Il terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina ha segnato un passaggio cruciale per la diplomazia internazionale. Lunedì mattina l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) ha visto andare in scena un duro scontro tra gli Stati Uniti e l’Europa, con la Francia in prima linea nel criticare l’atteggiamento americano. Ricordando i tempi dell’invasione dell’ Iraq, ancora una volta gli alleati si sono trovati su fronti opposti in una votazione chiave all’ONU sulla guerra in Ucraina, mettendo in evidenza il profondo cambiamento in atto negli equilibri globali.
Sul tavolo della discussione c’erano due risoluzioni concorrenti. La prima, sostenuta dall’Ucraina e dalla maggior parte dei paesi europei, ribadiva il pieno sostegno a Kiev, condannava apertamente la Russia e chiedeva il ritiro immediato delle forze di Mosca dal territorio ucraino. Il testo ha ottenuto 93 voti a favore, 18 contrari e 65 astensioni.
A sorprendere è stato il voto contrario degli Stati Uniti, che si sono schierati insieme a Russia e Cina nel bocciare il documento. Una mossa che ha lasciato sgomenti molti partner europei, in particolare la Francia, che ha denunciato apertamente questo allontanamento della Casa Bianca dalla linea tradizionale di supporto incondizionato all’Ucraina.
Parallelamente, gli USA hanno proposto una loro risoluzione, che puntava a un generico invito alla pace tra Russia e Ucraina, evitando però qualsiasi riferimento esplicito alla responsabilità russa. Qui è scoppiato lo scontro con l’Europa: la Francia e quasi tutti gli altri paesi dell’Unione hanno chiesto emendamenti per rendere il testo più chiaro e includere una condanna esplicita di Mosca. Davanti a queste modifiche, gli Stati Uniti hanno deciso di astenersi sulla loro stessa proposta (con un giallo perché nel votare all’inizio avevano sbagliato votando addirittura contro la loro stessa risoluzione), che alla fine ha raccolto 93 voti favorevoli, 8 contrari e 73 astensioni.
Mentre la frattura tra USA ed Europa si faceva più evidente, la posizione degli stati europei ha mostrato una certa compattezza nel sostenere l’Ucraina. Tuttavia, due paesi si sono smarcati: Ungheria e Slovacchia hanno scelto di astenersi o di votare contro la risoluzione ucraina, confermando la loro linea più vicina alle posizioni russe. Questo evidenzia una divisione interna all’Unione Europea, dove alcuni governi continuano a essere restii nel prendere una posizione netta contro Mosca.
Ma perché gli Stati Uniti hanno scelto di votare in questo modo? La decisione dell’amministrazione di DonaldTrump riflette una linea politica più incline alla trattativa con Vladimir Putin piuttosto che allo scontro frontale. Il presidente americano ha più volte dichiarato di voler porre fine alla guerra il prima possibile, anche a costo di fare concessioni a Mosca.
Questa posizione ha scatenato forti tensioni con l’Europa, dove invece si teme che una pace negoziata a condizioni favorevoli per Putin possa significare una resa di fatto dell’Ucraina e un pericoloso precedente per la sicurezza del continente.
L’Italia del governo di Giorgia Meloni ha votato compatta con l’Europa. L’ambasciatore Maurizio Massari, che interverrà nel pomeriggio in Assemblea Generale, ha anticipato ai giornalisti il contenuto del suo discorso in cui l’Italia “si allinea pienamente con la dichiarazione fatta dall’Unione Europea” ma aggiunge alcune considerazioni a titolo nazionale. Qui sotto riportiamo il contenuto dell’intervento:
“Nel tragico terzo anniversario dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, siamo uniti al popolo ucraino per riaffermare il nostro irremovibile impegno a sostegno dei nostri valori condivisi e della Carta delle Nazioni Unite”. L’undicesima sessione straordinaria d’emergenza dell’Assemblea Generale è convocata oggi per riaffermare la necessità di garantire che i principi fondamentali del diritto internazionale prevalgano, non solo in Ucraina ma ovunque essi vengano messi in discussione. L’Italia resta impegnata a favore una pace globale, giusta e duratura, basata sulla sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale dell’Ucraina. Crediamo fermamente che la piena attuazione di questi principi vada non solo nell’interesse dell’Ucraina e dell’Europa, ma anche di tutti i membri delle Nazioni Unite, poiché sono le fondamenta che tengono unita la comunità internazionale.
Non siamo in guerra con la Russia, ma difendiamo il diritto dell’Ucraina ad essere uno Stato indipendente. Dobbiamo lavorare insieme per ripristinare la pace in Europa. Abbiamo bisogno della diplomazia: non esiste una soluzione militare a questo conflitto, ma solo diplomatica, attraverso i negoziati, e apprezziamo l’iniziativa diplomatica statunitense volta a portare la Russia al tavolo delle trattative. Per questo motivo abbiamo deciso di sostenere entrambe le risoluzioni “Promuovere una pace globale, giusta e duratura in Ucraina” e “La via della pace”. Allo stesso tempo, crediamo che solo il pieno coinvolgimento dell’Ucraina e dell’Europa in questi negoziati possa garantire una pace duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite.
La battaglia diplomatica si sposterà sempre oggi al Consiglio di Sicurezza. Nel pomeriggio infatti i Quindici discuteranno nuovamente la risoluzione americana messa “in blu” (pronta al voto) anche al Consiglio di Sicurezza. Qui la Francia, membro permanente con diritto di veto, potrebbe giocare un ruolo decisivo.
I paesi europei che hanno votato la risoluzione all’Assemblea Generale, si sono presentati poco prima della riunione dei Quindici allo stake-out del Consiglio di Sicurezza con la vice ministra degli Esteri dell’Ucraina Betsa Mariana, ha letto la seguente dichiarazione:

Desidero leggere la dichiarazione congiunta a nome dei governi di Ucraina, Albania, Andorra, Australia, Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Cipro, Cechia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Lettonia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Repubblica di Moldova, Monaco, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Unione Europea.
Oggi ricorre il terzo anniversario dell’illegale e non provocata invasione su larga scala della Russia in Ucraina. Ribadiamo la nostra ferma condanna di questa palese violazione del diritto internazionale.
In un contesto geopolitico in continua evoluzione, è un segnale forte che i membri dell’ONU abbiano oggi lanciato un appello per la pace in Ucraina. L’Assemblea Generale ha chiesto una fine rapida di questa guerra di aggressione e una pace giusta, duratura e globale in Ucraina, in linea con la Carta delle Nazioni Unite. Ha inoltre ribadito l’urgente necessità di porre fine al conflitto entro quest’anno e di raddoppiare gli sforzi diplomatici per raggiungere tale obiettivo.
È di fondamentale importanza che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite abbia riaffermato con chiarezza il suo sostegno al diritto internazionale e ai principi di sovranità e integrità territoriale sanciti nella Carta dell’ONU.
Voglio sottolineare che qualsiasi pace che rischi di premiare l’aggressione aumenterà il pericolo per qualsiasi paese, in qualsiasi parte del mondo, di subire un’aggressione simile. Creerebbe un pericoloso precedente per il futuro, minando i principi del diritto internazionale e la sovranità di tutte le nazioni.
Deploriamo il mancato rispetto da parte della Russia delle risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, adottate nella sua 11ª Sessione Speciale d’Emergenza.
Ribadiamo la nostra richiesta alla Russia di porre fine alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e di garantire il ritiro completo, immediato e incondizionato di tutte le forze e dell’equipaggiamento militare russi dal territorio dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti. Chiediamo inoltre l’immediata cessazione delle ostilità da parte della Russia contro l’Ucraina, in particolare di qualsiasi attacco contro civili e infrastrutture civili.
Continueremo a lavorare per garantire l’accertamento delle responsabilità per i gravi crimini commessi sul territorio ucraino nell’ambito dell’aggressione russa. Ribadiamo che l’ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia del marzo 2022 obbliga la Russia a sospendere immediatamente la sua operazione militare sul territorio ucraino.
Riaffermiamo il nostro incrollabile sostegno all’indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti, inclusi i suoi spazi marittimi.
Così mentre il presidente francese Emmanuel Macron era in visita ufficiale da Trump alla Casa Bianca, l’Eliseo faceva capire che non sosterrà alcun testo anche al Consiglio di Sicurezza che non includa una condanna esplicita della Russia, e potrebbe persino opporre il veto se la versione finale della risoluzione non dovesse rispecchiare la linea europea. Il voto di oggi all’ONU segna un punto di svolta epocale nelle relazioni internazionali? Se fino a pochi mesi fa gli Stati Uniti e l’Europa erano uniti nel sostegno all’Ucraina, oggi questa compattezza si è sgretolata. La Francia, che tradizionalmente ha mantenuto una posizione più autonoma rispetto agli USA in politica estera, sta emergendo come il nuovo leader occidentale nella difesa dell’Ucraina e questa volta nel confrontarsi con gli USA, Parigi ha accanto anche il Regno Unito guidato del governo laburista di Keir Starmer che non ha alcuna intenzione di seguire Trump nelle concessioni a Putin. Al contrario, Washington sembra sempre più orientata a chiudere il conflitto attraverso un accordo con Mosca, anche a costo di sacrificare le richieste ucraine e concedendo a Putin territori conquistati con la forza all’Ucraina..
Questa spaccatura sta avendo conseguenze profonde non solo sul futuro della guerra e della pace, ma anche sugli equilibri interni alla NATO e all’Unione Europea. L’Occidente rischia di perdere la sua compattezza proprio nel momento in cui l’Ucraina ha più bisogno di supporto.
Quello che accadrà nelle prossime ore al Consiglio di Sicurezza sarà cruciale: la Francia e persino il Regno Unito potrebbero usare il veto contro gli Stati Uniti? E soprattutto, questa divisione è destinata a durare o si tratta solo di una frattura momentanea?
Oggi alle Nazioni Unite si è capito chiaramente che non è solo Kiev a essere in bilico, anche l’Occidente sta giocando la sua partita decisiva.