Il progetto di legge sui migranti proposto dal governo del Regno Unito guidato dal premier Rishi Sunak si tradurrebbe in un “divieto di asilo” de facto, ha affermato martedì l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Se adottato, il nuovo disegno di legge negherebbe il diritto di chiedere protezione di rifugiati, alle persone che arrivano irregolarmente nel Regno Unito, come coloro che rischiano la vita per attraversare la Manica su piccole imbarcazioni. Invece, questi richiedenti asilo affronterebbero la detenzione e l’espulsione, senza che le loro circostanze individuali venissero esaminate.
“Questa sarebbe una chiara violazione della Convenzione sui rifugiati e minerebbe una tradizione umanitaria di lunga data di cui il popolo britannico è giustamente orgoglioso”, ha dichiarato l’UNHCR guidata dall’Alto Commissario Filippo Grandi.
Il Regno Unito è uno dei firmatari originali della Convenzione sui rifugiati del 1951, che riconosce che i rifugiati potrebbero dover entrare in un paese di asilo in modo irregolare. Secondo i dati del governo del Regno Unito, circa 45.000 persone hanno attraversato la Manica su piccole imbarcazioni nel 2022, con un aumento del 60% rispetto all’anno precedente.
Profoundly concerned by the asylum bill introduced by the UK Government to the House of Commons today. It would deny access to asylum and protection and be a clear breach of the Refugee Convention. https://t.co/2LMXOVD6CB
— Gillian Triggs (@GillianTriggs) March 7, 2023
L’assistente dell’alto commissario per la protezione dell’UNHCR, Gillian Triggs, ha twittato di essere “profondamente preoccupata” per il disegno di legge del Regno Unito presentato martedì alla Camera dei Comuni. In una dichiarazione, l’UNHCR ha osservato che il Regno Unito non fa parte di alcun accordo che consentirebbe alle autorità di condividere la responsabilità per i rifugiati con paesi terzi sicuri.
L’agenzia delle Nazioni Unite ha anche ricordato che l’accordo bilaterale del Regno Unito con il Ruanda annunciato nel 2022 non è riuscito a soddisfare i necessari standard internazionali. Nel giugno dello scorso anno, l’Alto commissariato per i rifugiati Filippo Grandi aveva liquidato l’accordo tra Regno Unito e Ruanda definendolo “tutto sbagliato”.
L’UNHCR ha affermato che continuerà a sostenere il Regno Unito nel rafforzamento del suo sistema di asilo e ha esortato il governo e i legislatori a riconsiderare il disegno di legge e “perseguire soluzioni politiche più umane e pratiche”.
Intanto ci sono state scintille nel “Question Times” del mercoledì alla Camera dei Comuni britannica fra il primo ministro Rishi Sunak e il leader neomoderato dell’opposizione laburista Keir Starmer sul draconiano giro di vite legislativo presentato dal governo Tory per contrastare gli sbarchi record di migranti “clandestini” e il traffico degli scafisti sulla Manica.
Starmer ha criticato la proposta di legge in aula più in termini di efficacia, che non sul tema delle violazioni dei diritti umani attribuite al testo. Il numero uno del Labour ha attaccato l’iniziativa Tory come “illusoria”, chiedendo conto semmai del fallimento imputato al governo finora sulle promesse post Brexit di un incremento delle espulsioni dei migranti “illegali” e insistendo a chiedere quanti rimpatri siano stati in effetti eseguiti. Ha inoltre vantato i propri risultati contro i crimini degli immigrati quando era procuratore della Corona, dicendosi convinto che le gang dei trafficanti “stiano ridendo” ora di fronte alla retorica di Sunak. Non senza assicurare che un futuro governo sotto la sua guida “non aprirà i confini”, ma si limiterà a misure legalmente più realistiche. Il premier ha replicato rinfacciando a sir Keir d’essersi in realtà opposto a “tutte le misure” restrittive recenti, incluso il contestato piano per il trasferimento in Ruanda dei richiedenti asilo; e di essere “solo un altro avvocato di sinistra” pro immigrazione. Mentre ha rivendicato al proprio gabinetto di “stare dalla parte dei britannici” e di ciò che la maggioranza chiede: sostenendo che “solo i Tories potranno fermare” gli scafisti.