I negoziati continuano in vista del “Vertice del futuro” che si terrà al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite tra due settimane dove i leader mondiali (almeno quelli che saranno presenti) cercheranno di trovare le formule per rafforzare la cooperazione e poter affrontare le sfide cruciali che la comunità internazionale deve affrontare nella governance globale. Si prevede che oltre 130 capi di Stato e di governo parteciperanno all’evento definito dai funzionari dell’ONU “storico” e che si terrà dal 22 al 23 settembre, poco prima del dibattito annuale ad alto livello presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Tra le questioni in discussione ci sono l’accelerazione dello sviluppo sostenibile e la riforma di istituzioni vecchie di decenni, tra cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il sistema finanziario internazionale.
Mercoledì il sottosegretario generale per la Politica e responsabile del vertice delle Nazioni Unite, Guy Ryder, ha informato i giornalisti a New York sull’“agenda molto ambiziosa” della conferenza.
“L’idea del Summit è quella di rendere le Nazioni Unite, il sistema multilaterale, più efficaci nell’adempimento del loro mandato; per renderlo più partecipativo, più connesso in rete. Questo, di fronte alle sfide globali molto chiare che dobbiamo affrontare”, ha affermato Ryder.
“Il fatto che il mondo sia cambiato e stia cambiando rapidamente, e il fatto che molte delle nostre strutture di governance risalgono alla creazione delle Nazioni Unite quando contavano 51 Stati membri invece dei 193 Stati membri attuali che si riuniranno al Summit”.
Il vertice sarà preceduto da due “giornate di azione”, in cui organizzazioni non governative (ONG), accademici e rappresentanti del settore privato si impegneranno sui temi principali. Finora si sono registrate per partecipare oltre 7.000 persone. Si prevede che il vertice adotti un Patto per il futuro, con un trattato digitale globale e una Dichiarazione sulle generazioni future allegate.
Ryder ha fornito una panoramica del Patto, che ha definito “il documento madre”.
Conterrà cinque capitoli riguardanti lo sviluppo sostenibile e il relativo finanziamento; pace e sicurezza; scienza, tecnologia e innovazione; giovani e generazioni future e trasformazione della governance globale.
Il capitolo su scienza, tecnologia e innovazione “è il punto in cui entra in gioco l’allegato sul Global Digital Compact”, ha affermato.
“L’obiettivo del Global Digital Compact è far sì che la tecnologia funzioni equamente per l’umanità”, ha spiegato, sottolineando, tra gli altri obiettivi, la necessità di agire per colmare i divari digitali e creare sistemi per governare l’intelligenza artificiale (AI).
Nel frattempo, la Dichiarazione sulle generazioni future mira a garantire che le decisioni prese oggi tengano pienamente conto dei bisogni e degli interessi di domani.
“Le ambizioni per questo vertice sono sempre state alte”, ha affermato Ryder, aggiungendo che a dieci giorni dalla fine, gli Stati membri delle Nazioni Unite stanno lavorando duramente per raggiungere il consenso necessario sui tre documenti finali.
“Abbiamo bisogno di consenso per l’adozione, ma penso che ci siano buone ragioni per essere fiduciosi che la conclusione positiva di questi negoziati produrrà il Patto con due allegati che faranno davvero la differenza”, ha affermato. “Questo è qualcosa che non solo vale la pena avere. È qualcosa che dobbiamo garantire per il futuro”.
Il Summit del Futuro potrà veramente essere quella opportunità unica per riformare le Nazioni Unite e rafforzare la cooperazione tra i paesi? Durante un successivo briefing con il portavoce del Segretario Generale Guterres, un giornalista di una agenzia tedesca ha detto di aver ricevuto l’elenco dei relatori del “Summit del Futuro” dai paesi permanenti del Consiglio di Sicurezza e “nessuno intende mandare un capo di Stato o un capo di governo a questo evento”. Quindi la domanda: cosa pensa il Segretario Generale sulla gravità di questo e quindi sulla disponibilità del P5 a riformare le Nazioni Unite?
A questo punto il portavoce Stephane Dujarric ha risposto: “Penso che vi lascerò analizzare la volontà del P5 di riformare il Consiglio di Sicurezza. Penso che ciò che conta sia il lavoro svolto, in questi ultimi mesi e soprattutto in queste ultime settimane e giorni, sul documento finale, che sarà approvato e adottato prima che si facciano avanti i relatori. Quindi, ci stiamo davvero concentrando sull’enorme lavoro svolto dai co-facilitatori, Germania e Namibia, se non sbaglio, e da tutti gli Stati membri, per ottenere il miglior documento di risultato possibile”.
Quando è stato chiesto come il portavoce definirebbe lo stato dei negoziati in questo momento? La riposta è stata: “Speravo che avreste posto questa domanda a Guy Ryder… Penso che forse la parola che userei è intenso”.