In un’epoca in cui i social media dominano la condivisione globale delle informazioni, due terzi dei creatori di contenuti digitali pubblicano informazioni non verificate a milioni di follower, ha rivelato mercoledì un’indagine condotta dall’UNESCO, l’agenzia per l’istruzione e la cultura delle Nazioni Unite.
I risultati arrivano in un momento critico in cui gli influencer dei social media sono diventati fonti primarie di notizie e informazioni culturali per il pubblico globale, ma il 62% non dispone di pratiche di verifica dei fatti di base.
“I creatori di contenuti digitali hanno acquisito un posto importante nell’ecosistema dell’informazione, coinvolgendo milioni di persone con notizie culturali, sociali o politiche. Ma molti stanno lottando contro la disinformazione e l’incitamento all’odio online e chiedono maggiore formazione”, ha affermato il Direttore generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay.
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At a time when digital content creators have become a major source of information for people, a @UNESCO survey published today reveals that 62% do not carry out rigorous and systematic fact-checking of information prior to sharing it. But 73% express the wish to be… pic.twitter.com/YYQhzA55TZ
— UNESCO 🏛️ #Education #Sciences #Culture 🇺🇳 (@UNESCO) November 26, 2024
Il sondaggio “Dietro gli schermi” dell’UNESCO, condotto con la consulenza della Bowling Green State University negli Stati Uniti, ha esaminato 500 influencer in 45 paesi, mettendo in luce lacune critiche nelle pratiche di verifica dei contenuti. Lo studio ha rilevato che il 63% degli influencer non dispone di rigorosi protocolli di verifica dei fatti, nonostante il loro impatto significativo sul discorso pubblico.
L’indagine ha rivelato le tendenze nel modo in cui i creatori valutano la credibilità delle informazioni, incluso il 42% che utilizza parametri dei social media come “Like” e “share” come indicatori primari di credibilità, mentre il 21% degli intervistati condivide contenuti basandosi esclusivamente sulla “fiducia negli amici” che hanno condiviso. I media tradizionali, nonostante la loro competenza, si collocano in una posizione bassa come risorsa, con solo il 36,9% dei creatori che utilizzano il giornalismo mainstream per la verifica.
Il panorama dei diritti digitali ha rappresentato un’altra sfida. Quasi il 60% dei creatori opera senza comprendere i quadri normativi di base e gli standard internazionali, lasciandoli vulnerabili ai rischi legali e alle molestie online. Mentre un terzo riferisce di aver subito discorsi di incitamento all’odio, solo il 20,4% sa come segnalare correttamente questi incidenti alle piattaforme.
In risposta a queste sfide, l’UNESCO e il Knight Center for Journalism in the Americas (USA) hanno collaborato per sviluppare il primo corso di formazione globale per creatori di contenuti digitali. L’innovativo programma di quattro settimane ha già attirato oltre 9.000 partecipanti da 160 paesi, offrendo una formazione completa sulla verifica delle fonti, sulla metodologia di verifica dei fatti e sulla collaborazione con i media tradizionali.
Con il 73% dei creatori che cercano attivamente tale formazione, l’iniziativa si basa sulla più ampia strategia dell’UNESCO per combattere la disinformazione digitale, seguendo le linee guida del 2023 per la governance delle piattaforme digitali. Mantenendo il coinvolgimento dei partecipanti al corso dopo il completamento, l’UNESCO mira a promuovere una comunità di comunicatori digitali responsabili che danno priorità all’integrità delle informazioni.