Georgia Meloni ha provato sulla sua pelle quanto sia impossibile contenere l’ego ipertrofico del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lei seduta nel suo tailleur bianco accompagnato da scarpe dello stesso colore, silenziosa e tormentando collana e braccialetto mentre Trump magnificava se stesso, le sue scelte, i risultati raggiunti da quando è alla Casa Bianca, senza minimamente degnare di attenzione l’ospite italiana o parlare dei rapporti tra Stati Uniti ed Italia. Salvo nel finale della sua arringa televisiva in diretta quando Trump alla Presidente del consiglio ha dedicato un paio di complimenti nel suo stile da piacione, certo di piacere a qualsiasi ospite soprattutto se donna.
Domanda. Allora come è andata la visita di Giorgia Meloni a Washington, tanto cercata, tanto voluta e alla fine ottenuta nel pieno della bufera dazi, della tregua alla guerra della Russia all’Ucraina che ancora nessuno sa come raggiungere? Sicuramente bene, perché Giorgia Meloni ne è uscita indenne, senza visibili escoriazioni, nel senso che Trump non le ha riservato il trattamento Zelensky (il presidente ucraino fu apertamente maltrattato da Trump, con il suo numero due JD Vance che recitava la parte del bravo che impedisce alla vittima di rialzarsi). Anche se ha fatto di tutto per far vedere che è lui che decide qual è lo spartito da suonare.
Di sicuro, Meloni può rivendersi il sì di Trump all’invito a venire in Italia. Che poi venga a Roma (e bisogna vedere quando) per discutere dei dazi all’Europa dando rilievo così all’Italia come ponte tra Ue ed Usa è tutto da verificare. Sia perché non è detto che gli americani gradiscano assegnare un ruolo di rilievo a Roma, sia perché non è così certo che la presidente della commissione Ursula von der Leyen accetti che eventuali trattativa Usa-Ue non si svolgano nella sede naturale, a Bruxelles. Giorgia Meloni è una donna assai di carattere ma sicuramente non è in grado di raggiungere le vette di Silvio Berlusconi, che nel 2002 si mise in testa che a Roma dovevano incontrarsi George Bush e Vladimir Putin e sul palco li agguantò per il braccio costringendoli a stringersi la mano.
Certamente Giorgia Meloni ha fatto felice Trump quando ha detto che l’Italia sceglierà di aumentare gli acquisti di gas americano. Una decisione che può tranquillamente rendere esecutiva visto che il principale acquirente sarebbe l’Eni, l’azienda italiana di cui il governo decide i vertici e le scelte strategiche. Quanto poi questo costerà agli italiani è tutto da vedere.
Ma quando il discorso è caduto su altri argomenti cari all’interesse americano, le cose non sono più così chiare. La promessa di raggiungere il 2 per cento del Pil in spese per armi? Il governo ha deciso di andare in quella direzione. Tutto ancora da vedere dove saranno trovati i soldi necessari. Toglierli ad altri settori come sanità, scuola o welfare metterebbe il governo nel mirino di tutte le opposizioni. Spostare i fondi del Pnrr farebbe infuriare l’Europa che pure ha deciso un piano di riarmo continentale. Infine, operazioni cosmetiche per spostare partite di bilancio sul capitolo difesa e dunque aumentarlo (le spese per il meteo o quelle per la Guardia Costiera) rischiano di infastidire Washington oltre a rivelarsi uno stratagemma un po’ infantile.
Anche il capitolo degli investimenti italiani negli Stati Uniti appare più da libro dei sogni che facilmente realizzabile e, soprattutto, non conveniente per l’Italia. Primo, perché il governo non può dire ad un’azienda privata di aprire un centro di produzione oltreoceano. Chi ci mette i soldi necessari? E quanto conveniente può essere? Immaginare incentivi pubblici per una manovra del genere sarebbe per il governo una mossa azzardata: spendere per diminuire il nostro Pil e l’occupazione in Italia solo per far piacere a Trump ed aumentare il Pil Usa, sarebbe pura follia politica ed economica.
Di questo viaggio resta una domanda senza risposta. Chissà se nel volo di ritorno a Roma Giorgia Meloni si è chiesta se tutta la fretta che ha avuto di essere ricevuta alla Casa Bianca da Donald Trump valeva i risultati raggiunti con la sua visita lampo.