Al press briefing delle Nazioni Unite del portavoce del Segretario Generale dell’ONU, abbiamo richiesto, dopo averlo già fatto venerdì, se Antonio Guterres avesse qualcosa da replicare al governo italiano che tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani vuole più Onu in Africa per poter affrontare la situazione sui flussi dei migranti, che non “è più esplosiva, ma già esplosa”. Il portavoce Stephane Dujarric ha risposto:
“Noi abbiamo sostenuto e parlato a voce alta della situazione disastrosa nel Mediterraneo, sia da parte dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), dell’UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e da parte nostra. Siamo presenti con tutte le nostre agenzie umanitarie in varie parti del Mediterraneo: sponda settentrionale, sponda meridionale e Mediterraneo orientale. Ma alla fine, saranno necessari accordi politici tra paesi di origine, tra paesi di destinazione e paesi di transito. Sono necessari accordi che tolgano la situazione dalle mani dei trafficanti, e sarà necessaria una maggiore solidarietà europea e globale su questi temi”.
Ma il Segretario Generale non pensa – come il ministro degli Esteri italiano Tajani – che le agenzie Onu come l’ UNHCR, o l’IOM in Africa dovrebbero essere potenziate?
“Queste agenzie sono al limite dei finanziamenti. Naturalmente, se avessero più soldi, farebbero di più. E tutte le nostre operazioni umanitarie sono arrivate al punto di rottura. Solo nel Sudan viene finanziato il 25% del fabbisogno, giusto? Quante volte sono stato qui a dire che il WFP (Programma alimentare mondiale) sta riducendo le razioni per mancanza di soldi? Tutto si riduce a una mancanza di risorse, non a una mancanza di volontà”.
Intanto il ministro degli Esteri e vice premier Tajani oggi ha iniziato al Palazzo di Vetro dell’ONU la maratona delle varie conferenze sugli SDG (Obiettivi sviluppo sostenibile) dove sta intervenendo a nome del governo italiano. Come aveva già annunciato da Roma, i migranti provenienti dall’Africa che cercano di attraversare il Mediterraneo arrivando a Lampedusa sono al centro delle preoccupazioni dell’Italia in queste sessioni dell’ONU. “I mercanti della morte hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero dove il futuro dell’Africa muore. Abbiamo bisogno di un piano globale dalle Nazioni Unite”, dice Tajani, e “solo vincendo prima la battaglia contro i mercati della morte possiamo sperare di centrare il nostro obiettivo di uno sviluppo veramente sostenibile”.

Alla vigilia dell’Assemblea Generale dell’Onu (che si aprirà domani e dove per l”Italia interverrà la premier Giorgio Meloni), il vice premier dice che “L’Italia è in prima linea nello sforzo della comunità internazionale per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. La sfida oggi è l’Africa”, ripete Tajani, dove “la situazione non è esplosiva ma è già esplosa”.
Ai giornalisti che gli chiedono sull’indisponibilità del ministro dell’Interno francese Gérard Darmanin ad accogliere i migranti in arrivo da Lampedusa, Tajani replica: ”Fa fede quelli che dice il presidente Macron e il ministro degli Esteri francese Colonna, mi pare ci sia voglia di collaborare. Capisco bene che c’è una campagna elettorale in Francia, ma come” il problema migrazioni ”non deve essere affrontato con slogan elettorale in Italia così deve valere altrove. ‘Serve responsabilità, non la politica dello scaricabarile. Il tema non è Lampedusa, quella è la parte finale di quel che sta accadendo, è un campanello d’allarme preoccupante. La situazione va affrontata con serietà e senza spot’’.
Per questo al Palazzo di Vetro Tajani ha anche incontrato la nuova direttrice generale eletta dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM, OIM in italiano), Amy Pope, e poi il ministro degli Esteri ha dichiarato ai giornalisti. “Serve una azione forte da parte delle Nazioni unite, che significa avere dei centri più grandi, l’Onu può garantire la protezione di questi luoghi di accoglienza dei migranti, non dimentichiamo che sono persone che fuggono da situazioni di difficoltà, in quei campi si può verificare chi ha diritto a essere rifugiato e chi può tornare nel suo Paese. Ho avuto – ha aggiunto il ministro – un lungo incontro con Amy Pope che è la guida dell’Organizzazione mondiale delle migrazioni, con lei abbiamo affrontato l’emergenza Africa in modo particolare. Ho chiesto un intervento più efficace, mi sembra molto interessata e determinata ad agire con una serie di paesi africani che sono virtuosi per rinforzare le politiche di lotta all’immigrazione clandestina e ai trafficanti di esseri umani e per ricollocare i migranti che arrivano ad esempio in Tunisia. Adesso ne portano 1750, io mi auguro che si possa arrivare a 5mila per alleggerire la situazione in Tunisia. Infatti la Pope ha incontrato il ministro degli Esteri tunisino”.
“L’OIM è un partner cruciale per attuare la strategia migratoria italiana attraverso il finanziamento dei rimpatri volontari. È fondamentale aumentare gli sforzi comuni nel contrasto al traffico di esseri umani lungo la rotta del Mediterraneo”.