Alla vigilia del triste traguardo dei mille giorni di guerra in Ucraina e con la minaccia di allargamento del conflitto che segna l’allarme rosso, il Consiglio di Sicurezza si è riunito per discutere del conflitto. Presieduto dal ministro degli Esteri del Regno Unito David Lammy, la parola è andata per prima alla responsabile degli affari politici e di costruzione della pace delle Nazioni Unite, Rosemary DiCarlo, che parlando a nome del Segretario generale delle Nazioni Unite – Guterres si trova al G20 di Rio -, ha affermato che la morte, la distruzione e la disperazione diffuse continuano senza sosta per milioni di ucraini.
Di Carlo ha informato il Consiglio che dal febbraio 2022 sono stati uccisi almeno 12.164 civili, tra cui oltre 600 bambini. Almeno altri 26.871 sono rimasti feriti, e questi sono solo i numeri confermati. Il numero effettivo delle vittime è probabilmente molto più alto.
Durante il fine settimana, la Russia ha lanciato uno dei suoi più grandi attacchi combinati, coinvolgendo 120 missili e 90 droni e prendendo di mira le infrastrutture energetiche in tutte le regioni ucraine, provocando gravi danni e vittime. DiCarlo a questo punto ha anche parlato di ciò che lunedì era “l’elefante” nella stanza del Consiglio di Sicurezza: che ieri sera dai resoconti dei media si è saputo che l’amministrazione Biden avrebbe dato l’autorizzazione alle forze ucraine di utilizzare armi a lungo raggio fornite dagli USA per attacchi all’interno della Russia. “Voglio essere chiara: tutte le parti devono garantire la sicurezza e la protezione dei civili, indipendentemente dalla loro ubicazione”, ha a questo punto sottolineato DiCarlo parlando a nome di Guterres.Quindi la rappresentate del Segretario Generale dell’ONU ha concluso: “Siamo pronti a utilizzare i nostri buoni uffici e a mettere a disposizione gli strumenti e l’esperienza delle Nazioni Unite nel pieno sostegno di tutti gli sforzi significativi verso una pace giusta, duratura e globale”.
Intanto secondo l’UNICEF, da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, almeno 2.406 bambini sono stati uccisi o feriti, con una media di 16 bambini colpiti ogni settimana. “Il prezzo che pagano i bambini è sconcertante e inaccettabile”, ha affermato Catherine Russell, Direttore esecutivo dell’UNICEF.
“Milioni di bambini vivono nella paura costante… le ferite psicologiche di questa guerra risuoneranno attraverso le generazioni”, ha aggiunto Russell. Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha sottolineato al Consiglio di Sicurezza il “diritto di ogni nazione ad essere un paese sovrano e indipendente, libero di scegliere il proprio futuro, proteggere i propri confini e resistere alle aggressioni”, aggiungendo che l’Ucraina non fa eccezione.
Lammy ha detto al Consiglio che le truppe russe hanno violentato e torturato i prigionieri ucraini, e che la polizia russa ha rapito bambini ucraini per indottrinarli in Russia al fine di “sprofondare l’Ucraina nell’oscurità”.
Il ministro degli Esteri del Regno Unito ha parlato nel suo intervento anche degli aiuti militari forniti dalla Corea del Nord e dall’Iran alla Russia, affermando che “queste azioni devono ricevere una risposta ferma”. “Stiamo intensificando il nostro sostegno per mettere l’Ucraina in una posizione più forte”, ha affermato Lammy, “con un nuovo prestito garantito dai profitti derivanti dalle attività russe sanzionate, parte di un nuovo pacchetto del G7 di 50 miliardi di dollari in assistenza e un impegno a finanziare l’Ucraina con 3 miliardi in aiuti militari per tutto il tempo necessario”. Quindi il ministro britannico ha concluso: “Mille giorni dopo, siamo ancora dalla parte dell’Ucraina”.
“La Russia si sta comportando come uno “Stato canaglia”, ha affermato l’ambasciatrice degli USA Linda Thomas-Greenfield, sottolineando che “piuttosto che cercare di giustificare l’ingiustificabile, la Russia semplicemente mente”. Thomas-Greenfield ha ricordato come 1.001 giorni fa la Russia aveva detto al Consiglio di Sicurezza che non ci sarebbe stata alcuna invasione “mentre il mondo guardava le trasmissioni in diretta di forze e carri armati russi che attraversavano il territorio ucraino e di missili russi che piovevano su Kiev”.
“È chiaro che la Russia non ha alcun interesse per la vita ucraina, ma è anche chiaro che la Russia non ha alcun interesse per la vita russa”, ha aggiunto la diplomatica americana, sottolineando che centinaia di migliaia di russi sono morti nella guerra dall’inizio voluta dal Cremlino. Thomas-Greenfiled ha condannato la decisione russa di rivolgersi alla Corea del Nord per almeno 10.000 soldati in “palese violazione” delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.
“Mentre gli ucraini continuano la lotta contro l’invasione imperialista e l’ideologia del potere che calpesta il diritto, gli Stati Uniti sono al loro fianco”, ha sottolineato. Poi facendo un palese riferimento alle recenti elezioni americane vinte dai repubblicani, Thomas-Greenfield ha detto che sostenere l’Ucraina al Congresso e oltre “non può essere e non dovrebbe essere una questione di parte”. Quindi l’ambasciatrice americana ha concluso: “Quando questa guerra finirà, un’Ucraina democratica, sovrana e indipendente avrà il controllo del suo territorio riconosciuto a livello internazionale e continuerà sulla strada per aderire alle istituzioni euro-atlantiche come la NATO”.
L’ambasciatore francese Nicolas de Rivière nel suo discorso al Consiglio di Sicurezza, ha detto che sono passati 1.000 giorni da quando la Russia “ha scelto di attaccare uno Stato sovrano che non rappresentava alcuna minaccia per lei, con l’obiettivo di annettere territori in violazione della Carta delle Nazioni Unite e dei suoi principi”. Condannando gli attacchi deliberati contro la popolazione civile ucraina con un “costo umano sempre crescente”, de Riviere ha anche ricordato gli attacchi della Russia ai porti e alle strutture civili e agricole, che mettono in pericolo la sicurezza alimentare in tutto il mondo.
Anche l’ambasciatore francese ha accusato la Russia di utilizzare la violenza sessuale come “arma di guerra e i trasferimenti forzati e deportazioni di bambini ucraini”, sottolineando che “la Francia è indignata per il tragico destino dei bambini strappati alle loro famiglie e sottoposti a crudele ‘rieducazione’ in Russia o Bielorussia”. L’ambasciatore francese ha condannato “la presenza di soldati nordcoreani sul suolo russo e il loro potenziale coinvolgimento sul fronte ucraino” affermando che “rappresentano anche un’altra palese violazione del diritto internazionale e una grave escalation del conflitto”.
La lotta degli ucraini “riguarda tutti noi”, ha sottolineato de Riviere, aggiungendo che “permettere a questa guerra di aggressione di raggiungere i suoi obiettivi rischia di consentire la diffusione globale di revisioni dei confini e dell’imposizione aggressive di sfere di influenza a scapito dell’uguaglianza sovrana degli Stati”.
Nel suo intervento, il vice rappresentante permanente della Cina, Geng Shuang, ha affermato che il conflitto in Ucraina è in un “momento critico” ricordando al Consiglio che la Cina, insieme a Brasile e all’Algeria, ha lanciato un “Gruppo di Amici della Pace” incentrato sulla crisi ucraina, promuovendo tre principi: “nessuna propagazione dal campo di battaglia, nessuna escalation dei combattimenti e nessuna provocazione da parte di alcuna parte ”.
“La storia ha dimostrato più volte che gli strumenti militari non possono garantire una pace duratura”, ha sottolineato il diplomatico cinese, invitando a colloqui immediati e affermando che la Cina è “sempre stata dalla parte della pace e del dialogo”. Il rappresentante cinese ha concluso che “lo scoppio e il proseguimento della crisi in Ucraina hanno molto a che fare con gli Stati Uniti”, affermando che le future prospettive di pace “dipendono in larga misura dall’atteggiamento e dalle azioni” degli Stati Uniti, dove una nuova amministrazione entra in carica a gennaio.
Quando è venuto il turno dell’ambasciatore russo, Vassily Nebenzia ha iniziato dicendo che c’è un “certo simbolismo” dietro il fatto che il Regno Unito – che detiene la presidenza a novembre – abbia programmato l’attuale incontro in coincidenza con il 1.000 giorno da quando la crisi ucraina “ha raggiunto una fase calda”. “Questa non è altro che una buona opportunità mediatica per demonizzare la Russia, per metterle delle etichette”, da parte delle nazioni occidentali ostili, ha detto Nebenzia. “Nel Regno Unito, la russofobia era già diventata una politica statale molto prima del 2022” ha accusato il diplomatico russo.
Quindi Nebenzia ha ricordato che venerdì scorso, “sono trascorsi esattamente 950 giorni” dalla visita dell’ex primo ministro britannico Boris Johnson a Kiev, durante la quale il premio dissuaso il leader del “regime di Kiev” dal firmare l’accordo di pace di Istanbul con la Russia, che avrebbe fermato le ostilità. “In altre parole, si scopre che il Regno Unito ha spinto il regime di Kiev verso l’inevitabile sconfitta, accelerando la sua scelta a favore della continuazione del confronto con la Russia”, ha accusato l’ambasciatore Nebenzia.
Invitato a parlare ai Quindici, c’era anche il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha (che prima era apparso con il collega britannico allo stake-out davanti ai giornalisti), che ha affermato che “Putin vuole la guerra, non la pace”. Pertanto, “dobbiamo aumentare il prezzo della guerra per lui”. I meccanismi internazionali hanno fallito e “dobbiamo creare nuovi strumenti” e ripristinare il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, ha affermato il ministro degli esteri ucraino, sottolineando che l’obiettivo di raggiungere una pace globale, giusta e duratura è urgente.
“Qualunque sia il prezzo da pagare per raggiungerlo adesso, il prezzo di ulteriori fallimenti sarà molto, molto più alto”, ha detto il ministro Sybiha, sottolineando che il prezzo dell’inazione o della pacificazione supera di gran lunga il prezzo di passi forti. “Questa guerra è molto più grande di quella dell’Ucraina, e il suo prezzo per il mondo può diventare molto più alto se non fermiamo la Russia adesso”.
Sottolineando che la Russia ha commesso atrocità, violato le convenzioni internazionali e utilizzato munizioni contenenti sostanze chimiche pericolose, ha affermato che Mosca sta oltrepassando le linee rosse. “Il modo più rapido per porre fine a questa guerra è aumentare il sostegno di cui l’Ucraina ha bisogno per difendersi e costringere la Russia al ritiro”, ha affermato il ministro dell’Ucraina. “Dotare l’Ucraina dei mezzi necessari e rimuovere le limitazioni artificiali all’uso delle armi accelererà una pace giusta e duratura”.
L’inasprimento delle sanzioni priverà la Russia dei fondi per la guerra, ha affermato, sottolineando che Mosca prevede di spendere 146 miliardi di dollari nella sua “macchina da guerra” l’anno prossimo. La “flotta ombra” della Russia può portare almeno 120 miliardi di dollari in entrate petrolifere, ha continuato, aggiungendo che “dobbiamo tagliare queste maledette entrate”. “Rendiamoci conto del prezzo che abbiamo già pagato quest’anno, una guerra che nessuno voleva tranne la Russia”, ha detto. “Rendiamoci conto del prezzo che dovremo pagare per la pacificazione. Agiamo concretamente per una vera pace. La pace attraverso la forza”.