Era solo una questione di tempo e prima o poi c’era da aspettarselo che la reazione dall’ONU contro l’Italia sulla questione migranti sarebbe arrivata. Il cosiddetto disegno di legge del governo di Giorgia Meloni sulle operazioni umanitarie di ricerca e salvataggio (SAR), è stato aspramente criticato giovedì da Ginevra dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk: secondo l’Onu la legge potrebbe ostacolare la fornitura di assistenza salvavita nel Mediterraneo centrale e provocare più morti.
“Più persone in difficoltà soffriranno e più vite rischiano di essere perse perché non è disponibile un aiuto tempestivo, se questa legge viene approvata”, ha affermato in una dichiarazione Turk, a poche ore dall’approvazione della Camera (con voto di fiducia). Il vaglio del Senato è previsto la prossima settimana.
La legge voluta dal governo di centrodestra impone requisiti più severi alle navi umanitarie che cercano di salvare vite di migranti in alto mare.

Secondo le nuove disposizioni volute dal governo italiano, le navi sono tenute a recarsi in porto immediatamente dopo una missione e a non effettuare ulteriori soccorsi, anche se si trovano nelle immediate vicinanze di altre persone in pericolo.
L’Italia ha anche recentemente designato porti di sbarco distanti per i migranti soccorsi, che possono trovarsi a diversi giorni di navigazione dal sito di salvataggio originale. Tutto questo ovviamente scoraggia le operazione di salvataggio delle navi delle Ong, che sono stata accusate in passato da rappresentanti del governo Meloni di prestarsi alla sfruttamento del traffico di migranti da parte di organizzazioni criminali.
Ma secondo il responsabile dei diritti umani dell’ONU, “la legge punirebbe efficacemente sia i migranti che coloro che cercano di aiutarli. Questa penalizzazione delle azioni umanitarie probabilmente scoraggerebbe le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani dal compiere il loro lavoro cruciale”.
#Italy: UN Human Rights Chief @volker_turk very concerned about new sea rescue law that hinders life-saving assistance in Mediterranean. Urges govt to withdraw proposed law & consult civil society to ensure legislation complies with intl legal frameworks: https://t.co/uqqhoU22Oj pic.twitter.com/EfGYmkvjMG
— UN Human Rights (@UNHumanRights) February 16, 2023
Turk ha ricordato che, secondo il diritto internazionale, un capitano ha il dovere di prestare assistenza immediata a chi si trova in pericolo in mare e gli Stati devono tutelare il diritto alla vita. “Ma in base a questa nuova proposta, una nave SAR nelle vicinanze sarebbe obbligata a ignorare le chiamate di soccorso di coloro che sono in mare semplicemente in virtù del fatto che ne ha già salvate altre”, ha affermato. “Chi rimane bloccato in mare sarebbe costretto a sopportare un’esposizione prolungata agli elementi e rischiare di perdere la vita. Coloro che sopravvivono devono affrontare maggiori ritardi nell’accesso a cure mediche e riabilitazione adeguate, anche per le vittime di torture, violenze sessuali e altre violazioni dei diritti umani”.
Il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite ha affermato che la proposta di legge rischia anche di aumentare le intercettazioni e i rimpatri in Libia, un luogo che il suo ufficio ha ripetutamente affermato non può essere considerato un porto sicuro di sbarco.
La legge chiede inoltre agli equipaggi di registrare ogni persona che intenda chiedere protezione internazionale. Le organizzazioni non governative (ONG) che non si conformano sarebbero soggette a sanzioni amministrative, multe e il sequestro della loro nave.
Türk ha quindi esortato il governo italiano a ritirare la proposta di legge, invitando anche le autorità di Roma a consultare i gruppi della società civile, in particolare le ONG che si occupano di ricerca e soccorso, per garantire che qualsiasi proposta di legge sia pienamente conforme al diritto internazionale dei diritti umani, al diritto internazionale dei rifugiati e ad altri quadri giuridici applicabili, tra cui la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio in mare”.
“Osserviamo tutti con orrore la situazione di coloro che attraversano il Mediterraneo e il desiderio di porre fine a quella sofferenza è profondo. Ma questo è semplicemente il modo sbagliato per affrontare questa crisi umanitaria”, ha affermato Turk.
Pochi giorni fa il governo italiano aveva incontrato a Roma Filippo Grandi, responsabile dell’ONU dell’UNHCR, l’agenzia dei rifugiati, che in passato aveva criticato certe politiche di “respingimento” adottate da alcuni governi europei e che non rispettavano il diritto internazionale.
Ieri il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante un’ intervista al nostro giornale, alla domanda sulla crisi dei migranti e i rapporti con l’Onu, aveva risposto che “la collaborazione dell’Italia con le Agenzie delle Nazioni Unite operanti nel settore è fondamentale nell’attuazione della strategia migratoria italiana basata sul contrasto ai trafficanti di esseri umani, su canali legali di migrazione e sui corridoi umanitari”. Sull’incontro con Grandi, Tajani aveva aggiunto: “I nostri rapporti con UNHCR sono eccellenti e caratterizzati da un’identità di vedute sulla necessità di fornire aiuti concreti soprattutto nei Paesi di transito. Insieme a UNHCR siamo già intervenuti, e continueremo a farlo, per creare opportunità alternative alle migrazioni nei Paesi prioritari per i flussi”.

Ma a poche ore di distanza da quelle dichiarazioni, ecco arrivare le forti critiche del capo dei diritti umani dell’ONU alla legge voluta dal governo Meloni.
Intanto oggi Stephan Dujarric, portavoce del Segretario Generale Onu Antonio Guterres, durante il briefing con i giornalisti al Palazzo di Vetro di New York, ad una domanda sui migranti al largo della Libia che continuano a morire, ha risposto: “Una cosa che non abbiamo fatto è rimanere in silenzio di fronte a questa tragedia umana che vediamo non solo nel Mediterraneo… I colleghi dell’UNHCR e dell’OIM stanno lavorando in Nord Africa per cercare di aiutare in ogni modo possibile, ma penso che ciò che è chiaro sia che gli Stati membri devono raddoppiare i loro sforzi per attuare il Global Compact on Migration per lavorare insieme, i paesi di origine, paesi di transito, paesi di destinazione per avere flussi di persone sicuri e ordinati. In questo momento, è per lo più nelle mani di contrabbandieri e bande criminali; invece di essere organizzato nel modo in cui dovrebbe”.
Sulle soluzioni da adottare, Dujarric ha concluso: “La migrazione umana non si fermerà mai e deve essere gestita all’interno di parametri internazionali stabiliti”.
#Italy: Criminalisation & repression of human rights defenders involved in search and rescue NGOs must end – UN expert: The ongoing proceedings in Sicily are a darkening stain on Italy and the EU’s commitment to human rights. Saving lives is not a crime.https://t.co/TJ2mwU45T8 pic.twitter.com/08JwC3OsEU
— UN Special Procedures (@UN_SPExperts) February 9, 2023
La scorsa settimana dall’ONU erano già partiti dei forti segnali di critica contro la legislazione italiana in materia, con un intervento sul procedimento penale preliminare aperto lo scorso maggio in Sicilia nei confronti di 21 persone accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione a diverse missioni di ricerca e soccorso condotte tra il 2016 e il 2017. Tra gli imputati ci sono quattro membri dell’equipaggio della Iuventa, un ex peschereccio a cui si attribuisce il salvataggio di circa 14.000 vite di migranti nel Mar Mediterraneo, e attivisti per i diritti umani di altre navi civili. Mary Lawlor, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani, aveva rilasciato una dichiarazione in cui si sosteneva che i procedimenti in corso sono “una macchia che oscura l’Italia e l’impegno dell’UE per i diritti umani”. Dopo aver detto che “sono stati criminalizzati per il loro lavoro sui diritti umani. Salvare vite non è reato e la solidarietà non è contrabbando”, Lawlor è tutt’ora impegnata con le autorità italiane sulla questione.
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