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Scossa IOM: Vitorino insidiato dalla vice Pope e dalla crisi di migranti in Tunisia

Alla conferenza stampa al Palazzo di Vetro col capo dell'International Organization for Migration, non è stato ignorato l'"elefante nella stanza" americano

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Scossa IOM: Vitorino insidiato dalla vice Pope e dalla crisi di migranti in Tunisia

António Vitorino, Director General of the International Organization for Migration (IOM), briefs reporters at UN Headquarters. (UN Photo/Mark Garten)

Time: 4 mins read

Antonio Vitorino è da 5 anni alla guida della “bollente” IOM (in italiano OIM), l’agenzia internazionale per i migranti (che dopo 60 anni di vita indipendente, da alcuni anni fa parte dell’ONU). A maggio si terranno le elezioni per il vertice dell’agenzia che dovrebbe far fronte ai flussi di circa 250 milioni di migranti nel mondo e Vitorino cerca la riconferma per un altro quinquennio. Eppure per lui non sarà un passaggio scontato. Proprio dalla sua vice, l’americana Amy Pope, con una mossa inedita nella burocrazia dell’ONU, arriva una sfida all’ultimo voto: dopo aver dichiarato senza peli sulla lingua che l’IOM, per l’enormità della sua missione, ha bisogno di una leadership più energica e al passo con i tempi, Pope si è candidata a sostituire il suo capo.

Così il diplomatico portoghese di 66 anni, che in passato è stato anche vice premier e ministro della difesa del suo paese, rischia di essere “bocciato” senza che il suo capo, il Segretario Generale dell’ONU e suo concittadino Antonio Guterres, possa venirgli in soccorso (il capo dell’IOM viene eletto, a scrutinio segreto, da tutti i 175 paesi membri dell’organizzazione, inclusi l’Italia e gli Stati Uniti).

Così quando venerdì Vitorino è apparso alla conferenza stampa per spiegare la due giorni di ”International Dialogue on Migration” in corso in questi giorni al Palazzo di Vetro, tra le tante domande, quella della sua vice che punta a sostituirlo accusandolo di non essere all’altezza del compito, era la più scontata. Anche perché la candidatura della vice Pope risulta essere “pesantissima”, dato che lei, avvocato esperta d’emigrazione che ha lavorato nell’amministrazione Obama, per la leadership dell’IOM è appoggiata dall’amministrazione Biden (Gli USA contribuiscono a circa il 60% dell’intero budget dell’IOM, che per il 2022 era stimato a USD 1.2 billion). Nel sito del Dipartimento di Stato, nella pagina che lancia la sua campagna elettorale per la leadership dell’IOM, c’è anche questa dichiarazione del Segretario di Stato Antony Blinken: “Amy Pope è la leader visionaria e inclusiva di cui l’IOM ha bisogno in questo momento di spostamenti e migrazioni senza precedenti. Ha dimostrato la sua eccezionale capacità di ottenere risultati al servizio dei migranti, di guidare e sostenere la forza lavoro dell’IOM e di collaborare a stretto contatto con gli Stati membri. Immaginate un IOM che rafforzi gli impegni degli Stati membri e investa nel capitale umano”.  

La pagina del sito del Dipartimento di Stato USA con la candidatura di Amy Pope alla direzione generale dell’IOM

Quando il portavoce di Guterres, Stephane Dujarric, ci ha dato il turno per la domanda, quell’enorme “elefante nella stanza” dondolava ancora in sospeso, quindi  eccolo apparire di colpo: come reagisce Vitorino alle accuse della sua vice che punta a sostituirlo (forte dell’appoggio della potenza USA)? Come ne risente per ora il suo lavoro?

Dopo una risata scaccia elefante, Vitorino ha detto: “Posso confermare che è la prima volta che avviene una situazione del genere all’IOM, che il vice direttore generale si candida contro il suo direttore generale. Ma come potete vedere, io sono qui, continuo a lavorare, sono alla guida dell’IOM, che sta lavorando in tutto il mondo come ha sempre fatto e anzi ancora di più, adesso che ci sono nuove crisi in corso, come quella dopo il terremoto in Turchia e Siria. Quindi posso assicurare che IOM sta funzionando nel pieno delle sue possibilità”.

Vitorino poi ha continuato la conferenza stampa, rispondendo energicamente alle domande dei colleghi, riaffermando quello che aveva già detto nella sua introduzione: i migranti portano ricchezza ai paesi ospitanti e “sono i numeri a confermarlo”.

António Vitorino (seated at right), Director General of the International Organization for Migration (IOM), briefs reporters at UN Headquarters. Standing at the podium is Stéphane Dujarric, Spokesperson for the Secretary-General. (UN Photo/Mark Garten)

In chiusura gli abbiamo posto un’altra domanda, questa volta su cosa replica al governo italiano dopo che il ministro Antonio Tajani ha chiesto più aiuto dall’ONU sulla crisi dei migranti che arrivano dal Mediterraneo e, inoltre, cosa ci poteva rivelare dell’attuale situazione in Tunisia. Il capo dell’IOM è apparso non credere alla dichiarazione del ministro italiano: “Forse intendeva dire che il governo italiano vuole più aiuto dall’Europa…”. ha replicato.

Quando gli abbiamo ribadito che no, la notizia era proprio che il governo italiano chiede più impegno da parte dell’ONU, Vitorino ha replicato così: “Se questo è il caso, quello che posso dire è che due settimane fa abbiamo avuto degli incontri a Roma col governo proprio sulla questione migranti in generale e sulla situazione in Tunisia in particolare. Do il benvenuto alle iniziative italiane per cercare di aiutare con la situazione in Tunisia, in particolare che riceva gli aiuti dall’IMF. Perché la crisi in questo momento è dovuta alla grave situazione economica nel paese nord africano. Ma noi stiamo lavorando a stretto contatto con il governo italiano, con il supporto del governo italiano”.

Vitorino ha infine aggiunto: “Quello che posso dire è che lo scorso anno il più grande gruppo di migranti giunti in Italia sono stati i tunisini. Quest’anno, invece, i tunisini non lo sono più il gruppo più grande, ma lo sono le barche di migranti che partono proprio dalla Tunisia per arrivare nelle coste italiane, principalmente con a bordo migranti dell’Africa sub-sahariana. Quindi bisogna adattare la nostra strategia a questo cambiamento, che oltre a comprendere la situazione economica in Tunisia e il flusso di migranti, desta grande preoccupazione per il numero in aumento di imbarcazioni che sta partendo dalla Tunisia verso Lampedusa”.

 

Articolo aggiornato il 1 aprile, 2023

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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