Dodici dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno denunciato la continua “oppressione” delle donne in Afghanistan, esprimendo preoccupazione per la nuova legge sulla morale che mina, a loro giudizio, ogni prospettiva del Paese di essere “reintegrato nella comunità internazionale”.
In una dichiarazione congiunta letta venerdì davanti ai giornalisti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York, Ecuador, Francia, Guyana, Giappone, Malta, Mozambico, Corea del Sud, Sierra Leone, Slovenia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti – tutti i membri del Consiglio ad eccezione di Russia, Cina e Algeria – “esprimono profonda preoccupazione per la cosiddetta ‘legge morale’ annunciata dai talebani”. “Vogliamo sottolineare che azioni di questo tipo da parte dei Talebani non fanno altro che indebolire gli sforzi della comunità internazionale di impegnarsi nel dialogo con loro, per raggiungere un Afghanistan in pace in patria e con i suoi vicini, e pienamente reintegrato nel comunità internazionale”, sottolinea la dichiarazione letta alla stampa dall’ambasciatore giapponese Yamazaki Kazuyuki.
“Condanniamo con la massima fermezza la continuazione sistematica della discriminazione basata sul genere e dell’oppressione delle donne e delle ragazze da parte dei talebani”, ha aggiunto il diplomatico giapponese. I dodici paesi membri del Consiglio di Sicurezza chiedono quindi alle autorità talebane di “cancellare rapidamente tutte le politiche e le pratiche” che limitano i diritti delle donne.