Nei 78 anni di storia delle Nazioni Unite, non era mai successo di perdere oltre 100 dipendenti in 4 settimane durante un conflitto, come è successo a Gaza.
Dal quartier generale del Palazzo di Vetro di New York fino a tutti gli uffici dell’ONU disseminati in tutti i continenti, lunedì le Nazioni Unite hanno reso omaggio a questi caduti con la bandiera azzurra a mezz’asta.

La maggioranza dei dipendenti Onu caduti lavoravano per l’agenzia delle Nazioni Unite che assiste i rifugiati palestinesi, l’UNRWA, mentre cercavano di prestare soccorso ai 2,2 milioni di palestinesi di Gaza, che dall’8 ottobre vivono sotto costanti bombardamenti e il completo assedio dell’enclave da parte di Israele che ha a sua volta reagito all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre che ha ucciso circa 1400 israeliani.
Il Segretario generale António Guterres ha presieduto il minuto di silenzio alla cerimonia che si è tenuta nella Camera del Consiglio economico e sociale (ECOSOC). Con Guterres c’erano i coordinatori residenti delle Nazioni Unite provenienti da tutto il mondo, che si incontreranno questa settimana durante un vertice al Palazzo di Vetro, ed era affiancato dalla vicesegretaria generale Amina Mohammed e dal presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Dennis Francis.
Today, the @UN family observed a moment of silence to mourn & honour our colleagues killed in Gaza.
Since the start of this conflict, more than 100 @UNRWA staff have lost their lives – the highest number of UN aid workers killed in a conflict in such a short time.
They will… pic.twitter.com/O9ZBy92Xu0
— António Guterres (@antonioguterres) November 13, 2023
Nel frattempo, nell’atrio del Segretariato, l’Unione del personale delle Nazioni Unite ha tenuto una cerimonia durante la quale sono stati letti ad alta voce i nomi dei colleghi deceduti. “Possano riposare nel potere e nella pace eterni”, ha affermato il primo vicepresidente Francisco Brito, circondato da membri dello staff, alcuni dei quali portavano cartelli con scritto “responsabilità di proteggere”, “fermare le uccisioni”, “proteggere i civili” e altri appelli .
La commemorazione al Palazzo di Vetro è iniziata la mattina alle 7,30, con l’innalzamento a mezz’asta della bandiera dell’ONU, l’unica sventolante lunedì. Normalmente infatti tutte le bandiere dei 193 Stati membri dell’ONU e dei due Stati osservatori – Palestina e Città del Vaticano – vengono issate ogni mattina nei giorni feriali, e in ordine alfabetico, quindi ammainate nel pomeriggio. Ma lunedì nessuna di queste è stata issata.
L’Osservatore Permanente dello Stato di Palestina, Riyad Mansour, che ha partecipato alla cerimonia tenuta davanti al Segretariato, ha affermato che il gesto onora i membri del personale dell’UNRWA deceduti e tutti i “martiri palestinesi”, compresi migliaia di bambini uccisi nella “barbara guerra”. Mansour ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza, insieme a “centinaia di camion” di aiuti, medicine e acqua. “E vogliamo fermare il crimine contro l’umanità del trasferimento di massa forzato… per consentire al popolo palestinese di rimanere nella Striscia di Gaza. È la nostra patria”, ha continuato.
“Non vogliamo vivere una seconda Nakba. Vogliamo restare nella nostra patria e ricostruire la Striscia di Gaza”. Mansour ha anche espresso la speranza per “un orizzonte politico” per porre fine all’occupazione “in modo che il popolo palestinese possa vivere in libertà e dignità nel nostro Stato indipendente, con la Santa Gerusalemme come capitale del nostro Stato”.
I caduti dell’UNRWA erano presidi scolastici, insegnanti, operatori sanitari, tra cui un ginecologo, ingegneri, personale di supporto e uno psicologo. “Lo staff dell’UNRWA a Gaza apprezza che l’ONU abbia abbassato la bandiera in tutto il mondo. A Gaza, tuttavia, dobbiamo tenere alta la bandiera delle Nazioni Unite come segno che siamo ancora in piedi e al servizio del popolo di Gaza”, ha affermato Tom White, direttore dell’agenzia nella Striscia di Gaza, parlando da Rafah.

I funzionari e il personale delle Nazioni Unite nelle sedi di servizio in tutto il mondo hanno osservato un minuto di silenzio in memoria dei loro colleghi defunti, mentre la bandiera delle Nazioni Unite sventolava a mezz’asta. Intervenendo a Ginevra, Tatiana Valovaya, direttrice generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite nella città svizzera, ha affermato che la loro morte rappresenta il numero più alto di operatori umanitari uccisi nella storia delle Nazioni Unite in così poco tempo. “Migliaia di nostri colleghi continuano a lavorare sotto la bandiera delle Nazioni Unite nelle parti più rischiose del mondo. E rendiamo omaggio alle loro attività, al loro lavoro, alla loro devozione”, ha detto.
I membri dello staff dell’UNRWA “incarnano lo spirito delle Nazioni Unite, stando in prima linea nelle zone di conflitto per fornire assistenza e sostegno umanitario tanto necessari”, ha affermato il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), parlando alla sua sede a Ginevra. “La loro incrollabile dedizione alla pace, alla giustizia e al benessere degli altri funge da luce guida e ci ricorda l’importanza della nostra missione condivisa”, ha detto Tedros Adhanom Ghebreysus al personale dell’OMS.
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