L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato giovedì per consenso una risoluzione storica preparata dagli USA con il Marocco e sottoscritta da 120 paesi (tra cui l’Italia) in cui si chiede degli “standard” per affrontare i rischi dell’intelligenza artificiale. Si tratta del primo documento ONU sulla nuova tecnologia, volto a garantire che avvantaggi tutti i Paesi, rispetti i diritti umani e sia “sicura, protetta e affidabile” con beneficio anche dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile.
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UN General Assembly ADOPTS resolution to promote safe, secure and trustworthy artificial intelligence systems for sustainable development📸: @UN_PGA announcing the adoption of the resolution pic.twitter.com/rA0xTeTfWa
— UN News (@UN_News_Centre) March 21, 2024
E’ la prima volta che l’Assemblea adotta una risoluzione sulla regolamentazione dell’AI. L’Assemblea ha invitato tutti gli Stati membri e le parti interessate “ad astenersi o a cessare l’uso di sistemi di intelligenza artificiale che sono impossibili da utilizzare in conformità con il diritto internazionale sui diritti umani o che comportano rischi indebiti per il godimento dei diritti umani”. “Gli stessi diritti che le persone hanno offline devono essere tutelati anche online, anche durante l’intero ciclo di vita dei sistemi di intelligenza artificiale”, si afferma nella risoluzione.
L’Assemblea ha inoltre esortato tutti gli Stati, il settore privato, la società civile, le organizzazioni di ricerca e i media a sviluppare e sostenere approcci e quadri normativi e di governance relativi all’uso sicuro e affidabile dell’IA.
L’Assemblea ha inoltre riconosciuto i “livelli variabili” di sviluppo tecnologico tra paesi e all’interno dei paesi e che le nazioni in via di sviluppo devono affrontare sfide uniche per tenere il passo con il rapido ritmo dell’innovazione. Quindi l‘UNGA ha esortato gli Stati membri e le parti interessate a cooperare e sostenere i paesi in via di sviluppo in modo che possano beneficiare di un accesso inclusivo ed equo, colmare il divario digitale e aumentare l’alfabetizzazione digitale.

Intervenendo prima dell’adozione, Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti e rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, nel presentare la risoluzione, ha espresso la speranza che “il dialogo inclusivo e costruttivo che ha portato a questa risoluzione possa servire da modello per le future conversazioni sulle sfide dell’AI in altri ambiti, ad esempio, rispetto alla pace e alla sicurezza e all’uso militare responsabile dell’autonomia dell’AI”.
Thomas-Greenfield ha osservato che la risoluzione è stata concepita per amplificare il lavoro già svolto dalle Nazioni Unite, tra cui l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) e il Consiglio per i diritti umani.
“Intendiamo che integri le future iniziative delle Nazioni Unite, compresi i negoziati verso un patto digitale globale e il lavoro dell’organo consultivo di alto livello del Segretario generale sull’intelligenza artificiale”, ha affermato la diplomatica americana.
Thomas-Greenfield ha inoltre sottolineato l’opportunità e la responsabilità della comunità internazionale “di governare questa tecnologia piuttosto che lasciare che sia lei a governare noi”. “Riaffermiamo quindi che l’intelligenza artificiale sarà creata e utilizzata attraverso la lente dell’umanità e della dignità, della sicurezza e della protezione, dei diritti umani e delle libertà fondamentali”, ha affermato l’ambasciatrice degli Stati Uniti.
“Impegniamoci a colmare il divario digitale all’interno e tra le nazioni e a utilizzare questa tecnologia per promuovere priorità condivise attorno allo sviluppo sostenibile”.
Il testo mira a colmare il divario digitale tra i Paesi ricchi e sviluppati e i Paesi in via di sviluppo, ad assicurarsi che siano tutti al tavolo delle discussioni sull’intelligenza artificiale, e che dispongano della tecnologia e delle capacità per trarne vantaggio, ad esempio in campi come l’individuazione delle malattie, la previsione delle inondazioni e la formazione della prossima generazione di lavoratori.
Le risoluzione dell’Assemblea Generale non sono vincolanti, ma hanno un peso di “ufficialità Onu”, che dovrebbe spingere i paesi a seguirne linee guida.

Durante lo stake-out (vedi video sopra) tenuto dopo il voto tenuto dai paesi promotori della risoluzione, abbiamo chiesto all’Ambasciatrice degli USA Linda Thomas-Greenfield se intendesse ora presentare questa risoluzione sull’AI anche al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dove le risoluzioni approvate invece sono “binding” (vincolanti), lei ha risposto: “Abbiamo pensato che il posto migliore per questa risoluzione fosse l’Assemblea Generale, che riunisce tutti i 193 paesi al tavolo per concordare i contenuti di questa risoluzione. Quindi non abbiamo alcuna intenzione di portare la questione al Consiglio di Sicurezza”. “Nemmeno noi pensiamo che sia necessario portarla al Consiglio di Sicurezza” ha continuato l’ambasciatrice degli Stati Uniti, “perché questa risoluzione getta le basi – la piattaforma – su come affronteremo l’AI in futuro. E il fatto che tutti i 193 paesi sono d’accordo su questo, penso, manda un messaggio molto forte”.