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Diritti umani e COP27: l’ONU vuole che l’Egitto liberi il blogger Alaa Abdel Fattah

Approfittando del vertice sul clima di Sharm El-Sheikh, l'appello dell'Alto Commissario Volker Türk al governo di Al-Sisi: "la sua vita è in pericolo"

La Voce di New YorkbyLa Voce di New York
Diritti umani e COP27: l’ONU vuole che l’Egitto liberi il blogger Alaa Abdel Fattah

Proteste in Egitto per la liberazione di Alaa Abd El-Fatah (da twitter @UNHumanRights)

Time: 3 mins read

La COP27 in Egitto è troppo importante per lasciarsi sfuggire l’occasione di mettere sotto pressione il regime di Abdel Fattah al Sisi sui diritti umani. Questa opportunità era scontata per le ong come Amnesty International, meno per l’ONU che, organizzando la conferenza sul clima insieme alle autorità egiziane, rischia l’incidente diplomatico col governo che ospita l’evento.

Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, si è saputo dai suoi portavoce, nell’incontro con il presidente egiziano ha anche toccato l’argomento dei “diritti umani”, ma niente di specifico è trapelato. Quindi, ecco che una scossa più forte dalle Nazioni Unite arriva dall’Alto Commissario per i diritti umani Volker Türk, che ha lanciato uno specifico appello martedì affinché l’Egitto liberi un importante blogger e attivista la cui vita è in pericolo imminente dopo uno sciopero della fame di sette mesi, che si è intensificato con l’inizio del vertice COP27 sul clima.

Il blogger egiziano Alaa Abd El Fatah (Wikimedia)

Alaa Abdel Fattah è stato arrestato molte volte in più di dieci anni per il suo attivismo in merito alle violazioni perpetrate dalle forze di sicurezza e per l’uso di tribunali militari per processare i civili. “Esorto il governo a rilasciare immediatamente Abdel Fattah dalla prigione e a fornirgli le cure mediche necessarie”, ha affermato Türk in una nota.

Abdel Fattah, 40 anni, ha la doppia cittadinanza britannica ed egiziana. L’attivista pro-democrazia è stato condannato a cinque anni di reclusione nel 2015 e rilasciato a marzo 2019, ma è stato nuovamente arrestato a settembre.

Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi durante i lavori della COP27

È stato poi trattenuto in custodia cautelare per due anni prima di essere condannato nel dicembre 2021 ad altri cinque anni con l’accusa di pubblicazione di notizie false. Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame ad aprile, limitando fortemente il suo apporto calorico, ma l’ha intensificato il 1° novembre. Ha poi smesso di bere acqua la scorsa domenica, primo giorno della conferenza COP27 sull’azione per il clima, che si sta svolgendo a Sharm El-Sheikh, città del Mar Rosso.

🇪🇬#Egypt: UN Human Rights Chief @volker_turk calls for the immediate release of activist Alaa Abdel Fattah, whose life is said to be at imminent risk after 7-month hunger strike.

👉https://t.co/259joTf16R pic.twitter.com/KY5kQuNLQR

— UN Human Rights (@UNHumanRights) November 8, 2022

“Abdel Fattah è in grave pericolo. Il suo sciopero della fame a secco mette a rischio la sua vita”, ha affermato Türk. “Il mio ufficio e altri meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno sollevato il caso di Abdel Fattah e i casi di altri individui arbitrariamente privati ​​della libertà e incarcerati dopo processi iniqui in più occasioni”.

Il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite ha osservato che la ripresa del Comitato presidenziale per la grazia in Egitto ha portato al rilascio di numerose persone.  Il Comitato è stato istituito nel 2016 e riesamina i casi di prigionieri detenuti per crimini politici. Türk ha esortato le autorità ad adempiere ai loro obblighi in materia di diritti umani e a rilasciare immediatamente tutte le persone che sono state detenute arbitrariamente, comprese quelle in custodia cautelare, nonché le persone che sono state ingiustamente condannate.

Volker Türk – UN Photo

“Nessuno dovrebbe essere detenuto per aver esercitato i propri diritti umani fondamentali o per aver difeso quelli degli altri. Incoraggio inoltre le autorità a rivedere tutte le leggi che limitano lo spazio civico e limitano i diritti alla libertà di espressione, riunione e associazione”.

L’Alto Commissario dell’ONU ha anche messo in guardia contro possibili rappresaglie contro le persone che sostengono gli attivisti per i diritti umani, in particolare la famiglia di Abdel Fattah, che si trova in Egitto per chiederne il rilascio, ricordando al governo egiziano la sua responsabilità di proteggere i diritti e la sicurezza di tutte le persone sotto la sua giurisdizione.

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