Mentre gli americani si accingono a celebrare la festa del Thanksgiving, nessuno si aspettava di ringraziare qualcuno mercoledì al Palazzo di Vetro per la riunione del Consiglio di Sicurezza dedicata alla guerra in corso in Ucraina, un conflitto scoppiato dopo l’invasione della Russia avvenuta nel febbraio del 2022. Il gelo tra i P5 del Consiglio – le grandi potenze permanenti col diritto di veto – resta immutato, con USA, UK e Francia ferme sulle posizioni di totale condanna della Russia che, invece, ad ogni riunione contrattacca accusando l’Occidente di “aver provocato il conflitto”, ricevendo spesso la “comprensione” della Cina.
Così a meno di due mesi dall’insediamento a Washington della nuova amministrazione di Donald Trump – che proprio oggi ha annunciato la nomina del generale a riposo Keith Kellogg ad inviato speciale per l’Ucraina e la Russia – negli ultimi giorni si sono visti ulteriori segnali allarmanti di una pericolosissima escalation del conflitto. Ad avvertire su questi sconfortanti segnali, c’era Miroslav Jenča, segretario generale aggiunto per gli affari politici e di costruzione della pace, che durante il suo intervento al cospetto dei Quindici ambasciatori, ha rinnovato l’appello a fare maggiori sforzi per porre fine all’invasione del paese da parte della Russia che dura ormai da quasi tre anni.
“Gli ultimi sviluppi fanno seguito alle già inquietanti notizie di truppe della Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) dispiegate nella zona di conflitto”, ha detto agli ambasciatori Jenča, aggiungendo che la città ucraina di Dnipro è stata colpita il 21 novembre da un missile balistico russo a raggio intermedio precipitato su un’area industriale.
Le autorità ucraine hanno riferito che il missile era dotato di sei testate, ciascuna con sei sub-munizioni, e che ci sono voluti solo 15 minuti per arrivare dal sito di lancio nella regione russa di Astrakhan, a circa 1.000 chilometri di distanza. Poche ore dopo, il presidente russo Vladimir Putin ha confermato che la Russia aveva testato un nuovo missile convenzionale a raggio intermedio chiamato “Oreshnik” e che l’attacco era avvenuto in risposta all’uso da parte dell’Ucraina di missili a lungo raggio forniti dall’Occidente contro il suo paese. Putin ha inoltre affermato che la Russia continuerà a testare il nuovo missile in combattimento.
L’alto funzionario dell’ONU ha detto che le autorità russe hanno segnalato la probabilità di ulteriori attacchi, a seguito degli attacchi segnalati dall’Ucraina con missili a lungo raggio. “Le Nazioni Unite non hanno ulteriori dettagli su questi incidenti, compreso il tipo di armi utilizzate. Tuttavia, l’uso dei missili balistici e le relative minacce rappresentano uno sviluppo molto pericoloso”, ha affermato Jenča, sottolineando che l’ONU condanna tutti gli attacchi contro obiettivi civili e infrastrutture critiche, indipendentemente dal sistema d’arma utilizzato.
“Esortiamo tutte le parti a prendere misure immediate per allentare l’escalation e ad astenersi da qualsiasi azione o retorica che potrebbe intensificare ulteriormente questa guerra, portare più sofferenze alla popolazione civile e mettere gravemente in pericolo la pace e la sicurezza regionale e internazionale”, ha ripetuto Jenča.
Nel frattempo, gli attacchi aerei russi continuano a seminare il caos in tutta l’Ucraina. “Proprio ieri la Russia ha lanciato 188 droni contro 17 regioni dell’Ucraina. Secondo quanto riferito, questo è stato il numero record di droni schierati in un singolo attacco”, ha affermato Jenča.
L’alto funzionario dell’ONU ha osservato che dall’inizio dell’invasione su vasta scala nel febbraio 2022, più di 12.000 civili sono stati uccisi e quasi 27.000 feriti, secondo le cifre fornite dall’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR). Inoltre, gli attacchi incessanti che colpiscono le aree residenziali continuano a causare gravi danni alle infrastrutture civili, deteriorando ulteriormente le condizioni di vita di milioni di persone.
Jenča ha detto che il costo della guerra è già troppo alto per il popolo ucraino e per il mondo, e cresce di giorno in giorno: “Dobbiamo invertire il pericoloso ciclo di escalation”, ha detto cercando di scuotere quel Consiglio che però sulla questione resta diviso.
“Ciò richiede un’autentica volontà politica e sforzi diplomatici inclusivi verso una pace giusta, duratura e globale, in linea con la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e le risoluzioni dell’Assemblea generale” ha concluso Jenča, sottolineando la disponibilità dell’ONU a sostenere tali sforzi.
Sotto il video Onu con tutti gli interventi della riunione del UNSC.