Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e il segretario generale dell’ONU António Guterres hanno incontrato giovedì il leader ucraino Volodymyr Zelensky in un tentativo diplomatico di alto livello per trovare una via d’uscita alla guerra che ha mietuto circa 50.000 vittime in appena sei mesi.
Il vertice trilaterale si è tenuto nella mattinata europea a Leopoli, a ridosso del confine ucraino-polacco, e segna la prima visita ufficiale di Erdoğan e Guterres in Ucraina dallo scoppio della guerra (lo scorso 24 febbraio). Al centro dell’incontro non solo il dossier bellico in senso stretto, con la Russia che sta concentrando le sue attività militari nel sud-est del Paese vicino a Crimea e Donbass, mentre le forze di Kyiv pianificano segretamente rappresaglie in territorio russo.
Si è parlato anche della ripresa delle esportazioni di grano ucraino, rimasto a lungo stipato nei silos del porto di Odessa fino al raggiungimento di un accordo con il Governo di Mosca che ha fornito un parziale ristoro ai Paesi che più dipendono dall’import ucraino (specialmente in Africa e Medio Oriente). Nelle stesse ore del summit, dal porto ucraino di Chornomorsk partiva intanto la nave ‘I Maria’ (carica di cereali), mente altre quattro imbarcazioni sono in arrivo presso i porti ucraini per caricare grano da esportare.
Capitolo rilevante anche quello dedicato alla preoccupante serie di attacchi contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, che è recentemente divenuta obiettivo di raid che i russi additano agli ucraini, e viceversa.

Riaffermando il ruolo di “paciere” sinora svolto da Ankara, Erdoğan ha promesso l’aiuto turco per la ricostruzione delle infrastrutture ucraine, in particolare per quanto riguarda strade e ponti. Il leader delle Nazioni Unite, invece, avrebbe concordato con Kyiv l’invio di un’équipe dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) nell’impianto di Zaporizhzhia per verificare eventuali situazioni di pericolo e altre criticità dopo gli attacchi recenti. La centrale si trova nella città di Enerhodar, che le forze russe hanno conquistato militarmente all’inizio di marzo, malgrado al suo interno lavorino tutt’ora principalmente esperti ucraini.
Zelensky ha inoltre chiesto l’intervento dell’ONU per mettersi in contatto con gli ucraini attualmente rifugiati in Russia, che secondo Kyiv sarebbero stati deportati, nonché il rilascio dei soldati e dei medici ucraini rapiti da Mosca.
“Un potente messaggio di sostegno da parte di un Paese così importante”, è stato il commento del capo di Stato ucraino riferendosi all’arrivo di Erdoğan. Pur essendo membro della NATO, sin dall’inizio del conflitto il leader turco ha condannato l’aggressione russa ma si è rifiutato di aderire alle sanzioni occidentali per mantenere aperto un canale di dialogo, poi rivelatosi fondamentale proprio nelle negoziazioni sul grano.