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Hezbollah colpisce base italiana UNIFIL, quattro caschi blu italiani feriti

La premier Giorgia Meloni esprime "indignazione e preoccupazione", il ministro della Difesa Guido Crosetto: Israele eviti l'utilizzo delle basi Unifil come scudo

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Granata su base italiana in Libano che non esplode; Tajani chiama l’israeliano Saar

La premier Giorgia Meloni alla base 'Millevoi' di Shama (Libano), dove sono di stanza contingenti italiani dispiegati in Libano, in occasione di un incontro con le forze impiegate nell'ambito della missione Unifil e una rappresentanza di militari della missione militare italiana bilaterale in Libano (Mibil), 28 marzo 2024./// Italian Prime Minister Giorgia Meloni at the 'Millevoi' base in Shama (Lebanon), where Italian contingents deployed in Lebanon are stationed, in occasion of a meeting with the forces employed as part of the Unifil mission and a representation of soldiers from the bilateral Italian military mission in Lebanon (Mibil), 28 March 2024. ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/ FILIPPO ATTILI

Time: 4 mins read

Quattro militari italiani della missione Unifil in Libano sono rimasti feriti in seguito al lancio da parte delle forze di Hezbollah di due razzi da 122 millimetri che hanno colpito la base dell’ONU di Shama. La base ospita il contingente italiano e il Comando del settore ovest di Unifil.  I due razzi hanno colpito un bunker della base e un locale nei pressi della polizia militare internazionale, provocando danni alle infrastrutture circostanti. Alcuni vetri, a causa dell’esplosione, si sono frantumati colpendo i quattro militari.

In un post su X, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto: ”Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di Unifil nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano. Ribadisco ancora una volta”, prosegue Meloni, “che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di Unifil e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili”.

Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di UNIFIL nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace.

Desidero esprimere la solidarietà e…

— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) November 22, 2024

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato di aver “immediatamente contattato il Comandante del Contingente, Generale di Brigata Stefano Messina -per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni. Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di Unifil permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie. E’ intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita”.

“Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano – aggiunge – cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile” ha dichiarato il ministro, dando quindi delle responsabilità anche alle forze israeliane per l’incidente.

Oggi due razzi hanno nuovamente colpito la base italiana di Shama.
Due razzi lanciati da Hezbollah.
Come gli otto di martedì.
Oggi, come martedì, fortunatamente i nostri militari hanno riportato solo ferite superficiali.
Oggi, come martedì, condanniamo questo atto di guerra…

— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) November 22, 2024

Poi su X il ministro Crosetto ha scritto: “Ho chiesto al rappresentante militare italiano all’Onu di sollecitare un esame approfondito della situazione sul campo e dei rischi, seguito da una presa di posizione chiara delle Nazioni unite che tenendo conto dell’evoluzione in atto, si spenda per allontanare i conflitti dalla basi Unifil. Mi sono infine rivolto al capo delle forze armate libanesi per chiedere anche a lui di spendere la sua leadership nel paese per garantire la sicurezza dei nostri militari”.

Solo una settimana fa, una granata israeliana aveva colpito la palestra della base italiana, ma in quel caso l’ordigno non era esploso. I soldati erano nei bunker in quel momento a causa del conflitto e non c’erano stati feriti. La granata era di calibro 155, quindi un proiettile che però, in caso di esplosione, avrebbe potuto fare danni gravissimi.

#Unifil Lo ribadisco con grande determinazione e con grande fermezza: i soldati italiani non si toccano! pic.twitter.com/fr1zTMttN8

— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) November 22, 2024

Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, ha dichiarato: “I nostri militari non sono in pericolo, sono stati leggermente feriti. Siamo vicini a loro, alle famiglie, alla Brigata Sassari, a tutti gli altri militari che fanno parte del contingente Unifil. Abbiamo detto a tutte le parti in causa di prestare grande attenzione e non toccare i militari italiani che sono lì a dividere e impedire che ci sia un’escalation. Hanno lavorato bene, sono portatori di pace, è inaccettabile che possano essere toccati. Hezbollah impari a usare le armi, che evidentemente non sa usare e fa danni. E’ un’organizzazione che sta fuori dallo stato del Libano, sta attaccando Israele, ma lo scontro con le truppe israeliane non può essere fatto pagare alle truppe italiane che sono li’ a portare la pace sotto le bandiere dell’Onu”.

In aggiornamento

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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