Le scosse del “terremoto” anti gay avvenuto in Veneto si sentono anche al Palazzo di Vetro dell’ONU di New York. Si tratta del caso della Procura di Padova che ha impugnato, considerandole illegittime, le 33 iscrizioni all’anagrafe di bambini di coppie gay registrate dal sindaco anche con il nome della mamma non biologica.
Al press briefing giornaliero, abbiamo chiesto al portavoce del Segretario Generale dell’ONU (vedi video sopra al min. 25:23) se Antonio Guterres avesse un’opinione su quello che stava accadendo in Italia, dove retroattivamente, un certificato di nascita è stato dichiarato illegittimo e chissà quanti altri rischiano lo stesso destino, con conseguenze gravi per le coppie di genitori e i loro figli.
“Ogni sistema legale di un paese, appartiene a quel paese e noi non li commentiamo”, ha risposto Farhan Haq, Deputy Spokesman del Segretario Generale delle Nazioni Unite, che però poi non si è fermato: “Comunque, detto questo, deve essere molto chiaro che quello che vogliamo è che tutti i paesi abbraccino il pieno rispetto dei diritti della comunità LGBT. Noi non vogliamo vedere nessun sottrarsi a questi diritti o ogni applicazione della legge che è discriminatoria nei confronti di chiunque appartenga alla comunità LGBT”.
Quando abbiamo chiesto la stessa domanda a Paulina Kubiak, portavoce del Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, ci è stato risposto che il presidente Csaba Kőrösi, pur rispettando le leggi nazionali e gli ordinamenti giuridici nazionali di uno Stato membro, non si è mai espresso contro le coppie dello stesso sesso che hanno figli.
Ma che cosa è successo esattamente a Padova che potrebbe avere serie ripercussioni anche nell’istituzione mondiale che dovrebbe difendere i diritti umani? Si tratta delle trascrizioni sui registri comunali di figli di coppie omogenitoriali. La Procura di Padova ha impugnato tutti gli atti (33 casi in totale), ovvero tutti quelli che il sindaco di Padova, Sergio Giordani del Pd, ha reso validi a partire dal 2017. Il sindaco della città veneta aveva trascritto, all’anagrafe, tutti i figli di due mamme, ovvero i bimbi nati con la fecondazione eterologa che in Italia è consentita ma solo per le coppie eterosessuali.
Il problema è che la “seconda mamma” non esiste nel diritto italiano e neppure esiste la possibilità per la donna di assegnare al figlio biologico il cognome della compagna: questa la base su cui la Procura di Padova ha aperto i suoi fascicoli contro l’atto di nascita dei figli di due conviventi e ha chiesto al Comune gli atti di tutti i 33 bambini registrati all’anagrafe in questo modo.
Le reazioni politiche in Italia non si sono fatte attendere. Il PD ha fatto sapere di essersi appellato alla commissione Ue, con una interrogazione in cui si afferma che “sono stati violati i diritti dei bambini”. Mentre al Parlamento italiano, la prima a reagire è stata Emma Bonino che, con Riccardo Magi (+Europa) dichiara: “Non sono 33 pezzi di carta, ma 33 bambini. Ecco cosa produce l’omofobia di Stato del governo che passa sopra i corpi e i sentimenti dei bambini e delle loro famiglie per imporre il solo modello di famiglia”. Alessandro Zan, responsabili diritti nella segreteria Pd, carica la dose: “La decisione della procura di Padova è crudele e disumana, diretta conseguenza della politica persecutoria del governo contro le famiglie arcobaleno”. E cosa dichiara la segretaria del PD, Elly Schlein? “Questa destra non si capisce cosa abbia contro i bambini e perché voglia privarli delle loro famiglie”.
Dal movimento Cinquestelle a parlare è il leader Giuseppe Conte, che ospite della trasmissione Otto e mezzo su La7, dichiara:”E’ un’assurdità quella che si è creata a Padova e questa destra dovrebbe fermarsi a riflettere. Cavalcare l’ideologia sulla pelle dei bambini è una vergogna. Stanno creando le premesse perché trentatré bambini perdano da un giorno all’altro un genitore. Il riconoscimento dei diritti dei figli è sacrosanto”.
Dall’altra parte politica la replica è opposta. Da Fratelli d’Italia si ripete che “di mamma ce n’è una sola e non due” mentre il capo dei leghisti Matteo Salvini non ha dubbi: “Il bimbo viene adottato e viene al mondo se c’è una mamma e un papà”. Il ministro ai Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, sentenzia: “la procura di Padova ha solo applicato la legge e i diritti dei bambini sono tutelati sempre e comunque”.