Il sogno di una Libia civile, democratica e prospera resta ancora irrealizzato a 14 anni dalla rivoluzione che ha portato alla caduta del regime di Gheddafi. Lo ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite Rosemary DiCarlo, capo del Dipartimento ONU per gli Affari Politici e il Peacebuilding.
DiCarlo ha denunciato come le profonde divisioni interne, la cattiva gestione economica, le continue violazioni dei diritti umani e gli interessi contrastanti, sia interni che esterni, stiano minando l’unità e la stabilità del Paese nord africano. “La fragile stabilità della Libia è sempre più a rischio”, ha avvertito, criticando i leader politici e gli attori della sicurezza per non anteporre l’interesse nazionale alle loro ambizioni personali.
DiCarlo ha quindi esortato i membri del Consiglio a sostenere la nuova Rappresentante Speciale dell’ONU per la Libia, Hanna Tetteh, nel suo lavoro per sbloccare lo stallo politico e sostenere il popolo libico nel processo di unificazione delle istituzioni e nell’organizzazione di elezioni nazionali inclusive.
Da oltre un decennio, il Paese è diviso tra due amministrazioni rivali: il Governo di Unità Nazionale (GNU), riconosciuto internazionalmente e basato a nord-ovest, e il Governo di Stabilità Nazionale (GNS), situato a est. Le elezioni previste per dicembre 2021 sono state annullate a causa di dispute sull’idoneità dei candidati.
L’ONU sta cercando di rilanciare il processo politico attraverso la missione UNSMIL, che ha recentemente istituito un Comitato consultivo per affrontare le questioni controverse che hanno bloccato le elezioni. Il Comitato, composto da 20 esperti legali e costituzionali – di cui un terzo donne – fornirà raccomandazioni, ma non avrà potere decisionale.
UNSMIL ha anche avviato un dialogo strutturato tra i libici per affrontare le cause profonde del conflitto e costruire una visione condivisa per il futuro del Paese. Sul fronte economico, la missione sta facilitando consultazioni tra esperti libici per individuare soluzioni che garantiscano una gestione trasparente ed equa delle risorse pubbliche.
La persistente competizione per il controllo delle istituzioni statali continua a dominare il panorama politico ed economico. Il Consiglio di Stato è paralizzato da divisioni interne e le autorità libiche non hanno ancora concordato un bilancio unificato. Il cessate il fuoco del 2020 è stato implementato solo parzialmente, mentre gruppi armati non statali continuano a minacciare la stabilità del Paese.
Nel frattempo, l’aumento degli arresti arbitrari, le sparizioni forzate e le morti in custodia destano seria preoccupazione. Migranti e richiedenti asilo, compresi bambini, sono vittime di torture e trattamenti inumani. Il ritrovamento di fosse comuni evidenzia i gravi pericoli affrontati dai migranti in Libia: 93 corpi sono stati esumati solo a febbraio.
DiCarlo ha infine richiamato l’attenzione sulla crisi dei rifugiati sudanesi, con un piano di risposta umanitaria che prevede aiuti per 446.000 persone e un fabbisogno di 106 milioni di dollari. Ha quindi lanciato un appello ai donatori per un supporto immediato, essenziale per affrontare le crescenti necessità della regione.
L’Ambasciatore Taher M. El-Sonni, Rappresentante Permanente della Libia presso le Nazioni Unite (che rappresenta il governo di Tripoli) è intervenuto al Consiglio di Sicurezza ricalcando nel suo discorso i suoi precedenti interventi degli ultimi anni. El-Sonni ha sottolineato l’urgente necessità di una soluzione politica guidata dai libici, evidenziando come le interferenze straniere abbiano prolungato l’instabilità. Ha esortato i partner internazionali a sostenere un processo di riconciliazione globale, ribadendo l’importanza dell’unità nazionale e della sovranità.
El-Sonni ha anche affrontato le preoccupazioni sulla sicurezza, inclusa la presenza di combattenti stranieri e mercenari, chiedendone l’immediato ritiro in conformità con le risoluzioni dell’ONU. Ha ribadito l’impegno della Libia verso elezioni democratiche, ma ha sottolineato la necessità di un quadro costituzionale per garantire un processo elettorale credibile.