Affermare la propria omosessualità in Uganda è diventato un crimine e potrà portare dritti all’ergastolo. Lo ha deciso il Parlamento ugandese che, in base al nuovo disegno di legge approvato a larga maggioranza con l’obiettivo di reprimere le minoranze sessuali, introduce nuovi reati penali.
Le relazioni omosessuali erano già fuorilegge nel Paese africano, ma da ora in poi sarà illegale per la prima volta anche solo dirsi gay. Il disegno di legge ora è nelle mani del presidente ugandese Yoweri Museveni che può scegliere se usare il suo diritto di veto o trasformarlo in legge. I sostenitori del disegno di legge affermano che stanno cercando di proteggere i bambini e Museveni nei giorni scorsi si è espresso con diversi commenti anti-gay, oltre che criticare la comunità internazionale di fare pressione in merito.
Non si è fatta attendere la reazione da parte delle Nazioni Unite: l’adozione da parte del parlamento ugandese di una nuova legislazione contro le persone lesbiche, gay e bisessuali è “devastante” ha dichiarato mercoledì l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk.

Il capo dei diritti umani dell’Onu ha invitato il presidente dell’Uganda Museveni, a non firmare il disegno di legge in legge, affermando che significherebbe che le persone lesbiche, gay e bisessuali in Uganda diventeranno criminali semplicemente “per esistere, per essere quello che sono”. Turk ha avvertito che la legislazione porterebbe a violazioni “sistematiche” dei diritti umani.
Adottato martedì dal parlamento ugandese, il disegno di legge propone anche la pena di morte per il reato di “omosessualità aggravata” e lunghe pene detentive per reati correlati. Secondo la legge approvata dai parlamentari ugandesi, amici, familiari e altri membri della comunità hanno il dovere di denunciare alle autorità qualsiasi individuo che abbia relazioni omosessuali.

Türk ha affermato che, in modo cruciale, il disegno di legge ha confuso le relazioni consensuali, che “non dovrebbero mai essere criminalizzate”, e le relazioni non consensuali, che “richiedono misure basate su prove per porre fine alla violenza sessuale in tutte le sue forme , anche contro i bambini, indipendentemente dal genere o orientamento sessuale dell’autore del reato”.
#Uganda: UN Human Rights Chief @volker_turk urges President not to sign shocking anti-homosexuality bill. The draconian legislation proposes the death penalty for aggravated homosexuality & life imprisonment for homosexuality, among other severe sentences: https://t.co/6FfE1o3wAG pic.twitter.com/jzXUiV9TBk
— UN Human Rights (@UNHumanRights) March 22, 2023
l capo dei diritti umani delle Nazioni Unite ha aggiunto che la legislazione sarebbe “una enorme distrazione dall’intraprendere le azioni necessarie per porre fine alla violenza sessuale”. Secondo Türk, la legislazione “è in contrasto con gli obblighi legali internazionali del paese in materia di diritti umani” e non è compatibile con gli “impegni politici sullo sviluppo sostenibile” dell’Uganda, in quanto metterebbe a rischio la salute e la sicurezza delle persone.
Giornalisti, operatori sanitari e difensori dei diritti umani potrebbero affrontare pene detentive “semplicemente per aver svolto il proprio lavoro”, ha affermato l’Alto Commissario.
L’ufficio per i diritti delle Nazioni Unite (OHCHR) osserva che la nuova legislazione arriva nel mezzo di un “aumento della retorica omofobica tra politici, leader religiosi e altri settori della società ugandese”, che ha reso la vita nel paese meno sicura per lesbiche, gay, bisessuali e persone transgender.
Citando fonti della società civile, l’OHCHR afferma che solo il mese scorso “più di 110 persone LGBTQI+ hanno riferito di incidenti, inclusi arresti, violenze sessuali, sgomberi e umiliazioni pubbliche”.

Türk ha fortemente respinto i tentativi di giustificare la legislazione “sulla base di ‘ valori’”, affermando che “promuovere la violenza e la discriminazione contro le persone per quello che sono e per chi amano è sbagliato”. L’Alto Commissario ha anche reso omaggio a parlamentari “coraggiosi” e rappresentanti della società civile che si erano espressi contro il disegno di legge e la discriminazione che intendeva imporre. “Questa legge, se entrerà in vigore, avrà gravi ripercussioni negative sulla società nel suo insieme ed eroderà i guadagni ottenuti nel corso degli anni”, ha avvertito.
Nel suo aggiornamento globale al Consiglio per i diritti umani all’inizio di questo mese, Türk aveva già espresso preoccupazione per il disegno di legge così come è stato presentato al parlamento ugandese, deplorando “la retorica dei politici che incita all’odio e reprime le organizzazioni LGBTIQ+”. In quel caso aveva commentato: “È impensabile che nel 21° secolo ci troviamo di fronte a un tale fanatismo, pregiudizio e discriminazione, che frenano lo sviluppo di tutti i membri della società”.
Solo due giorni fa, al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York c’era stata una riunione del Consiglio di Sicurezza, con Arria formula, per riaffermare la protezione delle persone LGBTQI+.
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