Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres si trova ad Addis Abeba per la riunione dell’Unione africana, e in un incontro del Comitato di alto livello dedicato alla situazione in Libia, ha affermato che “è urgentemente necessario rompere il prolungato stallo politico e ottenere progressi su più fronti” nel paese nordafricano.
Assolutamente necessario, per Guterres, è continuare i progressi che portano allo svolgimento delle elezioni e alla stabilizzazione della situazione di sicurezza in Libia, con la riconciliazione nazionale e il rispetto dei diritti umani. Guterres ha insistito sugli obiettivi dell’ONU che sono solo a vantaggio dell’interesse del popolo libico: “Non abbiamo nessun programma e nessun obiettivo tranne uno: garantire il diritto del popolo libico a vivere in pace, a votare in elezioni libere ed eque e a condividere la prosperità del proprio paese”, ha affermato.
Nel dicembre 2021, controversie legali sulla costituzione da adottare, hanno costretto all’annullamento delle storiche elezioni presidenziali e parlamentari. Per affrontare questo problema urgente, il Segretario generale ha affermato che il suo Rappresentante speciale per la Libia, Abdoulaye Bathily, ha impegnato le parti libiche e i partner internazionali a concordare una base costituzionale per le elezioni entro la fine di febbraio. “Condivido le crescenti frustrazioni del popolo libico”, ha detto il segretario generale. “L’assenza di elezioni peggiora l’insicurezza economica, accresce l’instabilità politica, rischia di rinnovare il conflitto e solleva lo spettro della divisione”.

Ma a questo punto, Guterres ha anche avvertito che se non arrivasse l’accordo sulle elezioni attraverso gli sforzi del suo inviato speciale, allora le Nazioni Unite, in stretta collaborazione con le principali parti interessate libiche, l’Unione africana e i partner internazionali, dovrebbero proporre e perseguire meccanismi alternativi per trovare soluzioni. ”Non c’è alternativa alle elezioni”, ha sostenuto Guterres. “Rimangono l’unico percorso credibile per un governo legittimo e unificato”.
First, we need progress towards elections, @antonioguterres said at @_AfricanUnion high-level Committee on #Libya.
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— UN Spokesperson (@UN_Spokesperson) February 17, 2023
Per Guterres, “la prossima priorità della Commissione Militare Congiunta deve essere il completo ritiro dei combattenti stranieri e dei mercenari dalla Libia”, ricordando che l’interferenza esterna ha alimentato la discesa della Libia nel conflitto.
Un’indagine ONU sui diritti umani in Libia alla fine di gennaio ha incluso testimonianze di esecuzioni extragiudiziali, torture, detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, tratta di esseri umani, sfollamenti interni e l’esistenza di luoghi di sepoltura di massa.
Guterres nel suo intervento ha quindi messo in risalto le gravi preoccupazioni in materia di diritti umani dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo, che continuano in Libia a subire abusi nell’impunità. Migliaia di persone che tentano di attraversare il Mar Mediterraneo vengono riportate in Libia e detenute in condizioni disumane e degradanti con assistenza umanitaria limitata, altre migliaia restano disperse. Quindi Guterres ha ribadito la sua richiesta a tutti i paesi coinvolti di rispettare l’integrità del diritto internazionale sui rifugiati e alle autorità libiche di trovare alternative alla detenzione basate sui diritti.
Proprio ieri, l’Alto Commissario dell’ONU ai diritti umani Volker Turk aveva attaccato la legge in discussione al Parlamento Italiano che impone nuove regole alle navi soccorso delle Ong impegnate nel Canale di Sicilia a salvare i migranti e rifugiati che cercano di abbandonare la Libia e i suoi lager dove subiscono torture e stupri. Per Turk, si tratta di una legge sbagliata quella voluta dal governo di Giorgia Meloni e che rischia di provocare più morti.

Ma quanto è d’accordo con Turk il Segretario Generale Guterres? Quando lo abbiamo chiesto oggi al briefing giornaliero al Palazzo di Vetro, il vice spokeperson Farhan Haq prima ci ha risposto che l’Onu non commenta “le leggi in corso di dibattito” nei paesi membri aggiungendo: “Ovviamente, questo fa parte delle discussioni interne all’interno di uno stato. Ma le preoccupazioni espresse da Volker Turk parlano a favore del sistema (internazionale). E quindi queste sono le nostre preoccupazioni”.
Quando gli abbiamo fatto notare che da Ginevra, il capo dei diritti umani non solo l’ha criticato il disegno di legge italiano, ma ha chiesto al governo Meloni di ritirarlo, abbiamo insistito nel chiedere se Guterres fosse d’accordo con Turk, il quale crede che questa legge italiana non rispetterebbe tutte le norme del diritto internazionale. A questo punto il vice portavoce di Guterres ha risposto così: “Sulla questione delle leggi mentre passano attraverso gli organi legislativi, lasceremo che gli organi legislativi decidano sulle proprie procedure. Ma come ho detto, le preoccupazioni espresse da Turk sono le preoccupazioni del sistema e sono condivise dal Segretario Generale”.