Con 124 voti a favore la 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione non vincolante presentata dalla Palestina (rappresentata all’ONU dalla delegazione dell’autorità palestinese e la prima presentata sotto i nuovi diritti acquisiti con UNGA79) che chiede il ritiro di Israele dai Territori palestinesi occupati entro un anno. 43 Paesi membri, tra cui Germania e Italia, si sono astenuti mentre Israele, Usa ed altri 12 Stati hanno votato contro. Alcuni Paesi non hanno votato. La risoluzione è stata definita da Israele “cinica” e “distorta”, ma si basa su un parere consultivo della Corte internazionale di giustizia, che ha definito “illegale” l’occupazione israeliana iniziata nel 1967. Su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, ha commentato dicendo che si tratta di una decisione “scollegata dalla realtà” e che “incoraggia il terrorismo e danneggia le possibilità di pace”.
La delegazione palestinese ha detto che si tratta di un voto “storico” chiede che Israele “ponga fine senza indugio alla sua presenza illegale nel territorio palestinese occupato”. Chiede un ritiro “entro 12 mesi” dall’adozione della risoluzione. “L’idea è che si vuole usare la pressione della comunità internazionale in Assemblea generale e la pressione della sentenza storica dalla ICJ per costringere Israele a cambiare il suo comportamento”, ha detto l’ambasciatore palestinese Riyad Mansour.

“Ogni paese ha un voto e il mondo ci guarda”, ha detto martedì l’ambasciatore Mansour all’Assemblea generale per poi aggiungere: “Per favore, state dalla parte giusta della storia. Con il diritto internazionale. Con la libertà. Con la pace”.
L’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon dal canto suo martedì ha criticato l’Assemblea Generale per non aver condannato l’attacco del 7 ottobre contro Israele da parte dei militanti palestinesi di Hamas che ha scatenato l’assalto israeliano alla Striscia di Gaza gestita da Hamas. Il diplomatico israeliano ha quindi respinto il testo palestinese, dicendo: “Chiamiamolo per quello che è: questa risoluzione è terrorismo diplomatico, che utilizza gli strumenti della diplomazia non per costruire ponti ma per distruggerli”.
Tra i paesi europei che si sono astenuti, oltre all’Italia, figurano Regno Unito, Germania, Danimarca, Olanda, Romania, Serbia, Austria, Bulgaria, Albania, Svezia, Croazia, Svizzera, Ucraina, Canada e Australia. Israele, Stati Uniti, Repubblica Ceca, Ungheria e Argentina sono i maggiori paesi che hanno votato contro, insieme alle nazioni insulari del Pacifico, a Paraguay e Malawi.

Nella sua risoluzione, l’Assemblea Generale ha invitato tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale e ad adottare misure concrete per affrontare la presenza continua di Israele nei territori palestinesi occupati. L’Assemblea ha esortato gli Stati ad astenersi dal riconoscere legittima la presenza di Israele nel Territorio e a garantire che non forniscano aiuto o assistenza per mantenere la situazione creata dall’occupazione. Ciò include l’adozione di misure per impedire ai loro cittadini, aziende ed entità sotto la loro giurisdizione di impegnarsi in attività che sostengono o sostengono l’occupazione israeliana. Inoltre, l’Assemblea ha invitato gli Stati a cessare l’importazione di prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani e a fermare il trasferimento di armi, munizioni e attrezzature correlate a Israele nei casi in cui vi siano ragionevoli motivi per sospettare che possano essere utilizzati nei territori palestinesi occupati.
Inoltre, la risoluzione sollecitava gli Stati ad attuare sanzioni, come divieti di viaggio e congelamento dei beni, contro individui ed entità coinvolte nel mantenimento della presenza illegale di Israele nel Territorio. Ciò include affrontare le questioni legate alla violenza dei coloni e garantire che coloro che sono coinvolti in queste attività affrontino conseguenze legali e finanziarie.