A New York la bellezza è Made in Italy. Nel cuore di Manhattan si è accesa una luce sul settore della cosmetica e del benessere, eccellenze del Bel Paese, grazie al pluriennale progetto “Beauty Made in Italy”, programma promosso dall’Italian Trade Agency (ITA) – l’agenzia per la promozione all’estero delle imprese italiane – in collaborazione con Cosmetica Italia – associazione nazionale delle imprese cosmetiche – e Cosmoprof Worldwide Bologna. Una tavola rotonda per riflettere sui progressi e sulle novità provenienti dal nostro Paese, rinomato per maestria, ricchezza di tradizioni e spirito innovativo, nell’ambito del mercato degli Stati Uniti. Nazione che, in termini di consumo di prodotti cosmetici, è il primo mercato mondiale, nonché Paese leader dell’export italiano.
“La bellezza è il testamento dell’Italia – ha dichiarato Erica Di Giovancarlo, direttrice ICE di New York. – Rappresenta il bilanciamento tra tradizioni secolari e innovazione che ha fatto il successo dei nostri prodotti e gli Stati Uniti in questo tuttora giocano un ruolo importante. Questo evento è una miscela perfetta di intuizione e di ispirazione”. Così Di Giovancarlo ha accolto gli oltre duecento invitati, affiancata da Alessio Nanni, Responsabile ITA settore moda e beauty, alla presenza del Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele.
Con Acqua Dell’Elba, Framesi, Gama, Kaaral, Kelemata e Vagheggi, al Levan, a Midtown Manhattan, l’atmosfera è stata quella dei ricevimenti in grande stile. Una serata con un panel ricco di rappresentati del settore moderata da Jim Fallon, direttore editoriale di WWD, e incentrata sulle ultime e prossime tendenze del settory beauty italiano e su ciò che lo rende unico.
Tra i partecipanti Fabio Franchina, Vicepresidente di Cosmetica Italia con delega all’intenazionalizzazione, che ha illustrato l’importanza degli Stati Uniti per un settore in costante crescita. “La collaborazione con ITA rappresenta un’opportunità strategica, che accende i riflettori sulla crème della produzione cosmetica italiana. Siamo forti di un’industria che a qualità ed elevati standard di produzione affianca innovazione e attenzione per l’ambiente. Le imprese italiane in questo settore sono in grado di riciclare circa il 90% delle materie plastiche”.
In numeri dell’Italian beauty. “Nel 2023 – ha spiegato Franchina, – in termini di fatturato globale, cioè il valore della produzione, abbiamo registrato un incremento del 13,8%. L’export riguarda il 46% del totale raggiunto, guidato dal mercato degli Stati Uniti, primo Paese destinatario dei prodotti di cosmetica italiana”. Un invito per gli investitori a diventare parte di un’eredità che continua a plasmare il futuro della bellezza nel mondo.
“Il Made in Italy non rappresenta unicamente la qualità, ma ciò che apprezziamo è la sicurezza di essere tutelati dalla garanzia di prodotti“, ha detto Daina Nadler, vicepresidente di C.O. Bigelow, azienda che vanta la più antica farmacia di prodotti cosmetici degli Stati Uniti. Insieme a lei hanno preso parte al dibattito Samantha Raimondi, responsabile vendite di Cosmoprof Worldwide Bologna, che ne ha illustrato la portata su scala mondiale; Dennis Katawczik, presidente di Framesi North America, del settore hair.
Infine Elisa Giraudi, co-proprietaria di Kelemata Group e CEO di Orlane: “La mia azienda ha rivolto l’attenzione all’upcycling. Raccogliamo la buccia dei limoni italiani, ad esempio, da cui ricaviamo un estratto di polifenoli e sostanze nutrienti. Gli Stati Uniti amano questo tipo di storytelling, aspetto che pone l’accento sulla scelta di ingredienti locali e con una crescente attenzione per la sostenibilità e per la natura”.
Nel contesto di una serata che parla di successi nostrani abbiamo scoperto che il parrucchiere e il barbiere rappresentano la seconda figura più importante dell’artigianato italiano. Il futuro del Made in Italy è in mano alla bellezza.