph R. Barbera e William D. Hanna
Era un’America in piena esplosione demografica, quella che accolse la nascita di Giuseppe Rolando Barbera nel 1911. Nella cittadina di Flatbush il piccolo Giuseppe, di origine siciliana, visse i primi anni della sua vita per poi assaporare l’aria caotica della metropoli newyorkese chiuso tra quattro mure e dietro a uno sportello bancario. Era un impiegato triste, Barbera, con la mente sempre piena di idee artistiche da trasformare in disegni. E decise infine di dare corpo ai propri sogni. Per trasformarli in un successo imperituro.
Teminati con successo gli studi primari, Giuseppe (Joseph per gli amici) s’iscrisse all’Istituto americano bancario, per diplomarsi nelle tecniche contabili. Ottenne senza troppe difficoltà il suo primo impiego presso la Irving Trust Company, uno studio di avvocati, ma la sua innata passione per i fumetti, lo spinse a provare l’avventura di autore e disegnatore e a inviare le sue strisce alle varie case editrici del settore. Nel 1929 il giovane italoamericano perse il suo lavoro di bancario ma non si perse d’animo. Grazie alla sua passione per i disegni animati, riuscì ad evitare la fame entrando come semplice collaboratore nella redazione di un magazine di cartoons, la Max Fleischer,e scrivendo per la rivista le sue prime strisce.
L’impiego temporaneo si trasformò in breve tempo nell’occasione d’oro del ragazzo italo-americano e dopo poco tempo lo proiettò nello studio Van Beuren, praticamente il meglio nel campo della cartonistica dell’epoca.
Era il 1932: in quell’anno Joseph Barbera incontrò per la prima volta William Denby Hanna, non intuendo il sodalizio che il destino avrebbe riservato per il futuro di entrambi gli animatori. Barbera lavorò alacramente negli studi Van Beuren dimenticando il fretta il suo passato di burocrate e vestendo completamente i panni a lui più congeniali: quelli di uomo innamorato dei cartoons.
Si rivelò, nei cinque anni di impiego presso la società newyorkese, come un abilissimo copywriter e disegnatore e si specializzò nella progettazione e ideazione dei cartoni animati. Alla chiusura della Van Beuren passò temporaneamente per Paul Terry ma la sua prorompente personalità artistica venne notata dalla MGM, un colosso delle case cinematografiche americane deciso a entrare di prepotenza nel fantasmagorico mondo dei cartoni. Arruolato negli studios californiani dell’italoamericano ritrovò proprio William Hanna, con il quale si legò subito in amicizia.
Il sodalizio Hanna & Barbera prese effettivamente vita, con la prima animazione, dal titolo “Gallopin’Galls”, e trovò la più ampia soddisfazione in tutti i diretti interessati tanto da affidare ai due novelli animatori la prima striscia di “Tom e Jerry”. Nel 1938 uscì sugli schermi Puss Gets the Boot”, il primo cortometraggio della serie destinata a diventare una vera e propria pietra miliare dell’animazione mondiale.
Joseph Barbera, in quel 1938 legò indissolubilmente il suo nome a quello dell’amico Hanna, in una carriera segnata da grandissime soddisfazioni professionali. I due lavorarono insieme per diciotto anni, dirigendo in questo lungo lasso di tempo più di duecento cortometraggi incentrati sul gatto Tom e il topo Jerry,e sbancando letteralmente l’universo dei premi televisivi.In nove anni di produzione gli animatori di Tom&Jerry, vinsero ben sette premi Oscar per i cartoni animati. Il sodalizio con Hanna resse anche nei momenti più critici: nel 1956 dopo il ritiro del Free QuimbY (patron della MGM) e il periodo confuso della successionem i due fantasisti dell’animazione decisero di proseguire da soli la loro avventura nel mondo dei cartoon e fondarono la Hanna&Barbera Productions trovando terreno fertile per un successo ancora più travolgente. Nel 1957, Barbera presentò al pubblico americano “Huckelberry Hound” (braccobaldo) e l’orso Yogi, e di pari passo la società finanziò produzioni di films televisivi e opere teatrali. Nel 1960 fu l’anno del debutto teatrale di LOopy the Loop opera che non trovò lo sperato successo ma che per l’azienda dell’italoamericano venne compensata dal cesso esplosivo dei “Flintstones” (Gli Antenati). Gli episodi della famiglia Flintstones regalarono al duo Hanna & Barbera la notorietà planetaria e nel 1966 i due animatori decisero di vendere il loro fortunato giocattolo alla Taft Communication per la “modica” somma di 26 milioni di dollari, senza peraltro uscire dalla nuova società, dei quali mantennero delle quote speicifiche.
Nei venti anni di gestione della Hanna & Barbera, l’italiano e il suo socio operarono con grandissima professionalità e nella veste di produttore, Barbera ebbe modo di sfruttare anche i suoi studi e il suo talento finanziario. Nonostante vestisse sempre più spesso gli abiti dello stratega aziendale, l’italoamericano non lasciò mai completamente a riposo la sua fantasia da cartoonist e diede vita a numerose altre serie di successo per la televisione. “Atom Ant”, “Magilla Gorilla”, “The Perils of Penelope Pitstop”, “Quickdraw McGraw”, “Ruff and Ready”, “Auggie Doggie and Doggie Daddy”, “Dastardly and Mutley and Birdman” rappresentano ancora oggi pacchetti di divertimento infantile di primissima qualità e altrettanto successo hanno ottenuto i film in cartone animato come “Alice nel Paese delle Meraviglie”, “Cyrano de Bergerac” e “Charlotte’s Web”. Dal 1943 al 1953 ‘Tom e Jerry’ vinsero ben 7 Oscar per la categoria corti d’animazione.
Definiti dalla critica avversaria i “parenti poveri di Disney”, Hanna e Barbera non soffrirono mai di invidia nei confronti del loro illustre avversario e continuarono a seguire il loro sogno in cartoon anche dopo aver ceduto la loro proprietà societaria. Giuseppe Barbera del resto aveva anche una schiera di nuovi bambini da educare al culto dei disegni animati.
Sposatosi con Sheila e padre di Neal, Lynne Jayne, l’animatore divenne anche nonno di due nipoti e bisnonno di altri due bambini e ritornò prepotentemente alla ribalta nel 1977.
La CBS in quell’anno mandò infatti in onda lo speciale dedicato ai due grandi cartoonisti degli Stati Uniti con il titolo “ Il mondo fantastico di Hanna & Barbera”, raccogliendo davanti ai televisori un folto pubblico di appassionati. L’ultima grande avventura dei personaggi inventati da Barbera è nata alcuni anni fa nei dintorni di Toronto, con un parco divertimenti interamente votato ai simpatici eroi di carta: un segno indelebile e colorato del fantasmagorico mondo in cartoni animati targato Italia. L’ultimo sorriso regalato ai bambini da Joseph Barbera, morto all’età di 95 anni, il 19 dicembre 2006 a Los Angeles.