Dal pizzino all’Intelligenza artificiale? Dalla lupara ai droni? La mafia che non si accontenta di sopravvivere nel XXI secolo ma vuole allargare il suo business illegale in tutti i continenti del mondo, si adatta velocemente alle nuove tecnologie e ormai sa usare internet in maniera sempre più sofisticata.
Al Palazzo di Vetro dell’ONU, giovedì mattina si è tenuta la conferenza: “Le sfide imposte dalla criminalità organizzata nell’era dell’intelligenza artificiale e di internet”. Promossa dalla Fondazione Magna Grecia, in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite, (con anche IALF, IAPC, IIC e John D. Calandra Italian American Institute), all’incontro partecipava un relatore d’eccezione: il magistrato Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica a Napoli. Con lui anche il Prof. Antonio Nicaso, esperto accademico di criminalità organizzata alla Queen’s University in Canada, Ronald J. Clark, CEO di Spartan Strategy & Risk Management e anche vice sottosegretario per la Protezione Nazionale presso il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Arthur J. Gajarsa, giudice di circoscrizione della Corte d’Appello del Circuito Federale degli Stati Uniti (R.E.T.), il magistrato Antonello Colosimo, presidente della Camera Regionale dei Conti, l’on. Saverio Romano, parlamentare italiano e presidente della Commissione per le semplificazioni e l’on Giorgio Silli, Sottosegretario agli Esteri.
Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, ha aperto i lavori presentando la sua fondazione che opera da 40 anni, seguito anche dall’ intervento dell’ambasciatore Gianluca Greco, vice Rappresentante Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite. A moderare e poi riassumere i preziosi interventi, c’era il giornalista Fabrizio Frullani, vice direttore del Tg2.
Il Prof. Nicaso, autore di autorevoli libri sull’evoluzione delle mafie nel mondo, ha detto che soprattutto la mafia italo-americana, quelle “delle cinque famiglie newyorchesi, sta scomparendo proprio per la sua lentezza nell’adattarsi, rispetto alle altre mafie nel mondo, all’utilizzo del web”. Nicaso ha anche messo in guardia dal pericolo che le mafie saranno in grado presto di utilizzare anche “i droni per uccidere”.

Molto atteso l’intervento di Gratteri – che in passato a New York era stato già protagonista di interventi forti – che ha parlato di “dark web, la nuova frontiera della mafia e quindi anche dell’antimafia”. Gratteri ha sottolineato che mentre le mafie si muovono velocemente, le istituzioni rimangono indietro nel contrasto all’uso delle nuove tecnologie. Con la “forte accelerazione delle mafie all’interno del darkweb, queste sono in grado di fare transazioni per tonnellate di cocaina, armi da guerra, prostituzione, commerciano in oro, comprano isole…”. “L’Italia negli ultimi dieci anni ha fatto passi indietro rispetto a paesi come Germania, Olanda e Belgio, che ora devono aiutarci e ci passano informazioni”.

Gratteri sostiene che nelle forze dell’ordine, lo stato dovrebbe attrarre più giovani ingegneri informatici e pagarli bene, altrimenti verranno assunti dal settore privato. “Stiamo perdendo troppo tempo e tanto campo rispetto a quello conquistato dalle mafie”, ha ribadito Gratteri spiegando che oggi la mafia non conta più sul pizzo, business ormai da “morti di fame”: resta il commercio della droga il più proficuo, capace di generare alle mafie italiane “oltre 50 miliardi di euro all’anno”.
Gratteri ha fatto degli esempi: “Una famiglia della ndrangheta ha assoldato degli hacker tedeschi e rumeni per fare transazioni finanziarie nell’arco di 20 minuti in banche che si trovavano in 3 continenti diversi”. Il procuratore ha illustrato vari esempi di cyber crime in azione anche in Italia. “A Napoli ho visto come la camorra è stata in grado di costruire una banca online che ha riciclato qualcosa come 3 miliardi e 600 milioni di euro, di cui siamo riusciti a sequestrare solo 2 miliardi” ha detto Gratteri.
Gratteri ha anche affermato che mentre le mafie hanno iniziato ad utilizzare il web con i social come Facebook, “ora sono passate a TikTok dove riscuotono più popolarità”. Gratteri ha concluso il suo discorso, sulla necessità che l’ONU rimanga coinvolta nella lotta a questi fenomeni che non riguardano solo alcuni paesi democratici, ma tutto il mondo. “Anche i paesi autoritari devono confrontarsi con le sfide di queste mafie sul web, quindi questo è il momento che si seppellisca l’ascia di guerra tra paesi democratici e altre potenze e si collabori e affronti insieme il pericolo del crimine organizzato sul web”.

Negli altri interventi si è messo in evidenza soprattutto come i politici degli Stati democratici debbano evitare, come invece sta accadendo in sede di Unione Europea, di legiferare con provvedimenti lenti e complicati. piuttosto dovrebbero riuscire a legiferare rapidamente leggi efficaci e chiare, dato che le mafie e la criminalità organizzata nel mondo, si chiamino Ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra, Cartel, Yakuza, Triade, non aspettano ma sanno tenere il passo con tutto ciò che la tecnologia del digitale e internet offre.
Sotto il video con tutti gli interventi della conferenza.