L’ UNHCR, l’Agenzia Onu per i Rifugiati e l’IOM, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, chiedono “un’azione urgente e decisa” dopo l’ultima tragedia nel Mediterraneo che definiscono “la più grave da diversi anni”.
“Il dovere di soccorrere le persone in pericolo in mare senza ritardi – sottolineano le due agenzie delle Nazioni Unite – è una regola fondamentale del diritto marittimo internazionale. Sia i capitani delle navi sia gli Stati hanno l’obbligo di prestare assistenza a coloro che si trovano in pericolo in mare, indipendentemente dalla loro nazionalità, status o dalle circostanze in cui si trovano, anche su imbarcazioni non idonee alla navigazione e indipendentemente dalle intenzioni di coloro che sono a bordo. Qualsiasi azione intrapresa in relazione alla ricerca e al soccorso dovrebbe essere condotta nel rispetto dell’obbligo di prevenire la perdita di vite in mare”.
UNHCR e IOM (OIM in italiano) accolgono “con favore l’avvio di indagini in Grecia sulle circostanze che hanno portato al rovesciamento dell’imbarcazione e alla perdita di così tante vite” e ricordano di essere impegnate a Kalamata, nel sud della Grecia, “in stretto coordinamento con le autorità, per fornire supporto e assistenza ai sopravvissuti, fra cui beni non alimentari, kit igienici, servizi di interpretariato e consulenza per i sopravvissuti traumatizzati da questa terribile esperienza”.
Together with @UNmigration, we call for urgent and decisive action to prevent further deaths at sea following the latest tragedy in the Mediterranean.
The duty to rescue people in distress at sea is a fundamental rule of international maritime law.https://t.co/X5Jk3UedOz
— UNHCR, the UN Refugee Agency (@Refugees) June 16, 2023
“L’Ue deve mettere la sicurezza e la solidarietà al centro della propria azione nel Mediterraneo. Alla luce dei crescenti movimenti di rifugiati e migranti nel Mediterraneo, sono necessari sforzi collettivi, tra cui un maggiore coordinamento, solidarietà e condivisione delle responsabilità, per salvare vite umane, così come previsto dal Patto sull’Immigrazione e l’Asilo dell’Ue. Ciò include l’istituzione di un meccanismo regionale concordato di sbarco e ridistribuzione per le persone che arrivano via mare, cosa che continuiamo a sostenere”, ha commentato Gillian Triggs, assistente Alto Commissario dell’UNHCR per la protezione.
“È evidente che l’approccio attuale al Mediterraneo – ha aggiunto Federico Soda, Direttore del Dipartimento per le Emergenze dell’OIM – non è praticabile. Anno dopo anno, quella del Mediterraneo continua ad essere la rotta migratoria più pericolosa al mondo, con il tasso di mortalità più elevato. Gli Stati devono unirsi e colmare le lacune di un’attività di ricerca e nel soccorso che deve essere proattiva nell’assicurare operazioni di sbarco rapide e garantire canali migratori regolari e sicuri. Questi sforzi collettivi dovrebbero avere al centro di ogni risposta i diritti umani dei migranti e il salvataggio delle vite”.
Intanto il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, rispondendo ad una domanda sul naufragio ieri durante la conferenza stampa sul clima, ha detto: “Abbiamo preso contatto con le autorità greche, ma siamo onesti: questo non è un problema greco, è un problema europeo” per poi aggiungere: “Penso sia giunto il momento che l’Europa sia in grado, in modo solidale, di definire una politica migratoria efficace affinché un simile fatto non si ripeta”.