Il New York Times, di solito ritenuto – almeno dai simpatizzanti dei palestinesi – un giornale pro-Israele, diventa invece oggetto di accese critiche da parte dell’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite. Gilad Erdan ha inviato una lettera dai toni forti al direttore del giornale newyorkese, Joseph Kahn, in cui critica aspramente e accusa di pregiudizio anti-israeliano il quotidiano.
Nella lettera, distribuita ai giornalisti dalla stessa missione diplomatica israeliana, l’ambasciatore Erdan cerca di far notare l’asimmetria nella copertura di Israele da parte del NYT, dalle colonne di opinione alle notizie. Per Erdan “è vergognosa e deve essere rettificata”.
Le informazioni contenute nella lettera si basano su uno studio condotto dall’Università Bar-Ilan che indica che durante il 2022, ci sono stati 361 articoli incentrati su Israele, la maggior parte dei quali “denigranti” Israele perché viene definito un paese violatore dei diritti umani. Secondo lo studio citato da Erdan nella lettera, il numero di column (articoli di opinione) che condannano Israele risulta essere quasi il doppio del numero di column che condannano l’Iran, nonostante il fatto che “nell’ultimo anno il regime degli Ayatollah abbia ucciso manifestanti innocenti per strada, oppresso le donne e accelerato il suo programma nucleare”.
L’ambasciatore Erdan ha anche osservato che nel 2022 “il Times ha pubblicato solo quattro articoli negativi su Hezbollah, Hamas e Jihad islamica messi insieme”.
L’ambasciatore ha quindi accusato il direttore Kahn di omettere dettagli e di distorcere la realtà sul campo: “I capisaldi dell’etica del giornalismo sono la verità, l’accuratezza e l’obiettività – valori che, quando si tratta di Israele, il Times si rifiuta deliberatamente di sostenere. Quando il New York Times sceglie di demonizzare Israele, il minimo che il giornalismo professionale deve esigere è che il lettore sia esposto all’intera storia per formulare un’opinione imparziale.Tuttavia, quando il Times riporta le azioni di Israele con un contesto quasi inesistente, contribuisce attivamente a deformare la verità”.
Alla fine Erdan chiude con questa accusa: “A causa del mancata copertura del terrore palestinese e della propagazione di mezze verità, i lettori sono a malapena consapevoli dell’esistenza di queste organizzazioni jihadiste, per non parlare della costante minaccia che rappresentano per Israele. In futuro, se Israele sarà di nuovo costretta a difendersi dal lancio indiscriminato di razzi palestinesi sul nostro fronte interno, sia da Gaza che dal Libano, i vostri lettori dedurranno inconsapevolmente che Israele è l’aggressore, nonostante sia vero l’esatto contrario. Attraverso questa copertura ingannevole, The Times non solo distorce la verità, ma incentiva anche il terrorismo”.
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