Una granata israeliana ha colpito venerdì la palestra della base italiana UNIFIL a Shama, nel sud del Libano.”L’ordigno non è esploso ed è stato fatto brillare dal contingente italiano subito dopo” ha detto Andrea Tenenti, portavoce dell’UNIFIL, aggiungendo: “I soldati erano nei bunker in quel momento a causa del conflitto” e “non ci sono stati feriti”.
La granata era di calibro 155 ma non è esplosa dopo l’impatto sulla palestra della base italiana di caschi blu. Un proiettile che però, in caso di esplosione, avrebbe potuto fare danni gravissimi. Gli artificieri italiani hanno quindi lavorato alla messa in sicurezza dell’ordigno, mentre l’ipotesi sulla dinamica dell’incidente converge per ora sull’errore. La granata era probabilmente diretta verso un obiettivo più a nord, ma per ragioni da accertare, sarebbero caduta prima colpendo la base italiana.
Nel suo primo contatto telefonico con il nuovo ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, il vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha subito reiterato le richieste di garantire la sicurezza dei militari impegnati nella missione Onu in Libano e l’inaccettabilità dei recenti attacchi contro il suo personale e infrastrutture, compreso l’episodio dove un proiettile di artiglieria inesploso ha colpito la base italiana UNIFIL. Il Ministro Saar ha garantito un’immediata inchiesta sull’accaduto, si legge in una nota della Farnesina. Sul Libano, si legge Tajani ha anche espresso a Saar “il vivo auspicio per il raggiungimento di un cessate il fuoco, sottolineando il ruolo che può svolgere la missione Unifil per dare piena attuazione della risoluzione 1701”. Il ministro italiana ha poi espresso “la più ferma condanna contro ogni forma di antisemitismo”. “Siamo tutti ancora colpiti dalle immagini della inaccettabile violenza nei confronti dei tifosi israeliani ad Amsterdam” ha detto Tajani. “Ho garantito al Ministro Saar il pieno impegno del governo italiano a lottare contro ogni forma di odio ed antisemitismo”. Il colloquio si è quindi incentrato sulla situazione di sicurezza in Medio Oriente. Tajani ha così ribadito “il convinto sostegno italiano verso Israele e la sua popolazione a seguito del barbaro attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas e dei continui lanci di razzi da parte di Hezbollah”. Nella nota si riferisce che “i due ministri hanno quindi discusso dei rischi di una ulteriore escalation di violenza nella regione, in particolare nel caso di un aggravarsi del confronto tra Israele ed Iran”. Sulle prospettive di pace, si legge nel comunicato, “Tajani ha auspicato che possa essere raggiunta una intesa per la cessazione delle violenze nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi, alla luce della scomparsa del leader di Hamas Sinwar”.
Intanto il capo del Peacekeeping delle Nazioni Unite, Jean-Pierre Lacroix, proprio in questi giorni ha incontrato alcune delle migliaia di “caschi blu” in servizio nel sud del Libano con la missione UNIFIL. “Ha parlato con le forze di pace che sono rimaste ferite negli attacchi diretti e negli scontri a fuoco tra l’IDF e Hezbollah”, ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, informando i giornalisti a New York. “Ha visitato le posizioni delle Nazioni Unite a Mansouri e il quartier generale della Missione a Naqoura.
Ha anche incontrato il personale UNIFIL che continua a sostenere il lavoro della missione a Naqoura e gli alti dirigenti della missione. Ha inoltre espresso la sua gratitudine al personale militare e civile dell’UNIFIL per la loro dedizione e il loro impegno nell’importante lavoro della Missione durante questo periodo eccezionalmente difficile”.
In southern #Lebanon, Jean-Pierre Lacroix, @UNPeacekeeping head, met with @UNIFIL_ peacekeepers supporting the implementation of #SecurityCouncil resolution 1701.
He also met some of the “blue helmets” who were injured in direct attacks and exchanges of fire. https://t.co/0FB0i0JaXc— UN News (@UN_News_Centre) November 13, 2024
Lacroix ha incontrato il primo ministro ad interim Najib Mikati insieme alla coordinatrice speciale per il Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert, e al capo della missione di mantenimento della pace in Libano, generale Aroldo Lázaro. “I tre hanno sottolineato la criticità del ruolo dell’UNIFIL e hanno sottolineato l’importanza della risoluzione 1701”, ha aggiunto Dujarric.