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Guterres e il “Global Digital Compact”: internet sano per lo sviluppo sostenibile

Il Segretario Generale Onu al G20: governi e piattaforme di social media devono "prevenire la disinformazione mortale che mina la democrazia e i diritti umani"

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Antonio Guterres manda un messaggio al G20: “Cambiate rotta, adesso!”

Secretary-General António Guterres addresses the fourth Annual Meeting of the Global Investors for Sustainable Development (GISD) Alliance. (UN Photo/Rick Bajornas)

Time: 3 mins read

Il Segretario Generale dell’ONU aveva annunciato in una conferenza stampa, appena arrivato a Bali per il G20, le sue idee sul “Digital Compact” e come impedire che internet da strumento di informazione fosse trasformato in uno strumento di abuso e persino di morte.

Quindi Guterres ha elaborato il suo pensiero mercoledì ai grandi del pianeta: con le giuste politiche nazionali, la tecnologia digitale può dare “una spinta senza precedenti allo sviluppo sostenibile”, in particolare per i paesi più poveri. Ma “questo richiede più connettività; e minore frammentazione digitale. Più ponti attraverso i digital divide; e meno barriere. Maggiore autonomia per la gente comune; meno abusi e disinformazione”, ha sottolineato il segretario generale dell’ONU durante una sessione dedicata al tema della trasformazione digitale.

Dalla soppressione della libertà di parola all’interferenza dannosa oltre i confini e al targeting online delle donne, il Segretario Generale delle Nazioni Unite  ha spiegato che “senza guida e guardrail”, la tecnologia digitale ha “un enorme potenziale di danno”.

Per contrastare ciò, ha proposto che durante il “Vertice del futuro” delle Nazioni Unite, nel settembre 2024, i governi dovrebbero approvare un Global Digital Compact per un “futuro digitale aperto, libero, inclusivo e sicuro per tutti” – con il contributo di aziende tecnologiche, società civile , il mondo accademico e altri.

Saldamente ancorato ai diritti umani come “l’unico approccio coerente per una tecnologia che influenza ogni aspetto della nostra vita”, il capo delle Nazioni Unite ha elaborato le tre aree delineate nel Digital Compact.

In primo luogo, ha spiegato che la connettività universale significa raggiungere i tre miliardi di persone che ancora non hanno accesso a Internet, la maggior parte delle quali vive nel Sud del mondo.

“Dobbiamo colmare il divario digitale promuovendo l’alfabetizzazione digitale e dando accesso al mondo digitale a donne e ragazze, migranti, popolazioni rurali e indigene”.

In secondo luogo, Guterres ha ricordato che uno spazio digitale incentrato sull’uomo inizia con la protezione della libertà di parola, della libertà di espressione e del diritto all’autonomia e alla privacy online.

It is clear that without guidance and guardrails, digital technology has huge potential for harm.

At G20 Summit, I urged leaders to support my proposal for a Global Digital Compact – firmly anchored in human rights – for an open, free, secure & inclusive internet.

— António Guterres (@antonioguterres) November 16, 2022

“Ma la libertà di parola non è un pass gratuito”, ha affermato, affermando che il Digital Compact deve considerare la responsabilità dei governi, delle società tecnologiche e delle piattaforme di social media per “prevenire il bullismo online e la disinformazione mortale che mina la democrazia, i diritti umani e la scienza”.

Guterres ha anche chiesto un codice di condotta globale che promuova l’integrità delle informazioni pubbliche per consentire alle persone di “fare scelte basate sui fatti, non sulla finzione”.

Infine, ha osservato che i dati hanno “un potenziale immenso e inesplorato” per promuovere lo sviluppo sostenibile.

Tuttavia, sebbene disponiamo solo della metà dei dati necessari per comprendere i progressi e misurare l’impatto in merito agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), i dati personali delle persone vengono utilizzati a loro insaputa e senza il loro consenso, “a volte per il controllo politico, a volte per il profitto commerciale”, ha sostenuto Guterres, affermando che il Digital Compact dovrebbe concentrarsi sui modi in cui i governi, lavorando con aziende tecnologiche e altri, potrebbero promuovere “l’uso sicuro e responsabile dei dati”.

“Il sostegno dei paesi del G20 può aiutare a garantire che l’era digitale sia sicura, inclusiva e trasformativa”, ha concluso Guterres.

Elon Musk e Mark Zuckerberg hanno recepito il messaggio? A questo proposito, oggi al briefing al Palazzo di Vetro dell’ONU, abbiamo chiesto al portavoce di Guterres, se il Segretario Generale fosse preoccupato di una nuova ondata di “fake news” su internet dopo l’annuncio, ieri sera, da parte dell’ex presidente Donald Trump di ricandidarsi alla presidenza degli USA. La riposta è stata: “No comment, e comunque mancano due anni”.

 

 

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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