Eppur finalmente qualcosa si smuove alle Nazioni Unite per la crisi in Libia. Il Segretario Generale Antonio Guterres ha rotto gli indugi e ha inviato una lettera al Consiglio di Sicurezza in cui indica la sua scelta come inviato speciale dell’ONU per il tormentato paese nord africano e si tratta dell’ex ministro senegalese Abdoulaye Bathily.
I 15 membri del Consiglio di Sicurezza ora devono rispondere e il consenso deve essere unanime: se non spunta un “niet”, la Libia finalmente avrà un inviato speciale appoggiato dalle potenze del UNSC: questo mancava da otto mesi, quando lo scorso dicembre l’allora inviato speciale ONU Jan Kubis si dimise.
Negli ultimi mesi Guterres aveva timidamente sondato altri candidati per lo scottante incarico dell’ONU a Tripoli, ma i Quindici non avevano mai trovato il consenso su chi avrebbe dovuto guidare anche l’UNSMIL, la missione di supporto dell’ONU in Libia.

Si prevede che la “fumata bianca” potrebbe già uscire dal Consiglio di Sicurezza venerdì sera e che questa volta il diplomatico del Senegal Abdoulaye Bathily possa mettere d’accordo tutti. Almeno secondo quanto ha detto ai giornalisti l’ambasciatore francese Nicolas De Rivière, che per la Francia presiede il Consiglio di Sicurezza per il mese di Settembre. Durante la conferenza stampa di presentazione del programma di lavoro, alla domanda su quanto fossero le possibilità che l’inviato scelto da Guterres questa volta sia “vistato” dal UNSC, De Rivière si è dichiarato ottimista.
Propri oggi, in un comunicato alla stampa del Consiglio di Sicurezza sulla Libia, rilasciato dopo la riunione dei Quindici di martedì (vedi video sopra) in cui si era discusso degli scontri di sabato scorso a Tripoli tra le fazioni che si contendono il governo e che hanno provocato più di 40 morti, risaltava l’esortazione al Segretario Generale dell’ONU di nominare “al più presto possibile” un suo inviato speciale per la Libia. I Quindici sono stati accontentati “in anticipo” – la lettera di Guterres sarebbe stata consegnata al UNSC prima del rilascio del press statement -. Si attendono sorprese dai Quindici? In un Consiglio di Sicurezza sempre più diviso dall’invasione della Russia in Ucraina e, da ieri, anche dalla pubblicazione del rapporto ONU che condanna la Cina sui diritti umani, nulla resta scontato.
Sul rapporto che accusa la Cina di non rispettare i diritti umani della popolazione islamica degli uighur, durante la conferenza stampa è stato chiesto all’ambasciatore francese De Rivière se avesse intenzione di far discutere la questione al Consiglio di Sicurezza. L’ambasciatore francese, in una prima risposta, ha detto che non riteneva la questione di pertinenza del Consiglio di Sicurezza, che non si occupa delle questioni “interne” agli Stati, ma semmai quando la pace viene messa in pericolo da conflitti tra diversi paesi. A quel punto, abbiamo chiesto da quando la Francia avesse accantonato la dottrina della “responsabilità di proteggere”, che proprio sulla Libia, nel 2011, fu portata avanti da Parigi per giustificare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza contro il regime di Gheddafi che diede l’autorizzazione Onu all’intervento armato della Nato. L’Ambasciatore francese ha replicato affermando che la Francia considera sempre valida la dottrina del “responsibility to protect”. La sua replica, che potete ascoltare nel video sopra (min 34:50), non ci è apparsa convincente come il suo precedente intervento, dove sembrava dire tutto il contrario.
AGGIORNAMENTO. L’ambasciatore all’ONU del governo di Tripoli Taher Al-Sunni ha inviato nelle ultime ore una lettera al Segretario Generale Antonio Guterres in cui si afferma che “The Government of National Unity is astounded by the said appointment amidst the government’s clear reservations shared directly with the Secretary-General”. Cioè il governo di Abdul Hamid Dbeibah, riconosciuto dall’ONU e dai maggiori paesi occidentali tra cui l’Italia, non gradisce la scelta di Guterres caduta sul senegalese Abdoulaye Bathily. Ne terrà conto il Segretario Generale o è ormai toppo tardi? La prossima mossa comunque resta al Consiglio di Sicurezza.