Mentre Donald Trump, sempre in testa nei sondaggi per le elezioni di novembre 2024, nei comizi usa la retorica nazista affermando “i migranti avvelenano il sangue degli americani”, le Nazioni Unite il 18 dicembre celebrano l’International Migrants Day, la giornata internazionale dedicata ai migranti.
Il segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, in un messaggio, ha dichiarato che “la migrazione è un fatto della vita e una forza positiva. Promuove lo scambio di conoscenze e idee e contribuisce alla crescita economica. Permette a milioni di persone di perseguire opportunità e migliorare la propria vita”. Ma allo stesso tempo il capo dell’ONU ha messo in guardia che “una migrazione mal governata è causa di grande sofferenza”. E quindi ha spiegato: “Costringe le persone nel regno crudele dei trafficanti, dove devono affrontare lo sfruttamento, gli abusi e persino la morte. Mina la fiducia nella governance e nelle istituzioni, infiamma le tensioni sociali e corrode la nostra comune umanità”. E ovviamente – ma questo lo aggiungiamo noi – alza le probabilità di vincere le elezioni a candidati che usano la retorica di Trump!
Per Guterres, quindi, la Giornata internazionale dei migranti deve spingere a “l’urgente necessità di una governance sicura della migrazione, radicata nella solidarietà, nella partnership e nel rispetto dei diritti umani”. Sono ormai passati cinque anni da quando la comunità internazionale ha adottato il Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare (l’Italia, come del resto gli Stati Uniti, non ne fa parte). Nonostante le importanti assenze, per Guterres “questo è diventato un importante punto di riferimento e una risorsa per gli Stati membri per valutare le azioni, rafforzare la cooperazione ed espandere i percorsi migratori basati sui diritti”.

Ma il capo dell’ONU ammette che tali misure rimangono l’eccezione, non la norma. Quindi Guterres auspica che si possa lavorare ancora “per una gestione più umana e ordinata della migrazione a beneficio di tutti, comprese le comunità di origine, transito e destinazione. Insieme, garantiamo un futuro più sicuro e prospero per tutti”.
La nuova Direttrice dell’International Organization for Migration (IOM), l’americana Amy Pope, nel suo messaggio per la Giornata internazionale dei migranti (vedi video sopra), ha ricalcato i concetti di Guterres, celebrando anche lei “il contributo di milioni di migranti in tutto il mondo”.
Per Pope “le persone in movimento sono potenti motori di sviluppo sia nei paesi di origine che in quelli di destinazione, come lavoratori, studenti, imprenditori, familiari, artisti e molto altro ancora”.
La responsabile americana dell’IOM ha spiegato che “i migranti spesso mantengono forti legami con i loro paesi d’origine mentre abbracciano le loro nuove comunità, dove portano un patrimonio di conoscenze, esperienze e competenze” e poi ha collegato la loro integrazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile: “Se gestita bene, la mobilità può essere una pietra angolare dello sviluppo sostenibile, della prosperità e del progresso. Sbloccare il potenziale della migrazione è fondamentale per accelerare gli sforzi volti ad affrontare le sfide significative dell’Agenda 2030”.
Pope ha ricordato che durante il recente vertice COP28 di Dubai, l’IOM (OIM in italiano) ha avuto l’opportunità di sostenere che l’impatto del cambiamento climatico sui migranti sia una parte centrale di questa discussione. Per questo l’OIM “mira a posizionare la migrazione come una delle soluzioni alle sfide globali, come l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici o la fornitura di migliori opportunità economiche per le comunità”.

Lo scorso venerdì, al Palazzo di Vetro dell’ONU, c’era stata la conferenza stampa della vice di Pope, Ugochi Daniels, che aveva già anticipato i concetti su come una migrazione ben organizzata aiuti lo sviluppo sostenibile e la prosperità per il mondo intero. Con il focus sulla COP28, Daniels ha ricordato come il Fondo per le perdite e i danni “include in modo cruciale la mobilità umana nel suo ambito di azione. Ciò significa che avremo l’opportunità di sviluppare attività che aiutano i migranti e gli sfollati che nelle comunità ospitanti sono in prima linea nella crisi climatica”.
Daniels ha quindi ribadito: “Salvare vite umane sarà sempre la nostra priorità. Ma dobbiamo pensare a lungo termine e sviluppare soluzioni che garantiscano a tutti opzioni sicure e dignitose tra decenni. E per raggiungere questo obiettivo dobbiamo iniziare a lavorare adesso”.
A questo punto l’alta funzionaria dell’IOM ha affrontato il cuore del problema: “Abbiamo visto quest’anno in termini di migrazione irregolare che i livelli storici record sono stati superati… Ad esempio, nelle Americhe, mezzo milione di persone hanno attraversato il Darien Gap in Colombia. Abbiamo assistito, ad esempio, al maggior numero di morti e di migranti dispersi nel Mediterraneo”.
Quindi ha avvertito: “Ci aspettiamo di vedere una continua tendenza al rialzo nella migrazione regolare a causa della carenza di manodopera nel cosiddetto nord del mondo e della popolazione giovane nel sud del mondo e riconoscendo anche che l’anno scorso, se si guardano i dati sulle rimesse attraverso formali e canali informali e investimenti nella diaspora, erano trilioni di dollari. Molto più dell’APS (Assistenza Ufficiale allo Sviluppo) e degli investimenti diretti esteri messi insieme”. Anche Daniels ha ricordato che “le rimesse sono il principale finanziatore dello sviluppo sostenibile a livello familiare nei paesi”.
In chiusura di conferenza stampa, abbiamo chiesto cosa pensasse degli accordi che alcuni paesi europei stanno facendo “con paesi terzi”, come quello che il Regno Unito ha già avviato con il Rwanda e quello dell’Italia, che ne ha appena firmato uno con l’Albania, per “posteggiare” in questi paesi migranti e rifugiati in attesa di definirne lo status di chi avrà la possibilità di essere accolto. Daniels, che probabilmente si aspettava la domanda, ha risposto leggendo da dei comunicati: “Parlando nello specifico di Italia-Albania e Regno Unito-Ruanda, abbiamo delle dichiarazioni. Nel caso dell’Italia-Albania non siamo stati coinvolti nell’accordo, non siamo stati informati o consultati, ma prendiamo nota della dichiarazione dell’UNHCR e continuiamo a incoraggiare gli Stati a sostenere le attività umane e i diritti e i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale e del diritto dell’UE. Noi non supportiamo elaborazioni extra territoriali che pongono numerose sfide legali, etiche e operative e incoraggiamo sempre il mantenimento del dialogo politico sulle alternative alle soluzioni offshore, incluse le alternative alla detenzione che fanno parte del patto globale sulla migrazione e depenalizzazione dell’immigrazione irregolare”.
Daniels ha continuato dicendo che l’IOM “ha incoraggiato il Regno Unito e gli altri Stati membri a cercare soluzioni che affrontino i fattori sottostanti che spingono le persone al viaggio e di offrire sicurezza ampliata e percorsi legali per la migrazione per costruire partenariati con i governi”.
Daniels ha quindi concluso affermando. “Sui paesi lungo la rotta migratoria, il direttore generale dell’IOM ha emesso un accordo congiunto con l’Alto Commissario dell’UNHCR Filippo Grandi, quindi per essere chiari: a tutti coloro che stanno arrivando alle frontiere in cerca di sicurezza territoriale, deve essere concesso l’accesso per chiedere asilo. La negazione di questo diritto o delocalizzazione dei richiedenti asilo a paesi terzi o altri territori costituiscono violazioni del diritto internazionale e atti di crudeltà”.
Stephane Dujarric, portavoce del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, nel chiudere la conferenza stampa, ha detto: “Mi sembra che sia stata una risposta molto chiara”.