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Chi calpesta la Carta Onu? Lavrov al Consiglio di Sicurezza duella con USA e UE

Alla riunione sul "multilateralismo", i 27 d'Europa e l'amb. Thomas-Greenfield attaccano la Russia. Guterres: "Invasione Ucraina viola diritto internazionale"

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Chi calpesta la Carta Onu? Lavrov al Consiglio di Sicurezza duella con USA e UE

Foreign Minister Sergey Lavrov of the Russian Federation chairs the Security Council meeting on maintenance of international peace and security. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Time: 9 mins read

Sergei Lavrov si muove a suo agio nei lunghi corridoi del Palazzo di Vetro dell’ONU, dove ha rappresentato da ambasciatore la Federazione Russa per ben dieci anni (1994-2004) prima di diventare ministro degli Esteri del Cremlino.  Ma questa volta, al suo arrivo a New York per partecipare alle sessioni di lunedì e martedì del  Consiglio di sicurezza come presidente di turno, l’atmosfera appariva più gelida che dai tempi della “guerra fredda”. Invece di fermarsi con i giornalisti, come ha sempre fatto prima di una riunione, è entrato quasi correndo, attorniato dai suoi diplomatici, restando ben lontano dai microfoni.

Il ministro degli Esteri della Federazione russa Sergei Lavrov al Palazzo di Vetro dell’ONU durante i lavori dell’AG del settembre 2022 ( UN Photo/Loey Felipe)

Ad attenderlo, attorno al tavolo del Consiglio di sicurezza, i paesi non avevano un “pari grado” ministro. Lavrov sembra che si aspettasse il segretario di Stato americano Antony Blinken, magari per provare a tenere, all’ultimo momento, un colloquio nel territorio neutro dell’ONU. Ma, almeno lunedì, del capo della diplomazia USA non c’era traccia. Invece, un minuto prima dell’inizio della riunione, davanti ai giornalisti fuori dal Consiglio di Sicurezza si è presentata l’ambasciatrice americana Linda Thomas Greenfield con Elizabeth Whelan, sorella di Paul, l’ex marine arrestato in Russia nel 2018 e accusato di spionaggio. Thomas-Greenfield ha ribadito che Paul “era semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato… È il momento di lasciare che Paul torni a casa. Non ci fermeremo finché tutti gli ostaggi non saranno liberati”. Thomas-Greenfield ha nominato anche il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, che “stava solo facendo il suo lavoro”.  Per gli americani sono “tenuti in ostaggio” da un atteggiamento da parte della Russia, ha detto Elizabeth Whelan, da stato “terrorista”.

Please listen to this powerful message from Elizabeth Whelan, the sister of Paul Whelan, who has been wrongfully detained by Russia since 2018. pic.twitter.com/AlkuzMgPhY

— Ambassador Linda Thomas-Greenfield (@USAmbUN) April 24, 2023

Prima degli americani, si erano presentati davanti ai giornalisti anche tutti e 27 ambasciatori dell’Unione Europea (con l’amb. Maurizio Massari per l’Italia) per condannare “l’ipocrisia” della Russia che riuniva il Consiglio di Sicurezza sul tema del “multilateralismo”, quando lei stessa aveva portato, con l’invasione dell’Ucraina, il più grave attacco alla Carta dell’ONU che il multilateralismo dovrebbe proteggere.  L’ambasciatore dell’Unione europea all’Onu, lo svedese Olof Skoog, a nome dei 27, ha detto che “organizzando questa riunione del Consiglio di Sicurezza, la Russia sta cercando di presentarsi come difensore della Carta Onu e del multilateralismo. Niente può essere più lontano dalla verità. È cinico, sappiamo tutti che mentre la Russia distrugge noi costruiamo. Mentre loro violano, noi proteggiamo. La Carta dell’Onu, l’Assemblea generale dell’Onu, la Cig, la Cpi, ovunque si guardi la Russia è disprezzata”. 

 

By organizing today’s UNSC debate Russia is trying to portray itself as a defender of the UN Charter & multilateralism. Nothing can be further from the truth. We all know that while Russia is destroying, we are building. While they violate, we protect.
⏩https://t.co/AIQrFA63nM pic.twitter.com/n8JVywcT11

— 🇪🇺EU at UN-NY (@EUatUN) April 24, 2023

Poi dentro la sala del Consiglio di Sicurezza, con qualche minuto di ritardo, è iniziata la riunione e a parlare per primo è stato il Segretario Generale dell’ONU, seguito proprio da Sergei Lavrov.

Antonio Guterres ha voluto dedicare le prime parti del suo discorso alla situazione di violenza in Sudan. “Il rischio è una catastrofica conflagrazione all’interno che potrebbe inghiottire l’intera regione e oltre.. Sia chiaro, le Nazioni Unite non lasceranno il Sudan”, ha aggiunto, chiedendo ai membri del Consiglio di Sicurezza di “esercitare la massima leva con le parti per porre fine alla violenza, ristabilire l’ordine e riprendere il cammino della transizione democratica. Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per tirare fuori il Sudan dall’orlo dell’abisso”.

A wide view of the Security Council meeting on maintenance of international peace and security on the theme “Effective multilateralism through the defence of the principles of the Charter of the United Nations”. (UN Photo/Manuel Elías)

Quindi il Segretario Generale dell’ONU è arrivato al “cuore” della discussione nel Consiglio: “L’invasione russa dell’Ucraina, in violazione della Carta Onu e del diritto internazionale, sta causando enormi sofferenze e devastazioni al Paese e al popolo”. Così Guterres, che sedeva accanto al ministro Lavrov, ha continutato dicendo che  “il sistema multilaterale è sottoposto alla tensione maggiore dalla creazione dell’Onu. Le tensioni tra le maggiori potenze sono ai massimi storici, e così sono i rischi di conflitto. Queste sfide globali possono essere risolte solo con il rispetto del diritto internazionale”.

Non c’era solo l’Ucraina e il Sudan nel discorso di Guterres: sono urgenti e necessarie risposte multilaterali efficaci per salvare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e affrontare le sfide alle norme globali contro l’uso e il possesso di armi nucleari; provvedere alla dislocazione economica globale innescata dalla pandemia di COVID-19 e risolvere i conflitti in corso in Myanmar, Sahel, Somalia, Repubblica Democratica del Congo (RDC ). Guterres ha ricordato la crisi climatica sempre più profonda, le crescenti disuguaglianze, la crescente minaccia da parte del terrorismo, la repressione globale contro i diritti umani e l’uguaglianza di genere e allo sviluppo non regolamentato di tecnologie pericolose.

Sergey Lavrov (right), Minister for Foreign Affairs of the Russian Federation and President of the Security Council for the month of April, chairs the Security Council meeting on maintenance of international peace and security on the theme “Effective multilateralism through the defence of the principles of the Charter of the United Nations”. At left is Secretary-General António Guterres. (UN Photo/Eskinder Debebe)

“Tutte queste sfide globali possono essere risolte solo attraverso il rispetto del diritto internazionale, l’adesione agli impegni globali e l’adozione di quadri appropriati di governance multilaterale”, ha affermato il Segretario Generale. “Dobbiamo fare meglio e lavorare più velocemente”, ha detto. “Ciò deve iniziare con i paesi che si impegnano nuovamente ai loro obblighi ai sensi della Carta delle Nazioni Unite”. “La nostra istituzione è stata creata per la crisi”, ha affermato Guterres, osservando che nel corso della sua storia l’ONU ha superato conflitti apparentemente intrattabili e profonde divisioni. Ricordando i risultati del passato, dalla prevenzione di una terza guerra mondiale, all’aiuto alla decolonizzazione di 80 paesi e alla creazione di strumenti per far progredire la diplomazia e lo sviluppo, ha affermato che le soluzioni multilaterali ai problemi globali, dallo strato di ozono all’eradicazione della poliomielite, sono “provate, testate e dimostrato di funzionare”. “Nessuno di questi progressi sarebbe stato possibile senza i paesi uniti, come una famiglia umana multilaterale, il che rende la situazione odierna ancora più pericolosa”, ha aggiunto, sottolineando che “la cooperazione multilaterale è il cuore pulsante delle Nazioni Unite, la sua ragion d’essere ‘essere, e visione guida”.

Sergey Lavrov (front), Minister for Foreign Affairs of the Russian Federation and President of the Security Council for the month of April, chairs the Security Council meeting on maintenance of international peace and security on the theme “Effective multilateralism through the defence of the principles of the Charter of the United Nations”. Behind him is Secretary-General António Guterres. (UN Photo/Manuel Elías)

Quando è stato il turno di Lavrov, che ha preso dopo Guterres subito la parola (invece di parlare per ultimo, come di solito avviene con il presidente del Consiglio) il ministro degli Esteri russo ha attaccato gli Stati Uniti che stanno distruggendo “il multilateralismo”. Il rappresentante del Cremlino ha accusato di imporre “il loro ordine del mondo andando contro la Carta delle Nazioni Unite”.

Poi Lavrov ha elencato i “peccati originati” degli USA nell’aver violato la Carta ONU, partendo dal 1945 e la bomba atomica sul Giappone, per poi arrivare all’invasione americana dell’Iraq che “è stata una flagrante violazione della Carta Onu, così come quella della Libia e di repubbliche ex sovietiche”. Quindi il ministro russo ha chiesto di “abbandonare i doppi standard”, avvertendo: “Come durante la Guerra Fredda, abbiamo raggiunto la soglia pericolosa, forse ancora più pericolosa. La situazione è peggiorata con la perdita di fiducia nel multilateralismo”.

L’attacco agli anglo-americani è stato al centro del discorso: “Chiamiamo il pane al pane. Nessuno ha permesso alla minoranza occidentale di parlare a nome di tutta l’umanità”.

Il vero multilateralismo richiede grandi cambiamenti alle Nazioni Unite, ha affermato il ministro russo, inclusa la riforma del Consiglio di sicurezza per rappresentare più accuratamente il panorama globale. Lavrov ha esortato gli Stati Uniti, in quanto paese ospitante delle Nazioni Unite, a rispettare gli obblighi e rilasciare i visti tempestivamente (i giornalisti che dovevano venire al suo seguito non hanno ricevuto in tempo il visto, ndr).

Sulla situazione in Ucraina, Lavrov ha esortato anche il Segretario generale delle Nazioni Unite a garantire che i membri del personale dell’Onu rispettino l’imparzialità. Lavrov, ha difeso l’invasione dell’Ucraina sostenendo che “l’operazione militare speciale” serve a “sradicare le minacce alla nostra sicurezza”. Quindi ha ribadito l’accusa al regime di Kiev di introdurre “pratiche naziste” in Ucraina.

Ambassador Linda Thomas-Greenfield of the United States addresses the UN Security Council meeting on maintenance of international peace and security. (UN Photo/Eskinder Debebe )

Quando è stato il turno degli Stati Uniti, l’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield, nel ringraziare il Segretario Generale Guterres per la difesa della Carta, non ha rivolto alcun cenno di saluto al ministro presidente del Consiglio. Thomas-Greenfield, riconoscendo che i 193 paesi membri dell’ONU non possono andare sempre d’accordo, tuttavia “ci sono alcuni valori e principi che sono così fondamentali, così critici per il nostro scopo, che la loro adesione è il prezzo per l’ammissione all’ONU. Questi sono i valori enunciati nella Carta delle Nazioni Unite, una carta che tutti abbiamo giurato di sostenere e proteggere. Ed è abbastanza chiaro quali siano questi valori”. A questo punto l’ambasciatrice degli USA ha alzato un libretto contenente la UN Charter: “Questo piccolo libro blu è scritto in un linguaggio semplice. E spiega i nostri scopi e principi nel suo primissimo capitolo, e voglio leggervelo: ‘Articolo 1: Gli scopi delle Nazioni Unite sono: mantenere la pace e la sicurezza internazionali… sviluppare relazioni amichevoli tra le nazioni basate sul rispetto del principio dell’uguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli… raggiungere la cooperazione internazionale nella risoluzione dei problemi internazionali… [e] promuovere e incoraggiare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali‘. E poi qui, all’articolo 2, si afferma chiaramente: ‘Tutti i membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi stato’. Integrità territoriale. Rispetto dei diritti umani. Cooperazione internazionale. Questi sono i nostri valori. Questi sono i principi condivisi e dichiarati che tutti abbiamo concordato di sostenere. Tutti noi. Ed è la nostra fede in loro che ci unisce”.

Sono questi principi ha sottolineato Thomas-Grenfield che sono stati la base “dei più grandi trionfi delle Nazioni Unite negli ultimi otto decenni. Nonostante le imperfezioni del sistema internazionale, i nostri principi condivisi ci hanno aiutato a ridurre la proliferazione nucleare, prevenire atrocità di massa e forgiare la pace attraverso la negoziazione e la mediazione. Hanno sostenuto un ordine internazionale che ci ha aiutato a fornire aiuti umanitari a coloro che ne hanno un disperato bisogno, a sollevare oltre un miliardo di persone dalla povertà e a prevenire un’altra guerra mondiale”.

La riunione del Consiglio di Sicurezza con il ministro degli Esteri della Federazione russa Sergei Lavrov alla presidenza (Foto VNY)

Ricordando come il mondo ha bisogno di un’ONU efficace e di un multilateralismo funzionante per le sfide come la crisi climatica, la crisi globale della sicurezza alimentare e la pandemia di COVID-19, ecco che “proprio quando il mondo aveva più bisogno delle Nazioni Unite, siamo precipitati in una crisi di fiducia. Il nostro ipocrita convocatore di oggi, la Russia, ha invaso il suo vicino, l’Ucraina, e ha colpito al cuore la Carta delle Nazioni Unite e tutti i valori che ci stanno a cuore. Questa guerra illegale, non provocata e non necessaria va direttamente contro i nostri principi più condivisi: che una guerra di aggressione e conquista territoriale non è mai, mai accettabile”.

Dopo aver elencato i crimini commessi dalla Russia e che continua a commettere durante l’invasione dell’Ucraina, Thomas-Greenfield ha ribadito che “Centoquarantuno Stati membri delle Nazioni Unite lo hanno reso abbondantemente chiaro: l’invasione su vasta scala della Russia non riguardava l”autodifesa’. La Russia vuole ridisegnare i confini internazionali con la forza in violazione della Carta Onu, va contro tutto ciò che questa istituzione rappresenta – ha aggiunto l’ambasciatrice degli USA – Questo non riguarda solo Ucraina o Europa, ci riguarda tutti: oggi è l’Ucraina, domani potrebbe essere un altro paese”.

Durante l’ intervento al Consiglio di Sicurezza, gli USA- come del resto anche altri paesi inclusa la Russia- hanno ribadito la necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza: “La Russia può minare la Carta delle Nazioni Unite e questa istituzione, ma il resto di noi può e deve fare di meglio” ha detto Thomas-Greenfield, aggiungendo: “L’Onu ha bisogno di una riforma. Per sostenere e mantenere i suoi principi fondamentali, questo organismo deve evolversi per seguire il 21esimo secolo. Come parte di tale evoluzione, il Consiglio di Sicurezza deve riflettere meglio le realtà globali di oggi”.

Elizabeth Whelan in piedi guarda nella direzione del ministro Lavrov che però legge delle carte (Foto VNY)

Ad un certo punto, Thomas-Greenfield è tornata ad attaccare la Russia sulla questione degli “ostaggi-spie” americani in Russia, dicendo che la Federazione Russa “ha violato i diritti umani universali, sia all’esterno che all’interno dei propri confini. Ha violato il diritto internazionale, e questo include la detenzione illegale di cittadini americani, Paul Whelan, Trevor Reed, Brittney Griner e ora il giornalista Evan Gershkovich”. “Usare persone come pedine è una strategia di debolezza. Queste non sono le azioni di un paese responsabile”, ha proseguito Thomas-Greenfield, e poi ecco che ha chiesto al ministro degli Esteri russo Lavrov di guardare negli occhi la sorella di Whelan, che era seduta proprio davanti a chi scrive nella sala del Consiglio. Elizabeth Whelan si è alzata in piedi guardando in direzione della presidenza, mentre l’ambasciatrice americana chiedeva “di rilasciare immediatamente Whelan e Gershkovich e cessare una volta per tutte questa pratica barbara”. Abbiamo osservato attentamente Lavrov che non ha mai guardato in direzione della sorella di Paul Whelan.

Uscendo prima della fine della riunione, abbiamo incontrato nei corridori l’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield, alla quale abbiamo chiesto se con quell’appello, sperava che il ministro russo guardasse negli occhi la sorella di Whelan, perché è sembrato invece che Lavrov l’avesse ignorata. Thomas-Greenfield ha sorriso e ha detto: “Che ti saresti aspettato?”. A questo punto le abbiamo chiesto se cercherà d’incontrare Lavrov per parlare con lui della questione Whelan e Gershkovich ma l’ambasciatrice degli USA, con un gesto, ci ha fatto capire che lei non avrebbe cercato l’incontro.

Ambassador Zhang Jun of China addresses the UN Security Council meeting on maintenance of international peace and security. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Quando è venuto il turno dell’ambasciatore cinese Zhang Jun, la musica al Consiglio è cambiata di colpo: “Il mondo ha un solo ordine”, la Carta delle Nazioni Unite ne è la “pietra angolare”, ha affermato l’ambasciatore Zhang Jun. Tuttavia, per la Cina i problemi sorgono oggi nel mondo perché i principi della Carta non vengono onorati e la loro salvaguardia richiede azioni che corrispondano alle parole in modo coerente e inclusivo. A questo proposito, i paesi in via di sviluppo devono svolgere il loro ruolo, ha affermato l’ambasciatore cinese. Per fare ciò, la Cina chiede un’azione per migliorare la governance globale, rinnovare il sistema finanziario internazionale. Nell’essere guidati dai principi della Carta Onu e del diritto internazionale, il diplomatico della Cina ha criticato le “sanzioni unilaterali, che violano i diritti basilari di donne e bambini, aggravano la situazione umanitaria e causando immensi danni all’armonia e stabilità dell’ordine internazionale”.  Il messaggio della Cina al Consiglio di Sicurezza? Togliere le sanzioni unilaterali anche nei confronti della Russia.

 (video della riunione sotto)

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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