Dall’Italia arriva una notizia attesa da mesi: il tribunale di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione dell’indagine sulla morte del cooperante italiano Mario Paciolla, trovato privo di vita in Colombia il 15 luglio 2020, dove lavorava per le Nazioni Unite. Ad annunciarlo sono stati i genitori, Anna e Giuseppe Paciolla, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini affermando che il gip ha disposto una proroga di indagine. “E’ stata finalmente depositata la decisione del giudice per le indagini preliminari riguardo la richiesta di archiviazione proposta dai pubblici ministeri circa il procedimento sull’omicidio di nostro figlio Mario – affermano i genitori-. Il giudice, accogliendo in parte le nostre richieste, dopo aver meticolosamente ricostruito tutti gli elementi emersi dall’ istruttoria e dalle nostre indagini difensive, ed avendo verificato che “ogni ricostruzione presta il fianco a dubbi e incertezze” ha disposto la restituzione ai pubblici ministeri affinché svolgano ulteriori indagini, in particolare accertamenti tecnici sul lenzuolo avvolto intorno al collo di Mario, sui suoi vestiti e sui coltelli rinvenuti nella casa dove abitava in Colombia”.

“Questo importante risultato non sarebbe stato raggiunto senza il contributo dei nostri avvocati e dei consulenti ai quali va il nostro ringraziamento – aggiungono i genitori di Mario -. Ringraziamo anche tutte le persone che hanno messo a disposizione le loro competenze, il loro tempo e la loro amicizia per affiancarci in questo difficile percorso di giustizia”.
I genitori di Paciolla si dicono “certi che Mario non si è tolto la vita. Aspettiamo con fiducia che venga affermata la verità processuale su quanto accaduto a nostro figlio e sulle relative responsabilità”.
Quando abbiamo chiesto al briefing giornaliero dell’ONU al Palazzo di Vetro, una reazione dal portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric ha risposto (qui dal minuto 25:20) di non aver ancora “visto la notizia. Inviatela via email e cercheremo di darvi alcune risposte”.
Aggiornamento: qui la risposta del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres