A pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’alimentazione (16 dicembre), il World Food Program dell’ONU lancia da Roma l’allarme: l’attuale emergenza della fame nel mondo è dovuta a una “confluenza di crisi concorrenti”, causate da shock climatici, conflitti e instabilità economica. Il numero di persone che soffrono la fame nel mondo è balzato da 282 milioni a circa 345 milioni dall’inizio del 2022 e, a metà anno, il WFP aveva raggiunto poco più di 111 milioni di bisognosi, con l’obiettivo di raggiungere il record di 153 milioni entro la fine dell’anno.
“Stiamo affrontando una crisi alimentare globale senza precedenti e tutti i segnali suggeriscono che non abbiamo ancora visto il peggio”, ha affermato il Direttore Esecutivo del WFP David Beasley. “Negli ultimi tre anni i numeri della fame hanno ripetutamente raggiunto nuovi picchi. Vorrei essere chiaro: le cose possono e peggioreranno a meno che non ci sia uno sforzo coordinato e su larga scala per affrontare le cause profonde di questa crisi. Non possiamo avere un altro anno di fame da record”.
L’agenzia di pronto soccorso alimentare delle Nazioni Unite ha sottolineato che attualmente sta “trattenendo la carestia” in cinque paesi: Afghanistan, Etiopia, Somalia, Sud Sudan e Yemen. La guerra continua a portare i più vulnerabili verso una fame catastrofica, con comunicazioni interrotte, accesso umanitario limitato e comunità sfollate.
L’attuale conflitto in Ucraina, ad esempio, ha interrotto il commercio globale, facendo aumentare i costi di trasporto e i tempi di consegna mentre gli agricoltori non hanno accesso a sufficienti fertilizzanti e altre forniture agricole di cui hanno bisogno, per produrre cibo a sufficienza. “L’effetto a catena sui raccolti imminenti si riverbererà in tutto il mondo”, ha avvertito il WFP.
Nel frattempo, gli shock climatici stanno aumentando in frequenza e intensità, lasciando le persone colpite senza tempo per riprendersi tra un disastro e l’altro. Una siccità senza precedenti nel Corno d’Africa sta spingendo più persone a livelli allarmanti di insicurezza alimentare, con la carestia ora prevista in Somalia, mentre le inondazioni hanno devastato case e terreni agricoli in diversi paesi, in particolare in Pakistan.

Il WFP ha spiegato che la capacità dei governi di rispondere è limitata dai propri problemi economici nazionali – deprezzamento della valuta, inflazione, sofferenza del debito – poiché aumenta anche la minaccia di una recessione globale. “Ciò vedrà un numero crescente di persone incapaci di permettersi il cibo e che necessitano di sostegno umanitario per soddisfare i loro bisogni primari”, ha avvertito l’agenzia.
Il WFP richiede 24 miliardi di dollari per raggiungere 153 milioni di persone nel 2022. Tuttavia, con l’economia globale che vacilla a causa della pandemia di COVID-19, il divario tra bisogni e finanziamenti è più grande che mai. L’agenzia ha avvertito che, a meno che non vengano messe a disposizione le risorse necessarie, il prezzo sarà misurato in vite perse e invertire i guadagni di sviluppo guadagnati duramente.