La crescita economica globale è prevista rimanere al 2,8% nel 2025, invariata rispetto all’anno precedente, secondo un rapporto chiave delle Nazioni Unite pubblicato giovedì. Il rapporto World Economic Situation and Prospects (WESP) 2025 evidenzia che, nonostante una serie di shock interconnessi, la crescita economica globale è stagnante e rimane al di sotto della media annuale pre-pandemia del 3,2%.
Prodotto dal Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali dell’ONU (DESA), il rapporto sottolinea l’impatto duraturo di investimenti deboli, bassa produttività e alti livelli di debito sulle performance economiche globali.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel messaggio introduttivo del rapporto, ha esortato ad agire con decisione per affrontare queste sfide. “I Paesi non possono ignorare questi pericoli. Nella nostra economia interconnessa, gli shock in una parte del mondo aumentano i prezzi in un’altra. Ogni paese è colpito e deve far parte della soluzione”, ha dichiarato Guterres.
Negli Stati Uniti, si prevede un rallentamento economico nel 2025, con il raffreddamento del mercato del lavoro e una stabilizzazione della spesa dei consumatori.
In Europa, nonostante l’inflazione in calo e mercati del lavoro resilienti, la ripresa economica rimane limitata da sfide come la bassa crescita della produttività e l’invecchiamento della popolazione.
What’s the story behind the global economy beyond the numbers, & what’s the financial forecast for 2025?
Two UN DESA experts tell us what’s different this year and what we can expect from the latest #WorldEconomyReport coming out on 9 January.
Find out: https://t.co/pgovIz8d83 pic.twitter.com/isv184j5Un
— UN DESA (@UNDESA) January 7, 2025
In Asia orientale, si prevede una crescita relativamente forte, sostenuta da un robusto consumo privato e da una stabile performance della Cina.
L’Asia meridionale dovrebbe restare la regione con la crescita più rapida, grazie all’espansione economica continua dell’India.
In Africa, sono previsti lievi miglioramenti, trainati dalle riprese di economie principali come Egitto, Nigeria e Sudafrica. Tuttavia, conflitti, costi crescenti per il servizio del debito e sfide legate al clima pesano sulle prospettive della regione.
Il commercio globale è previsto crescere del 3,2% nel 2025, grazie a forti esportazioni dall’Asia e a una ripresa del commercio dei servizi.
L’inflazione globale dovrebbe diminuire al 3,4%, offrendo un certo sollievo a imprese e famiglie. Tuttavia, molti Paesi in via di sviluppo continueranno a subire pressioni inflazionistiche persistenti, con uno su cinque che affronta tassi a doppia cifra.
L’inflazione alimentare resta una questione critica, con quasi la metà dei Paesi in via di sviluppo che registra tassi superiori al 5%. Questo fenomeno ha aggravato l’insicurezza alimentare, in particolare nei Paesi a basso reddito già colpiti da eventi climatici estremi, conflitti e instabilità economica. Il rapporto avverte che un’inflazione alimentare persistente, insieme a una crescita economica lenta, potrebbe spingere milioni di persone ulteriormente nella povertà.
La crescente domanda industriale di minerali critici, come litio e cobalto, presenta opportunità e rischi. Per i Paesi in via di sviluppo ricchi di risorse, questi minerali offrono potenziali per crescita economica, creazione di posti di lavoro e aumento delle entrate per accelerare i progressi verso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). Tuttavia, il rapporto avverte che una cattiva gestione, pratiche lavorative insicure e il degrado ambientale potrebbero compromettere i benefici a lungo termine e ampliare le disuguaglianze.
Il capo del DESA, Li Junhua, ha sottolineato: “I minerali critici hanno un potenziale immenso per accelerare lo sviluppo sostenibile, ma solo se gestiti in modo responsabile”.
Il rapporto si conclude con un appello a un’azione multilaterale audace per affrontare le crisi globali interconnesse, tra cui debito, disuguaglianza e cambiamento climatico. I governi sono invitati a concentrarsi su investimenti in energia pulita, infrastrutture e settori sociali critici come la salute e l’istruzione.
Una cooperazione internazionale più forte è considerata essenziale per gestire i rischi e le opportunità associati ai minerali critici, garantendo che i Paesi in via di sviluppo possano trarne benefici in modo equo e sostenibile.
Giovedì, parlando ad una conferenza stampa al Palazzo di Vetro dell’ONU, Li Junhua, Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali, ha dichiarato: “La nostra valutazione attuale indica che l’economia mondiale ha in gran parte evitato una contrazione generalizzata, nonostante gli shock senza precedenti degli ultimi anni e il periodo più prolungato di restrizioni monetarie nella storia recente. Per il 2025, prevediamo una crescita globale del 2,8%, simile al 2024. Un’inflazione più bassa, l’allentamento monetario e la ripresa del commercio internazionale sostengono questa prospettiva relativamente stabile”. Poi ha aggiunto: “Tuttavia, notiamo che questo tasso rimane ben al di sotto della media pre-pandemica del 3,2%, registrata nel periodo 2010-2019. La ripresa rimane disomogenea, trainata principalmente da alcune grandi economie. Le prospettive di crescita limitate pongono sfide significative, in particolare per i Paesi in via di sviluppo”.
Il capitolo tematico di quest’anno approfondisce il tema dei minerali critici per la transizione energetica, che possono intensificare l’azione climatica offrendo al contempo opportunità a molti Paesi in via di sviluppo di creare posti di lavoro, generare entrate pubbliche e ridurre povertà e disuguaglianze. Quindi per Li Junhua “affrontare le sfide del debito, ridurre i flussi finanziari illeciti e rafforzare la mobilitazione delle risorse interne può aumentare le entrate pubbliche da investire negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Per molti Paesi, la crescente domanda globale di minerali critici per la transizione energetica rappresenta un’opportunità unica per stimolare la crescita, creare posti di lavoro e ridurre povertà e disuguaglianze”.
Tali risultati favorevoli non sono tuttavia inevitabili e richiedono politiche nazionali coerenti e supporto internazionale per diventare possibili. Li Junhua ha concluso: “Servono azioni urgenti per affrontare le sfide della sostenibilità del debito in molti Paesi; per colmare le lacune in tecnologia, finanziamenti e infrastrutture che ostacolano una crescita equa; e per garantire che una transizione energetica accelerata riduca i rischi climatici per tutti. Le sfide che affrontiamo sono complesse, ma le soluzioni sono a portata di mano – se lavoriamo insieme”.