Fino a qualche settimana fa sembrava che l’ONU stesse risolvendo una delle più sanguinose guerre che ha avuto atroci conseguenze sulla popolazione civile, arrivata al punto di morire per fame; invece la breve quiete della tregua dopo la lunga tempesta della guerra sembra sul punto di abbandonare lo Yemen. I membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU giovedì hanno ascoltato il briefing di Hans Grundberg, l’inviato speciale per lo Yemen, che ha confermato che le parti in conflitto purtroppo non hanno raggiunto un accordo sull’estensione della tregua che aveva contribuito a portare avanti. Il periodo di relativa pace tra le forze governative riconosciute a livello internazionale e i ribelli Houthi è terminato 11 giorni fa, e ora entrambi devono scegliere se “preservare e costruire sulla tregua” o tornare a combattere.

L’inviato del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres ha affermato di aver apprezzato la posizione del governo dello Yemen sull’impegno positivo con la sua proposta e si è rammaricato del fatto che Ansar Allah (nome ufficiale del movimento Houthi) avesse avanzato richieste aggiuntive che non potevano essere soddisfatte. Grundberg ha accolto con favore il fatto che le parti abbiano mostrato moderazione dopo la scadenza della tregua poiché non c’è stata ancora nessuna escalation militare di rilievo. “Il raggiungimento dei benefici della tregua non sono da sottovalutare”, ha affermato l’inviato speciale ONU, segnalando che ha portato “il più lungo periodo di calma mai visto”.
Grundberg ha affermato che durante la pausa dei combattimenti non c’erano state operazioni militari importanti e una diminuzione del 60% delle vittime. “È importante ricordare che la tregua non è mai stata intesa come fine a se stessa, ma come mattoni per rafforzare la fiducia tra le parti e creare un ambiente favorevole per lavorare verso una soluzione politica del conflitto”, ha ricordato l’inviato delle Nazioni Unite. “Personalmente credo che ci sia ancora la possibilità per le parti di raggiungere un accordo”, ha affermato Grundberg. “Con la posta in gioco così alta, è fondamentale non perdere questa opportunità. Le parti devono dimostrare la leadership, il compromesso e la flessibilità necessari per raggiungere con urgenza un accordo sul rinnovo e l’ampliamento della tregua”.

I membri del consiglio di Sicurezza hanno anche ascoltato Joyce Msuya, vice coordinatrice dei soccorsi di emergenza, che ha informato il Consiglio anche lei in collegamento video da Hudaydah. Ha descritto la sua visita in corso da sei giorni nello Yemen, dicendo di aver visto il caos che questo conflitto ha provocato nella vita dei civili. Ha detto che l’appello umanitario ha ricevuto finora 2 miliardi di dollari – più della metà dei quali è stata fornita da un singolo donatore – cioè gli Stati Uniti. Nonostante questi generosi contributi, ha aggiunto, l’appello è ancora finanziato solo per il 48%, a meno di tre mesi dalla scadenza di quest’anno.
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