Le ruote della giustizia in Italia, è cosa nota, si muovono troppo spesso con esasperante lentezza, accreditando il pregiudizio non infondato che si riassume nel detto: “L’Italia è la culla del diritto e la tomba della giustizia”. La tortuosità delle leggi e la complessità delle procedure, che si traducono in obiezioni e rinvii, contribuiscono alla durata abnorme dei processi, che si possono trascinare anche per anni.
Dev’essere quindi motivo di soddisfazione constatare che, nel diritto internazionale, l’Italia all’opposto opera da propulsore, in particolare nel campo dei diritti umani e in sede ONU. Questo è il significato del veramente storico voto del 17 dicembre 2024. Per la prima volta, grazie al persistente lavoro diplomatico della Rappresentanza Permanente italiana alle Nazioni Unite, l’Assemblea Generale ha adottato con 130 voti a favore, 32 contro e 22 astenuti la Moratoria universale per la sospensione della pena di morte. Particolare significativo, hanno votato a
favore anche Turchia, Israele e la Russia. Fra i contrari spiccano invece Corea del Nord, Stati Uniti, Cina, Giappone, India, Thailandia, Pakistan, Nigeria, Egitto, Libia, Arabia Saudita.
È troppo presto per trarre da questo riallineamento conclusioni significative.
🚨BREAKING: RESOLUTION ADOPTED!
🇺🇳 General Assembly has just cast an historical vote with a record-breaking 130 Yes to Resolution “Moratorium on the use of #DeathPenalty” co-facilitated by 🇮🇹 & 🇦🇷.
✅130 Yes
🟡22 Abs.
🚫32 NoMore than 2/3 of the world countries are in favor… pic.twitter.com/z4uemaSKBD
— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) December 17, 2024