“Per garantire la stabilità dobbiamo consolidare delle istituzioni multilaterali forti. Altrimenti è il caos”. Il Segretario Generale dell’Onu è intervenuto oggi al secondo giorno del 15esimo summit dei BRICS a Johannesburg in Sudafrica. Si è concentrato particolarmente sul peggioramento dell’emergenza climatica, sull’escalation dei conflitti, sul costo della vita a livello globale e sulle disuguaglianze di genere, sottolineando che il continente africano si trova ancora in una situazione di svantaggio rispetto agli altri.
“Il nostro mondo è in grave difficoltà”, ha cominciato Guterres. “Invece di lavorare insieme, le divisioni crescono e le tensioni aumentano”. E le cause sono “le prospettive e strategie divergenti alle crisi globali e le conseguenze del COVID-19 e dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”, spiega il Segretario Generale.
“Senza una collaborazione multilaterale non possiamo garantire la stabilità”, continua Guterres. “Dobbiamo cominciare a includere anche tutti quei Paesi che oggi non sono rappresentati perché, quando le Organizzazioni Internazionali sono state istituite, non avevano ancora raggiunto l’indipendenza”, come molti Stati dell’Africa.
Poi il Segretario Generale torna a parlare dell’emergenza climitica lanciando un appello ai rappresentanti degli Stati industrializzati. “Siete i principali responsabili e dovete rispondere e provvedere alla promessa di 100 miliardi di dollari da inviare ai Paesi in via di sviluppo, al fondo per i danni, alla ricostruzione del Green Climate Fund e a un piano per i sistemi di allarme, di cui 6 africani su 10 ne sono ancora privi”.
Come ultima battuta, Guterres commenta la decisione del BRICS di includere sei nuovi componenti – Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti – a partire da gennaio. “Spero che le mie parole [sull’importanza di rispettare tanto i diritti umani quanto quelli economici e sociali] non siano al vento”, conclude il Segretario Generale. “Non esiste Ordine internazionale che funzioni, se tale Ordine non si basa sulla Carta delle Nazioni Unite, sul diritto internazionale e sui diritti umani”.